L’enigmista per tutti

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Claudio Pizzin

24 Novembre 2022
Reading Time: 3 minutes

Leonardo Paolo Bolgiani

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Dai cruciverba ai giochi di logica, fino ai sudoku. La mente di Leonardo Paolo Bolgiani, 63enne milanese trapiantato ormai da un paio di decenni in Friuli Venezia Giulia, a Fiumicello Villa Vicentina, è in fermento continuo.

In questa intervista ci spiega com’è riuscito a trasformare la sua passione per l’enigmistica nel proprio mestiere, inventando e reinventandosi ogni giorno, perché l’aggiornamento costante su ogni novità è elemento imprescindibile del suo lavoro.

Quando è nata la passione per l’enigmistica?

«Fin da ragazzino mi dilettavo a risolvere i giochi della “Settimana Enigmistica”, ho cominciato con i più facili, per poi passare man mano a quelli più ostici…»

Risolvere cruciverba è una cosa, idearli un’altra… Quali sono a suo avviso le doti indispensabili per riuscirci?

«Una buona cultura di base, sicuramente, ma soprattutto la passione per questo tipo di passatempo».

Per offrire “giochi” dai contenuti sempre attuali è necessario un aggiornamento costante su tutti i temi dell’attualità. Lei come si tiene aggiornato?

«In televisione non mi perdo alcun notiziario, per essere sempre aggiornato non solo su quanto succede ma anche su ciò di cui verrà a conoscenza il pubblico che dovrà poi risolvere gli enigmi. Internet e i social, poi, sono strumenti indispensabili per conoscere sempre le tendenze più in voga del momento».

Non solo cruciverba, ma anche puzzle e giochi di logica: per queste due tipologie quali capacità sono invece indispensabili?

«Anche qui prevale la passione, insieme al divertimento di creare o risolvere queste differenti tipologie di giochi. Indubbiamente l’attenzione ai dettagli è fondamentale, così come tenere sempre in allenamento la mente, mettendosi ogni volta alla prova».

L’enigmistica ha successo se i fruitori si appassionano. In questi anni, a suo avviso, la capacità di risolvere cruciverba e giochi logici è aumentata o diminuita tra la gente?

«Era sicuramente aumentata durante il lockdown che aveva tenuto a lungo in casa le persone; ultimamente, per quanto ne so, è in calando, perché con la ritrovata “libertà” di muoversi la gente ha riscoperto la voglia di uscire e di divertirsi fuori dalle mura domestiche. Soprattutto i giovani si sono di nuovo allontanati da questo passatempo. E come in tutte le cose, meno tempo si dedica meno risultati si ottengono».

Si occupa anche di Sudoku…

«Mi piacciono molto, tanto che ho realizzato qualche anno fa un libriccino dal titolo “Il Divertimente” (edito da Piemme), con all’interno tanti Sudoku e giochi di logica di varia difficoltà. Ma credo che, pur essendo un ottimo modo per tenere la mente in forma, sia un’altra cosa rispetto alla classica enigmistica».

Oltre a creare tutti questi giochi enigmistici si diletta anche a risolvere quelli proposti da altri?

«Ogni tanto sì, ma il tempo libero è davvero poco e cerco di fare altre cose. Comunque restano i cruciverba i miei giochi preferiti, purché siano risolvibili e non destinati soltanto a menti enciclopediche o premi Nobel, come, purtroppo, qualche autore troppo zelante propone».

Le nuove tecnologie hanno fatto irruzione anche in questo settore, con numerose applicazioni digitali dedicate a giochi enigmistici. Cosa ha comportato tutto ciò sia per l’utenza che per i creativi?

«La tecnologia è un grande aiuto per i creativi (insieme a due cari amici, ho messo a punto un programma che mi aiuta nella realizzazione di cruciverba e puzzle), ma da sola non basta: servono anche fantasia e competenze specifiche e queste le macchine non le danno. Per gli utenti può essere un motivo di interesse in più, ma, secondo me, vedere su carta il proprio “compito” finito con successo dà una soddisfazione che tablet, computer o smartphone non potranno mai pareggiare».

Lei si è trasferito in Friuli Venezia Giulia da Milano una ventina d’anni fa: la passione per l’enigmistica è la stessa in entrambi i posti?

«Faccio lo stesso lavoro di quando andavo in ufficio, ma da casa, e posso gestire meglio i tempi e sì, la passione è sempre la stessa, guai se venisse meno: il lavoro ne risentirebbe e i risultati non sarebbero gli stessi».

Al giorno d’oggi gli appassionati di enigmistica abbracciano tutte le fasce d’età o i giovani sono più difficili da attrarre?

«Credo che la maggior parte dei giovani si diverta in altri modi e, soprattutto, che abbia poca voglia di “pensare”, preferendo purtroppo passatempi più frivoli. Sono sicurante le persone dai 50 anni in su i maggiori utenti di questo settore».

 

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