Il miglior amico dell’uomo

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redazione

12 Marzo 2014
Reading Time: 6 minutes

Paolo Clemente e i cani

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Paolo Clemente, quando è nata la passione per i cani?

«Ho sempre amato gli animali, ma la passione per i cani mi accompagna fin da bambino: da piccolo ho sempre avuto più di un cane per casa. Nel 1993, da capofamiglia, acquistai un cucciolo di pastore tedesco femmina, focato a pelo lungo, per provare a frequentare un campo di addestramento e conoscere l’educazione cinofila: lei si chiamava Kira».

Il suo vero primo cane…

«Con Kira ho iniziato a imparare le prime tecniche di addestramento cinofilo per l’utilità e difesa, ma non era portata caratterialmente per l’agonismo. Così, messa da parte la carriera sportiva, ho deciso di farle fare una cucciolata per provare l’esperienza e veder crescere i suoi undici cuccioli, tenendo con noi un maschio di nome Kim. Con l’esperienza che avevo nel frattempo maturato, mi sono indirizzato su un altro genere di pastore tedesco, predisposto all’utilità e difesa: così con Shirdi ho potuto finalmente mettere in pratica quello che avevo imparato e conseguire i 3 brevetti, gareggiando in Italia e anche in Germania, portando a casa grosse soddisfazioni. Dopo la sua prematura scomparsa, ho deciso di continuare comunque su questa strada, e in casa nostra sono arrivati Fax, un pastore tedesco grigio con linee di sangue da lavoro, con cui ho raggiunto il primo brevetto di utilità e difesa, e l’ultimo arrivato Hero».

Una vera e propria passione. Che l’ha condotta a gestire addirittura un club cinofilo…

«Il Club Cinofilo Sportivo Il Cane era già esistente quando ho iniziato a interessarmi di cinofilia, ma dal 1999 io e un piccolo gruppo di persone abbiamo avuto l’opportunità di trasferirlo a Papariano di Fiumicello, vicino all’argine del fiume Isonzo: un luogo tranquillo e immerso nel verde, ideale per l’addestramento dei cani. Da allora abbiamo ampliato le attività, insegnando non solo gli esercizi per le gare di utilità e difesa, ma accogliendo tutti i tipi di cani, per insegnare loro innanzitutto come comportarsi. Dal 2009 il Club è diventato un’associazione sportiva dilettantistica affiliata all’ASI (Alleanza Sportiva Italiana) e riconosciuta a tutti gli effetti dal CONI».

A suo avviso perché è importante che i padroni dei cani portino i loro animali nei club come il vostro?

«Noi diamo la possibilità a chiunque abbia un cane di poter intraprendere un percorso educativo insieme. Nel nostro club vengono forniti consigli al proprietario per impartire l’obbedienza di base, ma soprattutto per instaurare un buon rapporto con il proprio amico a quattro zampe, fondamentale per avere una buona convivenza basata sul rispetto reciproco».

Un percorso tutt’altro che scontato.

«Ritengo sia indispensabile un’adeguata formazione che possa fornire tutte quelle conoscenze e far acquisire tutte quelle abilità necessarie per capire il cane, sia dal punto di vista morfologico che caratteriale, nonché comprendere la psicologia canina, il linguaggio e la comunicazione del cane. Per questo è importante che un padrone responsabile partecipi almeno a un corso di educazione di base per instaurare un buon rapporto nei limiti della civile convivenza, anche per poter portare sempre a spasso con lui il proprio cane senza apparire maleducati».

Un antico detto recita: “Il cane è il miglior amico dell’uomo”. Cosa ne pensa?

«Concordo pienamente. Il cane resta il miglior amico dell’uomo per l’affetto incondizionato, la compagnia e la fedeltà che dimostra a chi ritiene il suo capobranco».

Cambiamo prospettiva: a suo avviso l’uomo può essere considerato il miglior amico del cane?

«Rispondo citando una frase di Konrad Lorenz, famoso etologo e scrittore: “Il nostro amore per gli animali si misura dai sacrifici che siamo pronti a fare per loro”. Passione, cura e rispetto sono le priorità prima di prendere con sé un cane. Lui non può parlare perciò sta a noi cercare di capire quello di cui ha bisogno e farglielo avere».

In questo contesto Paolo Clemente come descriverebbe il suo rapporto con i cani?

«Tutti i cani che ho avuto stravedevano per me: bastava aprissi il cancello perché iniziassero a esultare come matti. Credo sia una predisposizione naturale, poiché mi prendo molta cura di loro: li porto a spasso, faccio addestramento, ma non sono una persona che li coccola continuamente ogni volta che li vedo. Instaurare un rapporto equilibrato senza invadere troppo i loro spazi è la cosa fondamentale, altrimenti poi non capiscono più quali sono i loro limiti».

Nel vostro club insegnate anche questo?

«Oltre ad aumentare la conoscenza delle persone nei confronti della razza canina, lo scopo della nostra attività è quello dell’addestramento cinofilo, sia a livello agonistico che non agonistico. I cani che prendono parte all’attività imparano a socializzare sia con gli altri cani lavorando in gruppo, sia con le persone che stanno attorno, reprimendo le loro eventuali paure».

