La perfezione del suono

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redazione

25 Marzo 2022
Reading Time: 5 minutes

Nico Odorico e Monica Zinutti

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C’è molto Friuli Venezia Giulia nel progetto “Prima Verdi”, primo album solistico del tenore genovese di fama mondiale Francesco Meli, uscito per Warner. Un debutto nel quale l’artista è stato accompagnato dall’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino diretta da Marco Armiliato e dai friulani Nico Odorico e Monica Zinutti, anime degli studi di registrazione Angel’s Wings Recording Studio di Pantianicco, ormai riconosciuti come eccellenza nazionale in questo settore.

Un’esperienza professionale di livello assoluto, come raccontano i protagonisti.

Monica e Nico, quando e come è nata la collaborazione con il tenore Francesco Meli?

«A inizio 2020, quando il suo project manager ci ha contattati chiedendoci informazioni per una registrazione pianoforte e voce. Purtroppo nel mese di marzo è arrivato il lockdown e quel progetto è rimasto in standby. Dopo i tre mesi di chiusura forzata, dovuta alla situazione Covid, il project manager ci ha ricontattati per proporci un nuovo progetto, più impegnativo, nato dalla grande voglia di riprendere la vita musicale dopo il lungo stop. E così all’inizio di giugno siamo partiti verso Firenze, al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, per registrare il nuovo progetto del tenore assieme all’orchestra del Maggio Musicale e al direttore, il Maestro Marco Armiliato».

In cosa è consistito il vostro lavoro?

«Ci siamo occupati di tutta la parte di produzione sonora del lavoro discografico. La produzione discografica inizia con l’elaborazione di un vero e proprio progetto di registrazione, editing e missaggio, in cui si organizzano e strutturano tutte le varie fasi del lavoro. Per una registrazione che coinvolge un teatro di tale dimensione e un organico orchestrale di circa 80 musicisti è stato necessario predisporre fin nei minimi dettagli l’allestimento di un setup microfonico molto complesso. Sull’orchestra sono stati posizionati circa 40 microfoni che hanno “fotografato” il suono di ogni sezione strumentale. Abbiamo utilizzato inoltre un sistema di microfonaggio d’insieme, chiamato Decca Tree e ideato dagli ingegneri della Decca negli anni ’50. Questo sistema di ripresa ha permesso di valorizzare le riprese d’insieme in spazi ampi donando una ricchezza e un equilibrio sonoro di altissimo livello. Si sono svolte 5 giornate di sessioni di registrazione a Firenze, in cui sono state registrate moltissime versioni delle opere. É stato necessario tenere traccia e catalogare all’istante, seguendo la partitura, tutto il materiale audio (circa 200 Gbyte). Successivamente il materiale è stato elaborato presso i nostri studi a Pantianicco dove abbiamo mixato sulla nostra console analogica SoldiStateLogic tutte le parti audio fino a ottenere il master finale: un suono che ha emozionato tutti fin dal primo ascolto».

Com’è stato lavorare al di fuori dei vostri studi di Pantianicco?

«É stata un’esperienza grandiosa. In ogni caso questo è l’iter normale per le registrazioni di musica classica orchestrale di questa portata. La nostra azienda dopo anni di esperienza sul campo è strutturata e attrezzata per la realizzazione di progetti del genere. Poi il fatto di trovarsi in una città magnifica come Firenze non ha fatto che aumentare la bellezza dell’evento».

Ci sono state difficoltà particolari che avete dovuto superare?

«Sinceramente no. Quando ti commissionano un lavoro del genere sai già che sarà complesso e che richiederà uno sforzo di concentrazione e organizzazione veramente intenso. Devi prevedere qualsiasi tipo di contrattempo e problematica che possa intercorrere. Devi pianificare tutto e per qualsiasi evento avere il piano B pronto. Con 80 orchestrali sul palco, un direttore fantastico come il M° Marco Armiliato e un artista del calibro di Francesco Meli, devi seguire e ascoltare qualsiasi esigenza ed essere pronto a registrare sempre. Il tutto mantenendo un clima di serenità nonostante la tensione sia parecchio elevata».

Dalla registrazione alla post produzione presso i vostri studi: quali sono stati i momenti più complessi di queste operazioni?

«Sicuramente la registrazione sonora. Questo perché lavori con una quantità enorme di materiale tecnico (microfoni, cavi, aste, mixer e registratore), una grossa quantità di persone e hai una tempistica che non lascia spazio a errori e attese. Hai un’enorme responsabilità nel fare in modo che non ci siano difficoltà tecniche o errori nel momento in cui tutto l’ensemble orchestrale inizia a suonare. Quando il direttore alza la bacchetta per dare il via all’orchestra tutto deve funzionare perfettamente».

In attesa di quello del pubblico, qual è stato invece il primo riscontro di Francesco Meli una volta ascoltata la registrazione?

«Francesco è sempre stato super entusiasta del lavoro. Essendo anche un esperto audiofilo (a casa sua ha un impianto valvolare spettacolare della AYON) ha fin da subito abbracciato la nostra proposta di utilizzare una tecnica microfonica di registrazione della Decca. Con Francesco c’è stato un continuo confronto nell’ultimazione del lavoro anche con varie sessioni di ascolto presso i nostri studi. Questo per confezionare un prodotto che fosse rispettoso e conforme a quello che l’artista aveva in mente».

Il disco è uscito per l’etichetta Warner, appartenente all’omonima corporazione statunitense: che significato ha per il vostro studio di registrazione una collaborazione di questo livello?

«Quando abbiamo saputo che il disco sarebbe uscito per Warner per noi è stata un’enorme soddisfazione e gratificazione, oltre che un’ulteriore conferma dell’ottima riuscita della produzione discografica».

Quali sono i prossimi progetti in programma per Angel’s Wings Recording Studios?

«Rimanendo sempre nel genere della musica classica, in programma c’è l’uscita del disco della Messa di Mercadante registrato al Teatro Carlo Felice di Genova. Nonostante le tante restrizioni, dovute alle norme covid, sul palco c’erano settanta musicisti, quaranta coristi, che hanno cantato con la mascherina, quattro solisti e un direttore. Questo lavoro vuole essere una memoria che ricorderà ai posteri le molte difficoltà del settore musicale durante il periodo della pandemia. Ma che, nonostante la grande fatica nella gestione, la voglia di proseguire con le attività culturali e artistiche è sempre stata tanta. Anche in studio siamo stati molto indaffarati con artisti solisti e band che stanno producendo i loro nuovi progetti musicali. Il lavoro si è diretto verso il genere pop/rock, con le registrazioni delle storica band friulana Empatia, che conosciamo ormai da un ventennio, e con i più giovani Rue de Paradis, alle prese con la produzione di un primo album molto complesso, composto da ben 15 brani. Per l’uscita di questi progetti non c’è al momento una data precisa, ma seguiteci sui nostri social per conoscere gli aggiornamenti e le novità».

 

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