Viaggiare sostenibile

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Margherita Reguitti

6 Maggio 2022
Reading Time: 6 minutes

Elisa Nannetti

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Crescere passo dopo passo, con impegno e sacrificio. Il percorso professionale della cervignanese Elisa Nannetti è un efficace esempio di valorizzazione delle risorse da parte di un’azienda. Entrata in Trenitalia nel 1997 come Addetto Vendita e Assistenza Call Center, grazie ad abnegazione, indubbie capacità e ferma determinazione, dal 2017 ricopre il ruolo di Responsabile della Direzione Regionale del Friuli Venezia Giulia.

Dottoressa Nannetti, come preferisce essere chiamata: direttore o direttrice?

«Indifferente, sono abituata a entrambe le modalità».

La sua generazione ha visto un cambio di passo, da un ambiente a prevalenza maschile a un ingresso femminile significativo…

«È corretto. Oltre a Nicoletta Giadrossi, presidente del Consiglio di Amministrazione FSI – Ferrovie dello Stato Italiane, siamo in quattro donne ai vertici regionali di Trenitalia: in Abruzzo, Liguria, Umbria e Friuli Venezia Giulia. Ma ai vertici di Trenitalia c’è anche Sabrina De Filippis che gestisce tutta la nostra Direzione Business Regionale. Negli ultimi anni la tendenza è decisamente cambiata e anche nei settori operativi dell’Azienda ci sono sempre più figure femminili. Nonostante la pandemia, negli ultimi anni in regione abbiamo assunto 37 giovani sia nel comparto della manutenzione sia negli equipaggi e nelle biglietterie. Questo ha messo in moto un significativo ricambio generazionale e culturale».

Come avete gestito l’impatto della pandemia e cosa resterà in positivo di questi due anni segnati dal Covid-19?

«Abbiamo attraversato tanti momenti difficili. La scelta più sofferta e complicata è stata la necessaria riduzione dell’offerta nei mesi di lockdown del 2020. Calcoli che in media nei giorni feriali viaggiano in regione 190 treni, e siamo scesi fino a 20. Non solo, anche la capienza delle carrozze è stata ridotta. Ma la pandemia è stata anche una sfida importante che ha imposto flessibilità organizzativa e nuove modalità operative che manterremo in futuro».

Adesso siete tornati a regime?

«Per fortuna sì. Oggi siamo al cento per cento operativi su tutto il territorio, dopo aver superato le varie fasi pandemiche. Durante l’ultima ondata, tra gennaio e febbraio, abbiamo avuto molte assenze del personale per positività e quarantene. Questo ha determinato la soppressione dei servizi delle due linee diesel, la Casarsa-Portogruaro e la Pedemontana. Anche se il servizio non è mai stato interrotto in quanto sostituito da autobus».

Progetti strategici in FVG?

«Vorrei fare una premessa per spiegare a chi legge che Trenitalia gestisce sia servizi di media e lunga percorrenza sia i servizi regionali. Proprio nel business regionale dal 2018 è partita una significativa rivoluzione qualitativa del servizio anche con il rinnovo di tutti i contratti che hanno portato all’acquisizione di treni estremamente innovativi sia per tecnologia sia per confort dei viaggiatori: si tratta dei treni Rock, a doppio piano, e dei treni Pop. Nelle scorse settimane a Firenze abbiamo inaugurato il treno ibrido, Blues, che va in esercizio con tre modalità di trazione: elettrica, diesel e batteria. Nei centri abitati, in stazione e al di sotto di una certa velocità infatti entra in funzione la spinta a batteria. Saranno circa 700 i nuovi treni su tutto il territorio nazionale, ecosostenibili, a basso impatto ambientale, che consumano il 30% in meno rispetto ai precedenti. Sono rotabili che rappresentano un salto generazionale: alta affidabilità con aumento delle prestazioni puntando al risparmio energetico, con allestimenti interni e dotazioni diversificate da regione a regione secondo le richieste. Questi convogli sono destinati a migliorare decisamente l’esperienza di viaggio della clientela che si sposta per lavoro o per turismo».

Da noi quando arriveranno questi nuovi treni?

«Nel triennio 2023-2025 ne arriveranno gradualmente 25 in base a quanto sottoscritto dal nuovo contratto di servizio fra Direzione Regionale Trenitalia e Regione FVG, che è il committente del servizio di trasporto pubblico locale su ferro».

Con che scaglionamento?