Nello specifico, come operate?

«Le lezioni di obbedienza singole vengono svolte cane per cane, tenendo conto dei problemi di ognuno e cercando una maniera personalizzata di addestramento. In un secondo momento, ottenuta l’obbedienza minimale e il controllo del cane, il proprietario può decidere se proseguire con l’utilità e difesa, se far parte della squadra di esibizione oppure se divertirsi assieme al proprio cane con l’agility dog. Il club organizza anche i corsi per preparare i cani al superamento del “CAE 1 – Test Cane e Padrone Buoni Cittadini”, con il rilascio da parte dell’ENCI (Ente Nazionale per la Cinofilia Italiana) del relativo patentino se la prova finale viene superata».

Prima ha citato l’attività agonistica: in cosa consiste questo “mondo”?

«Le gare implicano un’altra mentalità: ci vuole moltissimo impegno, costanza e coerenza nei metodi utilizzati. L’addestramento ha come obiettivo la partecipazione a gare cinofile ufficiali ENCI e la preparazione viene svolta in funzione degli esercizi di pista, obbedienza e difesa: le tre discipline previste dai regolamenti ufficiali che vogliono dimostrare le caratteristiche morfologiche e caratteriali del cane. La pista è l’esercizio di fiuto, dove il cane, a una distanza di dieci metri dal padrone, deve spontaneamente ritrovare una traccia calpestata precedentemente, del suo proprietario o di un estraneo; l’obbedienza si testa su esercizi quali il riporto di un oggetto, il salto in alto e la scalata di una palizzata; nell’esercizio di difesa, infine, il cane deve cercare tra i nascondigli un figurante e, una volta trovato, segnalarlo al proprietario. Se poi il figurante tenta di scappare, il cane deve bloccarne la fuga, addentando l’apposita manica di protezione, salvo lasciarla prontamente al comando del padrone».

Prove che richiedono un addestramento intenso…

«A discapito di molte convinzioni, non si insegna al cane a essere aggressivo verso l’uomo; per lui tutto è simile a un gioco: è una sfida per catturare la manica, che in allenamento è il suo premio finale. A completare il “mondo” agonistico è poi l’agility dog: una disciplina che presuppone una perfetta sintonia nel binomio cane-conduttore, dove il cane deve affrontare un percorso a ostacoli senza errori, nel minor tempo possibile, e il conduttore deve riuscire a indicare al cane la successione degli ostacoli da superare».

Ci sono cani più adatti di altri all’addestramento e alle gare?

«Tutti i cani riescono a ottenere almeno l’addestramento di base, in tempi più o meno lunghi. Ci sono invece razze più idonee di altre all’utilità e difesa, come i pastori tedeschi, i rottweiler, i doberman: le cosiddette razze da lavoro, che hanno caratteristiche fi siche e indole naturali predisposte al tipo di esercizi richiesti. Può però incidere la componente caratteriale: esistono casi di cani di razza da lavoro con vari problemi caratteriali tipo paura, aggressività, mancanza di temperamento, che non permettono il superamento di determinate prove. In agility dog il confronto è più alla pari: i border collie sono senz’altro razza avvantaggiata, ma nulla vieta che un meticcio sia più preciso e veloce di loro. Qui la componente fondamentale è la concentrazione e il rapporto di fiducia tra cane e conduttore».

In conclusione torniamo al club: quante persone lo frequentano?

«Il club accoglie mediamente una cinquantina di soci all’anno, provenienti sia dal comune di Fiumicello sia dal monfalconese. Negli ultimi tempi sono aumentati i giovani sotto i 30 anni e abbiamo anche un gruppo di giovanissimi tra i 7 e i 14 anni, che partecipano attivamente alle attività del club con un entusiasmo a volte superiore a quello degli adulti. È una bella soddisfazione essere riusciti a coinvolgere queste fasce d’età: se i ragazzi faranno proprio il rispetto verso gli animali, lo avranno per sempre come valore anche nel rapporto con le persone».

 

Paolo Clemente, 56 anni il prossimo 21 giugno, vive a Pieris. È il presidente del Club Cinofilo Sportivo Il Cane (www.clubilcane.it), sito in via Brancolo a Papariano di Fiumicello (UD), riconosciuto dal CONI, dove collaborano anche le istruttrici Manuela e Loredana, oltre alla figlia Deborah. Artigiano di professione, addestratore riconosciuto ENCI, ha conseguito numerosi brevetti di utilità e difesa in ambito cinofilo, gareggiando in Italia e all’estero con risultati di prestigio. Ha frequentato diversi campi S.A.S. (Società Amatori Pastore Tedesco) in Italia e all’estero, dove ha avuto modo di confrontarsi con diversi metodi d’addestramento.

A casa ha tre cani: due pastori tedeschi, Fax e Hero, e uno yorkshire terrier, Charlie, che definisce “il padrone di casa”.

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