La musica oltre le onde

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redazione

22 Marzo 2016
Reading Time: 2 minutes

Esce “Waves” di Riccardo Chiarion

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A oltre un anno dalla sua registrazione e a pochi mesi dalla prematura scomparsa di John Taylor, esce per Caligola Records “Waves”, il terzo lavoro da leader del chitarrista goriziano Riccardo Chiarion; si tratta di un disco importante, che matura in seno a un proficuo percorso artistico.

Già docente di conservatorio e musicista completo, ma soprattutto solista originale, compositore raffinato e abile arrangiatore, Chiarion crea un album di brani inediti narrativo e lirico, in grado di esprimere con delicatezza le sue idee musicali.

Lui stesso definisce in questi termini il proprio lavoro: «”Waves”: onde, increspature, vortici, riflessi, energie, il tutto tradotto in musica forte, inattesa e, alle volte, di attesa. Piani sovrapposti si allineano e sfasano per perdersi e ritrovarsi in contrappunti melodici e soluzioni armoniche che sorprendono, e galleggiano, si ripetono circolari, e in uno strappo si rigenerano e liberano. “Voce”, strumento umano per eccellenza: unisce e divide le onde creando ponti leggeri e sicuri, là dove la musica genera movimenti imprevisti e dinamici flutti».

Due elementi che diventano un tutt’uno: come in ogni opera che possa dirsi completa, si segue qui una direzione ben precisa. La comprensibilità di “Waves” risiederebbe, dunque – e ancora –, in due qualità: nella levità e, insieme, nella coerenza musicale, che stupiscono sì, e che sono in grado di incantare chi ascolta.

 

Dalla scheda dell’etichetta

Il sestetto di «Waves» opera con una sinergia fluida ed empatica, e le note dei musicisti, Taylor “in primis” (sublime il suo pianoforte in Acquarello), scorrono liberamente come le acque cristalline di un fiume di montagna, ricche ma contenute in argini sicuri. Composizioni lente e riflessive si alternano ad altre prese a tempo medio o ancora più sostenuto. Decisamente riuscita la partenza, con la breve Ogni stella po ‘ncantà capace di trasformarsi in una ben più guizzante Voce. Benché Diana Torto sia presente in tutti i brani, sono solo quattro le canzoni che hanno dei testi; di queste tre portano la firma della cantante, mentre I have lost è tratta da una poesia di Emily Dickinson (Where I have lost, I softer tread).

Chiarion è da oltre un decennio accompagnato da Alessandro Turchet al contrabbasso e Luca Colussi alla batteria, imprescindibili compagni a fianco di tre ospiti che spesso hanno lavorato insieme: sono Taylor, Julian Siegel (particolarmente ispirato il suo sax in Waves e Babele) e la Torto, che anche qui conferma le doti per cui è giustamente famosa. La sua voce è, infatti, il sesto strumento del gruppo e rinnova lo scat. Va infine dato merito a Chiarion d’esser riuscito a render omogeneo e unitario un progetto che poteva rischiare, al contrario, di apparire estemporaneo o legato soltanto alle forti personalità degli ospiti.

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