In FVG quote rosa pallido

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Anna Limpido

11 Ottobre 2021
Reading Time: 3 minutes

Dopo l’ultima tornata elettorale

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Della recente tornata elettorale in Friuli Venezia Giulia merita soffermarsi sui numeri che, al di là di quelli dei vincitori, fotografano così i Comuni sul tema donne: 38 Comuni in elezione, 79 candidati sindaco maschi e 13 candidate femmine.

Liste elettorali rispettose della doppia preferenza di genere ma poche o pochissime donne capolista, con un’unica eccezione: il Comune di Pordenone, già distintosi nelle elezioni del 2016 con un’equilibrata Giunta composta sia da donne che da uomini, ora consolida questo equilibrio e sfiora anche il 50-50 in Consiglio (con un incremento di 3 unità rispetto alle precedenti elezioni).

Un’eccezione che pare confermare una regola nota ai più: la doppia preferenza di genere (ovvero la facoltà di votare due persone, uomo e donna, della stessa lista) contribuisce ad aumentare la presenza femminile nei Consigli solo ove tale presenza sia già consolidata (Corriere della Sera del 28 marzo scorso, inchiesta di M. Gabanelli).

Una sorta di fertilizzante lì dove c’è terra feconda quindi, non un miracolo dove il terreno è arido.

Dunque un plauso alle scelte del neo confermato sindaco di Pordenone e a tutta la sua comunità.

Volgendo il viso sui restanti 37 Comuni, invece, non serve un matematico per decretare una debacle femminile che conferma gli stereotipi peggiori, i celeberrimi “tetti di cristallo”, il timore degli ostacoli familiari, liste opinabili, onnipresenza maschile. Quote rosa sì dunque, ma rosa pallido.

Non entrerò volutamente nell’ennesima disamina di questi aspetti già ampiamente discorsi, desidero invece qui dare un diverso contributo soffermandomi su un elemento presente e dai più sottovalutato, che chiunque abbia a che fare con le donne non può non imbattersene: la (poca) audacia femminile.

Perché i numeri di questa tornata elettorale ci rivelano tanta partecipazione ma pochissime candidate sindaco? Perché gregarie sì ma comandanti no?

Nel 2019 si è concluso il progetto internazionale promosso da Unilever e condotto da Edelman Intelligence presentato anche all’Assemblea Generale dell’ONU convogliato poi in numerose iniziative scolastiche che ha esplorato l’aspetto “autostima delle donne”. Tra le voci più interessanti c’è quella che rivela che il 50% delle intervistate soffre molto la competizione e ha la sensazione di non poter mai sbagliare.

“Crederò nell’uguaglianza solo quando vedrò una donna incompetente occupare un posto di responsabilità” (F. Giroud).

Peccato allora che il primo e più severo giudizio sulla competenza delle donne pare proprio arrivare dalle dirette interessate che non si sentono mai “all’altezza”, mai abbastanza, una sorta di esame dalle richieste più severe rispetto a quello che tendenzialmente un uomo fa a sé stesso, o agli altri uomini, che condiziona la conseguente assenza di audacia e quindi ne scoraggia leadership femminili.

Su questo aspetto c’è ancora molto da lavorare perché frutto anche di una certa “segregazione” culturale per la quale le donne sono leader in alcune faccende (educazione, figli, casa, assistenza) e non in altre (come la politica ad esempio).

E poi perché non saranno certo le quote rosa (pallido) a cedere a tavolino i posti di comando: neppure sul fronte “uomo” gli obiettivi più ambiziosi sono agevoli, la competizione è altissima, la posta in gioco è preziosa e gli equilibri sono spesso conseguenti a strappi o prove di forza.

Se una donna vuole entrare in questo girone, il girone di comando, deve munirsi del doppio della forza e del doppio dell’audacia perché nessuno le dirà “prego, il posto è suo” ma anzi, sarà ostacolata altrettanto e peggio perché qualunque motivazione, in quel girone, vale per far indietreggiare gli avversari.

Anche considerarla non in grado di comandare perché “donna”, quasi il genere fosse già di per sé un handicap in quanto non propensa al comando.

Le donne possono continuare a crederci accomodandosi sempre al secondo posto oppure iniziare ad osare rompendo gli schemi.

Tentare non nuoce.

 

Anna Limpido è Consigliera di Parità della Regione Friuli Venezia Giulia

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