Una politica sotto le parti, l’AC goriziana stimola i futuri amministratori

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redazione

26 Maggio 2022
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In vista delle elezioni di giugno

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Si intitola “Il tempo di una politica sotto le parti, fatta di relazioni sane e libere” il documento redatto dall’Azione Cattolica dell’Arcidiocesi di Gorizia in occasione delle prossime elezioni amministrative che vedranno coinvolti 8 comuni del territorio diocesano (Gorizia, Monfalcone, Cervignano del Friuli, Ronchi dei Legionari, Cormòns, San Canzian d’Isonzo, Sagrado e Duino Aurisina).

«La volontà – ha spiegato il presidente dell’AC diocesana, Paolo Cappelli – è quella di portare il nostro contributo per rispondere alla crisi e alla difficoltà nelle quali le nostre comunità vivono. Questi ultimi due anni sono stati decisivi per decretare il fallimento dell’individualismo e riconoscere l’evidenza che ‘ci si può salvare solo insieme’, come dichiarato da Papa Francesco».

Presidente Cappelli, cosa chiedete di fatto ai futuri amministratori?

«Serve una politica che sia al servizio della persona e delle sue relazioni, capace di rispondere ai bisogni della convivenza sociale, favorendo l’inclusione e la solidarietà, nel solco di quell’umanesimo cristiano che ha contraddistinto fino a oggi le nostre comunità civili e religiose, ma che in alcune situazioni ha manifestato palesi segni di cedimento».

Nel documento si pone l’accento su una visione partecipata della politica.

«L’enciclica “Fratelli Tutti” ci esorta in modo chiaro in tal senso: “Non dobbiamo aspettare per forza tutto da coloro che ci governano, sarebbe un atteggiamento da immaturi. Dobbiamo essere parte attiva nella riabilitazione e nel sostegno delle società ferite». Riteniamo pertanto fondamentale che venga rinnovata l’alleanza tra le diverse realtà, pubbliche e private, che animano e governano le comunità cittadine. È questo il momento in cui possiamo sperimentare, proprio a partire dai Comuni, una comunità politica più solidale, capace di dare voce e valorizzare il pluralismo sociale, culturale ed economico di cui è così ricco il nostro territorio».

Nel documento indicate anche alcuni spunti operativi su tematiche che ritenete prioritarie e di competenza delle amministrazioni comunali.

«Ci sono contesti che richiedono risposte immediate. Pensiamo al lavoro, elemento cardine per garantire dignità alla persona: per questo motivo i servizi pubblici e del privato no profit devono fare rete tra loro, sia per favorire l’accompagnamento della persona e l’incontro tra domanda e offerta, sia finanziando percorsi di riqualificazione personale. Ma oltre al tema del lavoro, affrontiamo anche altri punti focali: dalla sanità al sociale, dallo sport alla casa, dalla cultura all’educazione delle giovani generazioni attraverso il ruolo fondamentale ricoperto dalle famiglie e dalla scuola».

Una sezione specifica è dedicata al tema dell’accoglienza.

«L’accoglienza, per realtà di confine e di passaggio come le nostre, è un elemento del portato culturale dei nostri territori e delle nostre comunità. Diventa fondamentale uscire dalla logica emergenziale che ha contraddistinto fino a oggi le politiche di accoglienza, abbandonando un atteggiamento di ostilità e di chiusura. La politica e l’amministrazione si devono impegnare a creare le condizioni sociali, economiche e culturali che facilitino l’accoglienza e garantiscano una fase di reale integrazione sociale nella collettività, anche attraverso il modello già sperimentato dell’accoglienza diffusa, superando l’accoglienza basata solo sul “buon cuore” o sull’emotività del momento, ma attivando tutti quei percorsi per accompagnare il “nuovo arrivato” nella comunità e aiutandolo a comprendere le regole del buon vivere assieme».

L’ultimo punto del documento è dedicato proprio al fare politica.

«Vogliamo consegnare questo nostro contributo a tutti coloro che si impegnano personalmente nella vita politica e amministrativa, alle diverse realtà dell’Arcidiocesi di Gorizia e a ogni cittadino che, con senso di responsabilità, voglia farsi carico della comunità civile. Come cristiani sentiamo la necessità di ri-educarci a parlare di politica non nella preoccupazione che il parlarne possa provocare divisioni, ma piuttosto che la politica sia la più alta forma di carità. La politica siamo noi, e ciò si può più facilmente sperimentare nelle realtà locali, dove l’apporto di ciascuno, nel segno di una cittadinanza realmente partecipata, può giocare un ruolo fondamentale per il bene delle nostre comunità».

Concetti apprezzati dai numerosi candidati sindaci che hanno partecipato all’incontro online organizzato proprio dall’Azione Cattolica dell’Arcidiocesi di Gorizia, nel quale i promotori hanno già anticipato l’avvio di un percorso di condivisione con gli amministratori che dovrà proseguire anche dopo la tornata elettorale: l’obiettivo è infatti quello di un confronto continuo e costante, per fare in modo che la politica possa realmente fornire risposte concrete all’esigenze del territorio e dei cittadini.

 

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