Nelle scorse settimane, nel corso di un posto di controllo predisposto a Villesse, nei pressi del casello autostradale, i finanzieri della Compagnia di Gorizia hanno intercettato un autoarticolato con a bordo 24.150 kg di pellet, suddiviso in 23 bancali e 1.650 confezioni, integralmente prodotto e imballato in Polonia, ma riportante la falsa attestazione di origine italiana. Le confezioni di pellet, infatti, recavano in modo evidente, peraltro su uno sfondo che richiamava le tinte del tricolore italiano, le seguenti indicazioni: “Pellet italiano al 100% prodotto da legname proveniente dai boschi alpini del basso Piemonte”.
La merce, prodotta da un’azienda con sede in una città situata a 100 km a sud di Varsavia, importata da una società di Torino e da questa a sua volta venduta a un’impresa ubicata in provincia di Cuneo, è stata sottoposta a sequestro dalle fiamme gialle goriziane, unitamente al mezzo che la trasportava. Il legale rappresentante della società torinese, inoltre, è stato denunciato alla locale Autorità Giudiziaria per il reato di falsa indicazione di origine, previsto dall’articolo 4 comma 49 della Legge 350 del 2003 e punito dall’articolo 517 (Vendita di prodotti industriali con segni mendaci) del codice penale, che prevede la pena della reclusione fino a 2 anni e la multa fino a 20.000 euro. La società coinvolta nel traffico di pellet, infine, è stata segnalata per responsabilità amministrativa ai sensi dell’art. 25 bis 1 (Delitti contro l’industria e il commercio) del Decreto Legislativo 231/2001, essendo il suo amministratore autore di una violazione penale che configura la responsabilità dell’ente per gli illeciti dipendenti da reato.
Il sequestro probatorio è stato convalidato dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Gorizia, Andrea Maltomini, a cui l’imprenditore piemontese, di recente, ha formulato, attraverso il proprio legale, istanza di patteggiamento. L’attività di servizio svolta dalla Guardia di Finanza di Gorizia rientra nei controlli sull’origine delle merci importate attraverso i valichi di confine con la Slovenia, finalizzati a tutelare i consumatori e gli operatori economici onesti da coloro che tentano di lucrare, utilizzando in modo fraudolento l’attestazione “Made in Italy”.
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