La crisi aguzza l’ingegno

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Margherita Reguitti

15 Gennaio 2016
Reading Time: 3 minutes

Nuovi mestieri

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In cinese la parola crisi è composta da due caratteri: uno significa pericolo e l’altro opportunità. Cambiano le regole dell’economia e del business e nascono nuove professioni e lavori.

Non solo negozi e fabbriche che chiudono; anche a Gorizia, a ben cercare, ci sono giovani che si mettono in gioco. Un esempio di creatività e conoscenze professionali che si evolvono diventando, anche attraverso il sociale e la rete, mestieri aperti al mondo. Sono le storie di Luigi Paoletti e Giada Princi. Il primo cordista, artigiano edile in quota per interventi in 24 ore, la seconda decoratrice in Italia e all’estero.

Luigi Paoletti, dopo 20 anni di lavoro come muratore specializzato, un giorno ha preso ferie e, invece di andare al mare con la famiglia, ha deciso di frequentare un corso di cordista: una professione nuova. Sono artigiani che fanno interventi edili in quota, lavorando sospesi nel vuoto. Da dipendente è diventato imprenditore, un salto verso l’alto. “In quota” è il nome della società, unica nell’isontino e fra le poche in regione. «Il lavoro c’è – confida – e in due anni ho potuto assumere tre ragazzi, tutti under 25. Con noi lavora anche mio padre, il senior del gruppo. La tempestività di intervento è il nostro biglietto da visita, garantita nelle 24 ore».

Riparazioni di tetti, rifacimento di facciate, pitturazioni, rimozioni di cornicioni pericolanti o l’installazione di apparecchiature: queste sono solo alcune delle attività svolte da questi muratori senza gravità. Con le loro corde e imbragature arrivano ovunque in sicurezza e senza la necessità di allestire impalcature.

«Abbiamo seguito corsi specializzati, investendo in attrezzature e corde, tante corde. Tutti materiali – sottolinea Paoletti – che vengono regolarmente sottoposti a controlli e collaudi rigorosi: da loro dipende la nostra sicurezza». È un lavoro appassionante, per farlo bisogna prima di tutto essere dei bravi muratori, avere senso di avventura abbinato a grande prudenza e attenzione nella preparazione dell’attrezzatura, seguendo costantemente corsi di aggiornamento.

«Il lavoro c’è – confidano – e le soddisfazioni economiche anche. Lavoriamo da Cortina a Trieste e presto ci faremo conoscere anche in Slovenia. Recentemente siamo stati chiamati per un intervento al Sacrario di Oslavia, dove era necessario ridipingere in quota». Un lavoro da niente per loro agili edil jumper, uomini ragno dell’edilizia. Molti clienti li contattano via internet dopo aver visto i video e le foto di come lavorano.

Dai palazzi veneti di Venezia alle residenze sfarzose di Dubai, da Monaco a Forte dei Marni, Giada Princi per conto di una ditta mette a frutto il suo diploma dell’Accademia di Belle Arti di Venezia in pittura, conseguita con voto finale di 109/110, decorando mobili e residenze. Un mestiere antico, visto che anche i grandi maestri del passato di fatto lavoravano per affermare con la loro arte il potere e il prestigio dei principi e papi protettori.

«Lavoro sia su richieste di designer e clienti, sia proponendo decori progettati da me. L’esperienza a Dubai – racconta – è stata interessante. Era nel periodo del Ramadan e mi sono state consegnate delle regole da seguire durante il mio soggiorno: come vestirmi e comportarmi in strada. L’incarico consisteva nel decorare parecchi metri quadrati di interni con motivi naturalistici. Mi sono ispirata a un libro dal quale ho tratto le forme di foglie, fiori e uccelli. Un tripudio di natura nel deserto».

A Gorizia e in regione Giada ha partecipato a mostre personali e collettive e per un periodo ha frequentato l’Atelier di Marco Bernot. Nei suoi progetti la voglia di specializzarsi nella decorazione di facciate, inventando tecniche e strumenti adatti a lavorare in sicurezza e senza essere disturbata dal meteo in esterno. In città ha realizzato un decoro sulla facciata di un edificio in via Giustignani. «Ho lavorato senza impalcature e in futuro vorrei specializzarmi in questa tecnica», conclude.

Due storie che testimoniano: la crisi aguzza l’ingegno.

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