L’arte di Valentinuz per la musica del Seghizzi

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Margherita Reguitti

9 Luglio 2015
Reading Time: 2 minutes

Due mostre allestite a Gorizia

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Dipinge con le pietre e incide racconti su graffiti Enzo Valentinuz di Romans d’Isonzo. Utilizzando materia primigenia e tecniche antiche, trasforma il concetto in opera, il racconto in concretezza visiva, la materia in linguaggio espressivo del pensiero.

Doppio appuntamento espositivo per incontrare la sua arte  originale e contemporanea, a Gorizia: mercoledì 15 luglio alle 18, i suoi graffiti su malte colorate saranno esposti al Caffè Teatro Verdi, mentre sono già visibili  i suoi quadri lapidei nell’esposizione “Dentro la storia”, allestita nella sede galleria “Seghizzi” di corso Verdi 85.

A volte le persone si incontrano apparentemente per caso ma, sotto sotto, sono la forza di pensiero e sensibilità comuni che fanno intersecare strade diverse. Così è accaduto alcune settimane fa per i due maestri Italo Montiglio, presidente dell’Associazione “Seghizzi” e l’artista Enzo Valentinuz. “In rete – afferma il direttore Montiglio – ho visto un suo quadro e ho pensato che dopo oltre 50 anni di grafica sempre uguale era l’opera giusta per diventare il logo della 54esima edizione del Concorso internazionale di canto corale “Seghizzi” in programma a Gorizia e non solo dal 20 al 27 luglio”.

Detto fatto: i protagonisti si incontrano e decidono di allestire anche due mostre. Una ventina le opere esposte fino al 31 agosto nella galleria “Seghizzi”, e altrettante saranno al Caffè Teatro Verdi poco distante. Durante la vernice della prima esposizione Luciano de Gironcoli, pittore-critico d’arte, ha sottolineato come l’artista abbia scelto quale materia espressiva la pietra, materiale che dalla preistoria ha raccontato la creatività artistica e la narrazione degli uomini. Schegge trasformate in un linguaggio espressivo complesso, nel quale pittura, arte musiva e scultura si fondono ed esprimono concetti estetici e formali, utilizzando anche abilità proprie delle arti decorative di alto livello.

Le pietre di Valentinuz, raccolte sul Carso, sono però anche memoria della Grande Guerra e simboleggiano un legame forte e profondo con il territorio e la storia. Il colore con il quale l’artista le dipinge rappresenta, assieme alla composizione formale, l’originale contemporaneità.

Durante l’inaugurazione, alla quale hanno partecipato artisti, giornalisti, operatori culturali e rappresentanti di istituzioni, fra i quali il presidente della Fondazione Carigo Gianluigi Chiozza, è nato un dibattito sul rapporto fra concetto e forma. Italo Montiglio ha sottolineato come le pietre utilizzate, tutte diverse le une delle altre, divengano parte di una composizione rigorosa. Dalla molteplicità di forme dei singoli pezzi l’artista plasma l’opera, domando il caos che diventa razionalità di forme nel lavoro finito.

Nel prossimo appuntamento del 15 luglio Enzo Valentinuz dialogherà con chi scrive raccontando come si realizza un graffito e fornendo i codici per leggere le storie dei tanti personaggi, reali e fantastici, incisi in strati di malte policrome.

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