Il FVG riparte dalle sue imprenditrici

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redazione

14 Ottobre 2022
Reading Time: 5 minutes

Talk show a Monfalcone

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Katia Aere, Francesca Bardelli Nonino, Gloria Clama, Luisa Dri, Gaia Comaro. Sono le donne di successo del Friuli Venezia Giulia protagoniste del talk-show “NEXT CNA. Ripartenza, ecosostenibilità e innovazione: storie di donne imprenditrici” organizzato e promosso dall’unione CNA Giovani Imprenditori del Friuli Venezia Giulia.

Cinque personaggi di spicco dell’imprenditoria regionale, intervistate a Marina Lepanto, a Monfalcone, dalla giornalista Roberta Giani. A dar il via alla serata i saluti del presidente regionale CNA Fvg Maurizio Meletti, mentre le conclusioni sono state tratte da Massimiliano Petri, presidente regionale CNA Giovani Imprenditori.

LA STORIA DELLA TESTIMONIAL KATIA AERE

“Dobbiamo sfruttare le nostre potenzialità per fare qualcosa di grande in un mondo che non lascia molto spazio alle donne – ha affermato Katia Aere, atleta vincitrice del bronzo olimpico alle ParaOlimpiadi di Tokio 2021 -. Io ho sovvertito i pronostici: il primo già alla nascita, prematura di due mesi all’inizio degli anni ’70. Dal 1992 al 2002 entro e esco dagli ospedali, finché nel 2003 mi viene diagnostica una malattia autoimmune. Nel giro di poco mi ritrovo in ospedale, incapace di muovermi. Non riconoscevo più me stessa, sentivo di non avere un’identità. Poi ho compreso la mia fortuna, ossia l’essere cresciuta in una famiglia di sportivi. Fin da piccola avevo scelto l’atletica leggera e questo mi aveva forgiato il carattere”.

A 40 anni Aere supera la fobia dell’acqua e impara a nuotare. È il 2012 quando, facendo zapping, s’imbatte in un servizio televisivo su Alex Zanardi, che alle Paralimpiadi di Londra solleva la sua handbike. “L’immagine della vittoria della vita è stata così ispirante da superare il limite. Scelgo allora una società sportiva in Friuli che mi permetta di diventare una atleta agonistica e nel 2014 partecipo ai campionati nazionali, vincendo l’inimmaginabile. Poi succede un’altra cosa – prosegue il racconto Katia -. Ho maturato un pensiero, ossia che le cose sembrano che accadano a caso e invece c’è un disegno; magari difficile da cogliere, ma c’è. Nel 2018 accompagno un’amica giornalista a Maniago, dove si teneva la Coppa del mondo di Paraciclismo. Lì incontro Alex, che mi dice questa frase: “La vita perfetta non è fatta di grandi risultati ma di grandi tentativi”. Qualche giorno dopo torno a Maniago e impugno la mia prima handbike”.

Ed ecco il messaggio prezioso della testimonial della serata. “Vorrei che la mia storia insegnasse a non aver paura di cimentarsi. Spesso siamo noi stessi a lasciarci al palo. Ho buttato tanti anni a pensare a tutto quello che non avrei più potuto fare, finché non ho compreso che la diversità è ovunque, siamo tutti unici. Quando l’ho capito, mi sono riappropriata della mia identità: io posso fare la differenza per me stessa. Dobbiamo tutti ripartire da noi stessi”. 

