Un tempo in Cina

imagazine margherita reguitti

Margherita Reguitti

2 Settembre 2022
Reading Time: 2 minutes

Edito da Forum e Craf

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“Non un catalogo ma un libro”, ci tiene a questa precisazione Danilo De Marco quando si parla della “maestosa” pubblicazione edita da FORUM Editrice universitaria Udinese e CRAF Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia, dal titolo “Danilo De Marco – Un tempo in Cina” uscita in contemporanea all’omonima esposizione allestita fino al 3 settembre nella Chiesa di San Lorenzo a San Vito al Tagliamento.

Un volume prezioso, scrigno di immagini e testi da guardare, leggere, sfogliare e risfogliare, gustando anche le sensazioni tattili dell’alternanza di ruvido e lucido delle carte scelte dallo stampatore Poligrafiche San Marco.

Certo è fuori dubbio il livello di De Marco come fotografo fra i più interessanti a livello nazionale e internazionale, coerente e impegnato, dotato di intensità di pensiero e di motivazione etica, di indiscussa padronanza tecnica. Ma De Marco è anche un potente narratore e l’intensità emotiva di lettura dei suoi testi gareggia con l’emozione dell’essere attratti nella sua narrazione visiva.

Il volume (pagg. 238 euro 45), curato da Arturo Carlo Quintavalle, con testi di Paola Castellani, Laura De Giorgi, Fulvio Dell’Agnese, Emanuele Giordana, Alvise Rampini e Michele Smargiassi, propone fotografie scattate in Cina nel 1992: “Quando salgo sulla zattera, destinazione nuove terre e nuova umanità, vicine o lontane che siano, mi infilo in quelle vite come le alici tra reti appena troppo larghe”.

Il libro è un tassello importante per aumentare la comprensione e le scelte dell’autore, passate e recenti, scrive Quintavalle mentre De Marco definisce il lavoro “Fotogrammi di un discorso amoroso”.

Un testo segna la traccia d filosofi, critici e intellettuali e fotografi che sono i riferimenti da sempre dell’autore friulano-parigino.

Affascina e stupisce l’attualità, o meglio l’essere senza tempo delle immagini. Sono state scattate trent’anni fa ma i sorrisi, gli sguardi verso un lontano, le mani e i corpi impegnati in azioni umili della quotidianità o colti in un gesto ironico o festoso, comunicano quell’universalità dello sguardo dell’autore. Ribadendo ancora una volta il suo volere bene agli uomini e alle donne che incontra, esseri importanti in quel momento, con i quali interagire, scambiando una goccia di vita.

 

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