Ictus, act fast! (Agisci velocemente)

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Annalisa Casarin

15 Maggio 2014
Reading Time: 3 minutes

Riconoscere per prevenire

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L’ictus, dal latino icere, ‘colpire’, ‘percuotere’, è una condizione medica molto seria in cui la circolazione sanguigna che irrora una zona del cervello viene interrotta. Come ogni altro organo, il cervello richiede ossigeno e nutrienti provvisti dal sangue. Se il flusso di sangue viene ridotto o bloccato, le cellule (neuroni) iniziano a morire con una velocità di 320.000 cellule al secondo e 1,9 milioni al minuto.

L’ictus viene anche chiamato Evento Cerebrovascolare Acuto (CVA o stroke, in inglese) ed è caratterizzato dalla comparsa improvvisa di segni o sintomi neurologici focali con una durata superiore a 24 ore. Esistono due tipi di Ictus: nell’80% dei casi è ischemico, ovvero il flusso di sangue è ostruito da un coagulo; nel restante 20% dei casi è emorragico, cioè un vaso la cui parete viene resa debole da aterosclerosi o trauma si rompe e si crea un’emorragia.

Se l’ischemia (mancanza assoluta o parziale di adeguato afflusso di sangue) non produce danni o segni evidenti, potrebbe trattarsi di un infarto cerebrale silente o “ictus silenzioso”, una lesione cerebrale causata probabilmente da un coagulo che interrompe il flusso di sangue nel cervello. È uno dei fattori di rischio per un Ictus futuro perché potrebbe portare a un danno progressivo del cervello dovuto a queste piccole interruzioni di ossigenazione cerebrale (demenza vascolare).

Un altro tipo di evento che avviene con le stesse modalità, ma con durata minore e senza danno cerebrale, è il TIA, o Attacco ischemico Transitorio. A volte definito ‘mini stroke’, il TIA è una sorta di campanello di allarme che qualcosa sta accadendo a livello della circolazione cerebrale, ad esempio la presenza di un coagulo temporaneo che occlude un vaso. Circa un terzo dei pazienti che ha avuto un TIA ha un ictus entro un anno. Risulta evidente che in tutti i casi si parla di emergenza medica: prima il paziente viene trattato adeguatamente in ospedale, minori saranno il danno incorso e le conseguenze neurologiche e fisiche.

Attenzione ai sintomi improvvisi. L’ictus può manifestarsi in diversi modi, ma i segnali più frequenti generalmente sono costituiti dalla comparsa improvvisa di:

– paralisi, ossia perdita di forza degli arti (la mano e il braccio perdono forza, come pure il piede e la gamba);

– perdita della sensibilità e parestesie (formicolio al viso, al braccio e alla gamba, soprattutto se interessano un solo lato del corpo);

– visione annebbiata o perdita della visione da un solo occhio;

– disturbi del linguaggio, che si manifestano come una reale difficoltà nel trovare le parole o difficoltà nel comprendere frasi semplici;

– perdita di equilibrio, cadute improvvise, vertigini e mancanza di coordinazione;

– improvviso, grave e inspiegabile mal di testa con fotofobia (necessità di stare al buio).

Se compare uno di questi sintomi e, soprattutto, se si manifesta all’improvviso, allora è molto probabile che si tratti di ictus ed è quindi fondamentale agire immediatamente.

Ogni sei secondi nel mondo, una persona viene colpita da ictus. Nel nostro Paese si verificano oltre 200 mila casi ogni anno e ben 930 mila persone ne portano le conseguenze invalidanti (dati del 2013). L’ictus è responsabile di più morti ogni anno di quelli attribuiti all’Aids, tubercolosi e malaria messe insieme. In Italia, e in tutto il mondo occidentale, è causa del 10% di tutti i decessi per anno, rappresentando la prima causa d’invalidità e la seconda causa di demenza con perdita dell’autosufficienza.

Sul sito www.aliceitalia.org (Associazione Lotta Ictus Cerebrale) è possibile trovare queste e altre informazioni in modo dettagliato e completo.

 

Legenda:

Nel mondo anglosassone l’uso degli acronimi per ricordare sintomi o azioni è molto comune. Nel caso dell’ictus, l’acronimo FAST viene utilizzato per indicare i segni principali a cui fare attenzione: Facial (faccia), Arms (braccia), Speech (parola), Time (tempo).

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