LE TESTIMONIANZE DELLE IMPRENDITRICI

La frizzante Francesca Bardelli Nonino, rappresentante della sesta generazione della famiglia Nonino, appena insignita del Premio America, ha raccontato come è iniziata la sua carriera di influencer della grappa. “Mi occupavo  della comunicazione della Nonino, viaggiavo moltissimo e vedevo tanta gente a cui raccontavo dal vivo come facciamo la grappa. Con la pandemia, però, mi sono ritrovata in casa, con solo Internet a disposizione. Mi sono inventata allora una masterclass online gratuita, da lì ho preso coraggio e ho cominciato a raccontare sui social la grappa, coinvolgendo dapprima proprio la nonna. “L’influencer della grappa” è nata quindi per caso in un momento molto difficile”. La Nonino è davvero un’azienda di famiglia al femminile: “il mio ufficio è accanto a quello di mamma, sono sempre a pranzo dalla nonna, lavoro sempre con loro e le mie zie. Questa è una fortuna, si respira tanto amore tra di noi e per il nostro lavoro: la grappa è la “quarta figlia” di Giannola e Benito. Era inusuale, quando ero piccola, avere nonna, mamma e zie tutte imprenditrici, ma loro mi hanno insegnato che non conta che tu sia uomo o donna, conta credere nelle tue capacità senza aver paura di osare”.

Gloria Clama, finalista dell’ottava edizione di Masterchef Italia e titolare del ristorante Indiniò, ha raccontato il tortuoso percorso che l’ha portata a raggiungere infine il suo traguardo. “Io non ho completato gli studi. Vedevo che mia figlia iniziava a somigliarmi un po’ troppo e volevo darle un buon motivo per farlo. Lavoravo in fabbrica e mi sembrava di non esser brava a far niente, poi sono andata da una psicologa  e mi ha chiesto: “Quando stai bene?”. E ho risposto: “Quando cucino”. Allora mi sono iscritta a Masterchef e sono arrivata sino in finale. Non avrò vinto Masterchef, ma con il mio ristorante ho avuto la mia vittoria”.

Gaia Comaro, imprenditrice del miele, Sales&export manager di Apicoltura Comaro, prosegue l’attività dell’azienda di famiglia che conta 5 generazioni. “L’apicoltura non è un lavoro prettamente femminile e la mia non è un’impresa facile – ha confessato -. Siamo fortemente attenti all’ambiente, alla sostenibilità e all’innovazione, ma sempre con uno sguardo al passato”. Comaro voleva fare la pilota, ma ritiene “che cambiare obbiettivi, fare perciò più tentativi, non sia un fallimento, perché permette di creare un background di esperienze”.

Luisa Dri, imprenditrice del benessere, alla guida di un centro estetico di eccellenza a Trieste, studiava ingegneria chimica quando ebbe ebbe contatti con il mondo del benessere: fu amore a prima vista. “Portai a termine gli studi parallelamente ai corsi necessari per inserirsi nel settore del benessere. Nel 2005 ho aperto il mio centro con una dipendente. Non è un’azienda… è mio figlio! Il tema che più mi preme è quello della formazione: essere costantemente aggiornata e informata mi ha insegnato a essere una buona imprenditrice, ma anche sostenibilità e innovazione sono fondamentali per stare al passo. Sono anche una mamma, ma  con il “gioco degli incastri” si riesce a fare tutto”. 

LE CONCLUSIONI

Alla domanda di Roberta Giani su quale possa essere, ora, il cambiamento prioritario, le ospiti hanno risposto il multitasking (Comaro), fare squadra (Dri), trasparenza (Nonino), territorio e sostenibilità (Clama). “Le imprenditrici e i giovani imprenditori sono il motore del cambiamento della nostra società – ha chiuso il presidente CNA Giovani Fvg Massimiliano Petri -. Bisogna guardare al futuro e alle nuove generazioni, parlare di nuovi modi di produrre, lavorare, fare impresa. Un’evoluzione in primo luogo culturale, che considera la sostenibilità un’occasione di crescita, la responsabilità sociale d’impresa e la capacità di ripartenza una scelta etica e l’innovazione una vocazione al cambiamento. È necessario correggere al più presto il nostro modello di sviluppo ripensando a un nuovo sistema economico e sociale, incentrato su innovazione e competenze, digitalizzazione e sostenibilità, che stimoli la crescita e riduca le inaccettabili disuguaglianze generate dal sistema attuale. Affinché questa transizione si realizzi è necessario mettere al centro il futuro e i diritti delle nuove generazioni, che devono essere considerati i principali artefici di questo cambiamento”.

 

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