Udine, consulenze fantasma a 399 imprese agricole a spese della Regione

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redazione

19 Aprile 2018
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Operazione della Guardia di Finanza

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Il meccanismo era ben congegnato, tanto da poter quasi passare inosservato: addebitare alle quasi 400 imprese agricole già clienti, per l’assistenza prestata loro in campo amministrativo, corsi e consulenze inesistenti, chiedendone, poi, il rimborso alla Regione Friuli Venezia Giulia. Ma la Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Udine ha scoperto la truffa, smascherato i responsabili e recuperato il maltolto.

Lo scenario risale al 2006, quando la Regione FVG istituì il S.I.S.S.A.R., il “sistema integrato dei servizi di sviluppo agricolo e rurale”, per finanziare le attività di aggiornamento tecnico, informazione e consulenza specialistica svolte a favore delle imprese agricole, da parte di soggetti qualificati, denominati “erogatori dei servizi”. Per fruire del contributo, gli “erogatori dei servizi” dovevano presentare, ogni anno, i loro progetti alla Regione FVG che li finanziava sino al 95% del costo ammesso, anticipandone l’erogazione sino all’80% del valore. Le indagini, partite inizialmente sulle anomale attività di consulenza prestate da due società, hanno presto incluso altri due enti – poi rivelatisi emanazione dello stesso gruppo criminale – che, negli anni dal 2011 al 2013, hanno predisposto, per i loro ignari clienti –399 aziende agricole (site, in gran parte, nella provincia di Udine, ma anche nel pordenonese e nel goriziano) – documentazione contabile diretta esclusivamente a far figurare lo svolgimento, nei loro confronti, di attività funzionali a ricevere i contributi SISSAR. A margine delle prestazioni ordinariamente ricevute, gli agricoltori ricevevano altre e diverse fatture, contenenti la descrizione di inesistenti servizi di aggiornamento professionale e/o consulenze specialistiche. Le indagini dei Finanzieri friulani hanno ricostruito la frode, orchestrata sin dal 2011 dai tre principali indagati, dottori agronomi professionisti, che avevano costituito le nuove società, oggi investigate, per fornire servizi e consulenze alle imprese agricole già loro clienti.

Grazie alla escussione a sommarie informazioni di 140 persone tra tecnici (dottori agronomi e periti agrari) e “fruitori dei servizi” inseriti nei progetti SISSAR, all’esecuzione di 111 controlli presso le aziende agricole e all’esame approfondito – e specialistico, con militari appositamente formati – dei supporti informatici acquisiti durante le perquisizioni alle società indagate, le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Udine hanno scoperto che le 399 imprese agricole erano state reiteratamente inserite nei vari progetti SISSAR, per un totale di 652 posizioni, “fruitrici” di 781 inesistenti servizi di aggiornamento professionale, informazione e consulenze specialistiche, per 771 dei quali, il 99% dei casi, sono emerse irregolarità, tra cui la falsificazione di registri e firme.

All’esito dell’operazione sono state denunciate, alla Procura della Repubblica di Udine, 6 persone, responsabili a vario titolo di associazione a delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e falso. Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Udine, accogliendo la richiesta del Pubblico Ministero, ha disposto il sequestro preventivo, anche nella forma “per equivalente”, a carico delle persone fisiche e giuridiche indagate, eseguito – per un valore complessivo pari a 350.000 euro – su conti correnti e rapporti finanziari, su un immobile residenziale, ubicato nel comune di Lignano Sabbiadoro, su un immobile adibito a uffici, ubicato nel comune di Pasian di Prato e su quattro terreni, siti nel comune di Udine.

Del fatto sono state informate: la Procura Regionale presso la Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti per il Friuli Venezia Giulia, responsabile per il recupero del conseguente danno erariale, e la Regione Friuli Venezia Giulia che, in attesa di recuperare le somme indebitamente concesse, ha nel frattempo sospeso l’erogazione di ulteriori 88.227,66 euro, già chiesti dal gruppo oggi smantellato. 

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