Il libero pensiero della fotografia

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Livio Nonis

28 Febbraio 2022
Reading Time: 3 minutes

Valeria D’Alberto

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Valeria D'Alberto ha da poco aperto il suo studio fotografico e artistico a Monfalcone, nel quale tiene anche dei corsi per “liberi pensatori”, come li definisce nell'intervista che ci ha rilasciato per farci conoscere il suo lavoro e la sua passione per la fotografia.

Valeria, classe 1982, si è sempre interessata alla letteratura e all'arte. Ha iniziato nel 2008 il suo percorso creativo cominciando a realizzare oggetti e abiti su commissione e per mostre – in occasione della Mostra sul Futurismo a Gorizia, nel 2010, ha scolpito a mano più di 100 pezzi unici.

Nel corso degli anni la sua formazione artistica si è avvicinata alla fotografia con la partecipazione ai corsi di Franco Martelli Rossi, Gabriele Pavan e Mario Massarutto, suo mentore.

In questa intervista ci siamo fatti raccontare il suo amore per la fotografia.

Da dove è nata la sua passione per la fotografia?

“La mia passione per la fotografia è nata osservando i lavori di Man Ray, Julia Margaret Cameron e Fontana. Fotografi molto diversi fra loro ma di fatto dei liberi pensatori ed artisti. Anche i film degli anni ’20 e ’30 di Dreyer e Murnau con l’uso sapiente delle luci e delle ombre, mi hanno affascinato molto”.

Il suo percorso è caratterizzato da evoluzione continua…

“Ho frequentato diversi corsi ma stavo cercando la mia dimensione… fino a quando non ho conosciuto il mio mentore, Mario Massarutto. Chi ha frequentato vari corsi con lui, sa bene quanto sia importante imparare a osservare e farsi domande. Voglio ringraziare anche Gabriele Pavan, che con il suo approccio tecnico, personale e moderno rende la fotografia sempre interessante. Per me la fotografia è un percorso dentro sé stessi, arricchito dalle persone che incontri lungo il cammino. Non ho un punto di arrivo, desidero solo continuare a osservare, capire, conoscere. Ogni punto di arrivo è solo un nuovo punto di partenza per andare avanti. Adesso, tramite l’Associazione World Music, abbiamo una sala posa dove poter svolgere il mio lavoro fotografico, dove poter accogliere le persone e dove poter tenere corsi, fare foto di ritratto e foto artistiche che diventeranno quadri d’arredo. Inoltre, come freelance, mi occupo di fotografare eventi. Sono felice di aver trovato questo spazio, l’ho amato fin da subito. Siamo aperti solo su appuntamento ed è possibile prenotarsi al numero 393 0765673”.

Lei ha sempre lavorato alla ricerca di poesia e arte, approdando alla fotografia dopo varie esperienze. Un percorso diverso fatto di immagini più che di parole

“Il mio è stato un approccio artistico, ma lo studio, pur con la mia attitudine estrosa, mi fa capire come arrivare a un risultato. Mi piace quando una persona sceglie me e il mio stile per farsi fare delle foto. Non lavoro “per” quella persona ma “con” quella persona, il percorso viene compiuto assieme. Cerco sempre di pensare: “Come mi sentirei io al posto suo?”, “Cosa la rende felice?”. E la persona, magari in modo inconsapevole, ti insegna qualcosa, anche se non se ne rende conto. Per la prima volta mi sento libera pur avendo a che fare con delle regole”.

Lei cita questa frase “Adoro le fotografie, perché restano così come sono, anche se le cose cambiano”. Come mai?

“Personalmente non credo nel caso. Spesso mi è capitato di incappare in frasi che ho amato e sentito mie (pur non avendole scritte io). È successo così anche con questa frase. Le fotografie fermano l'attimo mentre la vita scorre”.

Prima ha citato i corsi che sta tenendo: come riesce a far assimilare le sue idee e le sue tecniche ai suoi allievi?

“Il mio corso in realtà è un percorso per liberi pensatori. Un’iniziativa promossa dall’associazione World Music con la quale collaboro e della quale faccio parte. Come ho già detto, il mio mentore Mario Massarutto in realtà non mi ha insegnato la fotografia ma mi ha trasmesso il suo sapere, attraverso il ragionamento e l’osservazione. La tecnica viene condivisa e si ragiona su ciò che si crea, sul perché. Sapere le regole è importante, ma infrangerle è più divertente”.

Per un fotografo che significato ha la differenza fra foto digitale e quella analogica?

“Con la velocità richiesta per ogni tipo di lavoro, la foto analogica è stata soppiantata da quella digitale. Nella fotografia analogica la luce impressiona il rullino mentre nel digitale la luce colpisce un sensore. C’è una sorta di processo alchemico che modifica la materia quando si lavora in camera oscura, mentre a livello digitale è tutto più immediato e pratico ma, forse, meno poetico”.

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