«Nel 2023 entreranno in servizio 11 ibridi Blues con disponibilità di 300 posti. Circoleranno sulle linee attualmente diesel Casarsa-Portogruaro e Sacile-Maniago. Nel 2024 arriveranno 10 Rock, ad alta capacità, a doppio piano, per complessivi mille posti fra quelli a sedere e in piedi. Faranno servizio sulla tratta Trieste-Venezia, qualcuno già circola sulla Venezia-Udine. E nel 2025 arriveranno altri 4 Rock. Tutti avranno una velocità massima di 160 km/h, interni più spaziosi per garantire maggior confort al viaggiatore. Garantiranno un minor impatto ambientale puntando a un modo di viaggiare eco-sostenibile».

Cosa altro comprende questo contratto?

«La realizzazione della nuova officina di Trieste dove viene fatta la manutenzione di tutti i treni che circolano in regione e innovativi indicatori di qualità del servizio».

Nei programmi della Regione, oltre al rinnovo e adeguamento tecnologico della linea di competenza regionale Udine-Cividale, verrà messa in atto anche una strategia per la riapertura delle stazioni minori di Mossa, Capriva e Palazzolo dello Stella?

«Su richiesta dell’Assessorato regionale Infrastrutture e Trasporti stiamo lavorando allo studio di concerto con Rete Ferroviaria Italiana, che concede le tracce orarie. Nel caso la Regione decida, la riapertura potrebbe essere operativa con il cambio di orario previsto per il prossimo dicembre».

Quali programmi in vista del 2025, anno in cui Gorizia e Nova Gorica saranno Capitale Europea della cultura?

«Da sempre in regione vi è particolare attenzione al potenziamento del servizio in occasione di eventi di particolare importanza turistico-culturale come la Barcolana o altre manifestazioni. Dunque anche per questo importante appuntamento verranno certamente messe in atto politiche di promozione e incentivazione all’utilizzo del mezzo pubblico. Il tutto sarà concertato con la Regione in modo sinergico attraverso tavoli tecnici per la migliore soddisfazione degli interessi del territorio».

Un comparto fiore all’occhiello del Friuli Venezia Giulia è il ciclo-turismo. A che punto è lo sviluppo per questa modalità di trasporto?

«Grande è la consapevolezza dell’importanza di questo comparto che con orgoglio possiamo dire è diventato un riferimento positivo di operatività anche per le altre regioni. Infatti abbiamo trasformato 4 vetture  passeggeri in vetture in grado di trasportare 64 biciclette. L’incremento di richiesta è cresciuto anche durante la pandemia e si concentra soprattutto dalla primavera all’autunno sulle tratte Alpe Adria da Trieste a Tarvisio via Cervignano e Gorizia ma anche da Trieste a Venezia funzionale al servizio della Ciclovia della Laguna. A est il servizio è attivo da Udine-Trieste verso Lubiana. Anche qui vi è sintonia perfetta fra Trenitalia e Regione per sostenere questa peculiarità del nostro territorio».

La ferrovia in questa regione storicamente ha sempre avuto un ruolo di collegamento verso la Mitteleuropa. Qual è il rapporto con un passato così importante?

«Da un punto di vista personale sono cresciuta in una famiglia nella quale la storia delle ferrovie storiche come la Transalpina e la Pedemontana sono state oggetto di racconti, in particolare da mio nonno che era un appassionato. In regione inoltre molti sono gli amanti e cultori della strada ferrata da un punto di vista storico come ad esempio l’avvocato goriziano Alessandro Puhali. Ricordo inoltre che a Trieste la Fondazione FS sta ristrutturando la Stazione di Campo Marzio con la previsione di realizzare un nuovo museo ferroviario e programmare treni storici per i quali noi diamo il supporto tecnico. La passione per i treni è trasversale e molto diffusa».

Quanta passione per il suo lavoro che immagino le richieda molta dedizione. Ma cosa ama fare nel tempo libero?

«Amo molto il mio lavoro e sono grata alla mia azienda che negli anni mi ha dato la possibilità di crescere attraverso una costante formazione e l’incentivo ad accettare nuove sfide. Il tempo libero di cui dispongo è dedicato ai miei due figli e a mio marito».

Come ha conciliato carriera e famiglia?

«Proprio grazie alla famiglia. Non ce l’avrei mai fatta senza i nonni ai quali ho potuto affidare con tranquillità i bambini quando erano piccoli e senza mio marito che mi ha sempre supportato e incoraggiato. Senza di loro sarebbe stato impossibile».

Un suo slogan per i giovani?

«Direi: “Prendi il treno. Viaggia sostenibile!”».

 

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