Il lavoro delle persone disagiate raccontato in una mostra

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redazione

16 Dicembre 2014
Reading Time: 2 minutes

Trentuno installazioni alla Galleria Tergesteo di Trieste

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A Trieste una nuova mostra di Marisa Ulcigrai, la presidente di Fotografaredonna che già due anni fa aveva stupito con “Femminile reale”, la mostra itinerante sugli autobus della Trieste Trasporti pensata per combattere gli stereotipi della comunicazione sessista: protagoniste erano state dieci donne “normali”, che ritratte nella loro autenticità avevano momentaneamente spazzato via le solite veline ammiccanti.

Questa volta i protagonisti della nuova installazione “Il nostro lavoro raccontato dai nostri sguardi” (aperta fino a giovedì nella Galleria Tergesteo) sono una quindicina di persone in condizioni di disagio seguite dal Servizio integrazione e inserimento lavorativo. Proprio tramite questo servizio, infatti, l’amministrazione comunale elabora percorsi formativi e lavorativi specifici per persone con disabilità o svantaggiate dal punto di vista sociale, familiare ed economico.

Un mostra in qualche modo evocativa di “Hotel 6 Stelle”, la docufiction di Rai3 che ha visto protagonisti sei ragazzi con sindrome di Down impegnati a svolgere il loro tirocinio in un albergo di Roma. In questo caso di tratta di persone che, più semplicemente, vivono una qualche forma di disagio: trentuno pannelli (un metro e settanta ciascuno) li immortalano nei loro posti di lavoro: dai supermercati agli asili nido, dalle aziende agricole alle mense; passando anche per consultori, cooperative e sartorie.

Tramite il percorso fotografico, i protagonisti hanno avuto anche la possibilità di partecipare attivamente, diventando essi stessi fotografi dei loro ambienti di lavoro, alla scoperta di luoghi a volte distrattamente frequentati, in un processo di crescita personale che ha consentito loro non solo di creare nel concreto scatti ed immagini, ma soprattutto di prenderne coscienza valorizzando la propria posizione all’interno del contesto in cui operano quotidianamente.

Nel pieno del suo stile “public art”, così la presidente di Fotografaredonna illustra la sua nuova installazione: «Il progetto è cominciato a marzo e si conclude adesso con questa mostra. Tutti gli scatti sono stati anche raccolti in un catalogo patinato, che ogni cittadino può ritirare gratuitamente al Servizio integrazione e inserimento lavorativo del Comune di Trieste. È stato proprio questo servizio a contattarmi, all’inizio del 2014, per affidarmi un progetto fotografico in grado di dare visibilità a coloro che partecipano sia ai corsi di formazione promossi dall’Anffas, sia al Caffè filosofico coordinato da Maria D’Ambrosio dal Servizio integrazione inserimento lavorativo: si tratta di uno spazio di incontro realizzato in collaborazione con il Liceo Carducci affinché i partecipanti possano scambiarsi e condividere le reciproche esperienze formative e di lavoro».

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