Gli artisti della pietra si ritrovano in Friuli

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Margherita Reguitti

6 Ottobre 2021
Reading Time: 2 minutes

A Vergnacco di Reana del Rojale

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L’arte dello scolpire la pietra è tornata a trasformare il Parco Scultura di Vergnacco di Reana del Rojale in un laboratorio en plein air, un’occasione di incontro fra artisti internazionali e la popolazione della cittadina friulana e un richiamo per molti da fuori attratti dal poter vivere un evento artistico.

Questa edizione, così difficile da realizzare nel dopo Covid ma non per questo meno partecipata, è la 24esima del Simposio organizzato dal Circolo culturale Il Faro con il sostegno e il supporto di tanti enti pubblici e privati, in primis il Comune di Reana.

Sul prato verde il turbinio della polvere bianca e il rumore di frese e di martelli sono stati colonna la sonora e la magia di ombre per gli otto artisti che hanno lavorato per estrarre, togliere, plasmare le loro opere dai blocchi di pietra Fior di pesco carnico di Forni Avoltri, Rosso radica di Verzegnis, Grigio carnico di Paluzza e Pietra piasentina di Torreano, Lavori si diversi e si preziosi per forza creativa, capacità artigianali e tanta, tanta fatica.

Arte dura la scultura, un tempo praticata solo da uomini, ma oggi non è più così. Su otto partecipanti sono tre le artiste presenti; Gabriela Salinas – Messico con l’opera “Fiume (Wakpà)”, Aurora Avvantaggiato – Puglia “Con-senso” e Maša Paunović – Serbia con “Nelle fauci delle emozioni”. Cinque i colleghi maschi: Antonio Felice La Mont – FVG con “Evoluzione”, Francesco Cadeddu – Sardegna con “Madre terra”, James Gannon – Irlanda autore di “Giovane donna con la coda di cavallo”, Reinaldo Escalona – Venezuela con “Il fiore dell’amina” e Alfredo Pecile – Argentina con “L’ostinazione degli antenati”.

Opere diverse per stile e linguaggio, che spaziano dal figurativo all’astratto, dalla composizione essenziale con rimandi o suggerimenti naturalistici a variazioni geometriche, dall’iperealismo al racconto. Lavori nei quali la forma dialoga e valorizza le venature delle pietre della regione: un ideale abbraccio fra il luogo che ospita e fornisce la materia prima e le origini spesso lontane geograficamente degli artisti che hanno aderito al simposio. Un progetto fatto di uomini e donne, amicizia e accoglienza che in questo quasi quarto di secolo ha realizzato il museo diffuso e accessibile a tutti di questa parte del Friuli.

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