“Maravee”, l’elogio del corpo

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redazione

27 Ottobre 2014
Reading Time: 2 minutes

Rassegna di Sabrina Zannier

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Il tripudio del corpo plurale, messo in scena dall’arte contemporanea con il festoso trasformismo che pulsa da fotografie, dipinti, video, costumi, performance e tatuaggi, prenderà il via al Castello di Susans di Majano il 31 ottobre alle ore 19 con 6 mostre, 4 eventi inaugurali e 5 incontri. L’inaugurazione ufficiale della tredicesima edizione della rassegna Maravee ideata e diretta da Sabrina Zannier, promette nuove meraviglie sul tema dell’identità, con nomi internazionali come quelli di Cindy Sherman, David Lachapelle, Mustafa Sabbagh e, in anteprima assoluta, l’universo poliedrico di Nicolai Lilin. Autore del romanzo Educazione siberiana, da cui è stato tratto l’omonimo film diretto da Salvatores, sarà presente con una personale che evoca il mondo dei tatuaggi dalla scrittura sfociata nel cinema, dal disegno approdato al tattoo, al design e alla moda.

Ponendo al centro del nuovo Maravee il tema del Corpo inteso come luogo di mutazione identitaria, mediante la ritualità del travestimento, del trucco, del tatuaggio, della performance e della creazione ambientale che sottende il principio della maschera, Maravee Corpus affronta su basi sociologiche e filosofiche la questione del trasformismo con opere di Carolina Amoretti, CianoghaphicSisters (Emanuela Biancuzzi+ Debora Vrizzi), Karin Andersen, Matteo Basilé, Vania Comoretti, Claudia Contin Arlecchino, Marta DellAngelo, Michael Fliri, Zoè Gruni, Daniele Indrigo, Roberto Kusterle, David LaChapelle, Lorena Matic, Giuseppina Maurizzi, Eva Petrič, Alberto Quoco, Mustafa Sabbagh, Cindy Sherman, Debora Vrizzi: con performance di Claudia Contin Arlecchino, Drusilla Foer, Lorenza Franzoni, Rita Maffei, Eva Marangone, Erica Modotti, Martina Tavano e animazioni video degli studenti del Liceo Artistico Sello di Udine.

Proponendo la messa in scena creativa di personaggi diversi che abitano lo stesso individuo, la rassegna promuove la disposizione mentale al cambiamento, quindi la potenzialità di versarsi in ruoli e identità differenti, per suggerire un antidoto alla crisi esistenziale generata dalla crisi economica. Perché la versatilità individuale, la volontà e la capacità di cambiare – opponendosi alla rigida identità monolitica – possono aprire gli scenari di una nuova accoglienza, di un riscatto esistenziale che dall’arte sfocia nel sociale.

Dal corpo individuale quale luogo simbolico e intimo degli anni ’60, siamo passati alla sua estensione socializzata, a una sorta di corpo plurale che si eleva a sistema sociale. Un corpo polimorfo e in divenire, che ripudia ferite e lacerazioni, martiri e sofferenze, se non di piccola entità, finalizzate all’incisione di un segno identitario (tatuaggi), di un trasformismo in atto (vestizione, trucco, postura…), in cui la valenza estetica diviene tramite per l’altro da sé, costrutto di un personaggio.

Un elogio del corpo, quindi, che iperbolizza l’individuo in una dimensione dialogica, dove il principio di alterità e intersoggettività (comprensione dell’altro) si sviluppa nella riabilitazione del rito di passaggio delle società tribali. Per una festa del corpo in cui la collettività prende coscienza della propria immortalità storica attraverso la maschera, che occulta e svela il corpo, lo fa scomparire e rinascere mettendo in scena il ciclo morte/rigenerazione.

Per scoprire tutti gli eventi del progetto Maravee è sufficiente visitare il sito internet ufficiale.

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