Archeologia Ferita, da Aquileia omaggio al Vaticano

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redazione

13 Luglio 2018
Reading Time: 3 minutes

Progetto avviato nel 2015

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In occasione della Festa dei SS. Patroni Ermagora e Fortunato l’ambasciatore Antonio Zanardi Landi, presidente della Fondazione Aquileia, ha consegnato ad Aquileia al cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin la prima copia del volume “La storia di Giona. Nei mosaici della Basilica di Aquileia” edito da Umberto Allemandi.

L’opera, dedicata al ciclo musivo della storia di Giona nella basilica di Aquileia, è illustrato dalle fotografie scattate dal maestro Elio Ciol e si pregia dei saggi del cardinal Gianfranco Ravasi e del professor Carlo Ossola, e dei contributi del coordinatore del Tribunale Rabbinico del nord Italia Vittorio Robiati Bendaud, dell’imam di Al Azhar Sheik Ibrahim Reda, e  del direttore della Fondazione Aquileia Cristiano Tiussi.

«Il libro – come dichiara Zanardi Landi nella prefazione – si inserisce nel programma “Archeologia Ferita”, avviato dalla Fondazione Aquileia nel 2015 che si propone di portare ad Aquileia reperti provenienti da musei e siti devastati dal terrorismo fondamentalista con l’obiettivo di far comprendere ai visitatori quanto le civiltà le cui memorie vengono distrutte fossero legate al mondo aquileiese e parte di una più ampia civiltà mediterranea. La Moschea e la Tomba del Profeta Giona – elemento unificante tra i popoli del Mediterraneo e presente nella Bibbia, nei Vangeli di Luca e Matteo e in quattro sure del Corano – sono il primo edificio di culto distrutto dall'Isis e con questo volume vogliamo offrire un contributo di idee e di riflessione sulla gravità dei danni causati al patrimonio dei paesi colpiti ma anche alla nostra identità di mediterranei ed europei».

«La Fondazione Aquileia – prosegue Zanardi Landi – ha due anni e mezzo fa iniziato una serie di mostre che vogliono portare al Museo Archeologico Nazionale di Aquileia opere d’arte e reperti provenienti da siti e da musei devastati dal terrorismo fondamentalista che così duramente ha colpito tanta parte del patrimonio culturale ed artistico del Vicino e del Medio Oriente e dell’Africa Settentrionale.  Le mostre che hanno raccolto opere provenienti dal Museo del Bardo pochi mesi dopo i tragici fatti del 2015, eccezionali reperti achemenidi provenienti da Persepolis e da Tehran e commoventi memorie da Palmira ci hanno aiutato a lanciare dei messaggi di vicinanza nei confronti dei paesi colpiti e ad avviare riflessioni che hanno avuto una buona, ottima eco nel mondo accademico e nei media italiani, europei ed extra europei. Abbiamo dato un nome al progetto: Archeologia Ferita.  E desideriamo che il progetto cresca e contribuisca ad una presa di coscienza sulla gravità dei danni causati al patrimonio dei paesi colpiti, ma anche alla nostra identità di mediterranei e di europei. Nel 2018 il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia è chiuso per restauri e non possiamo tenervi una mostra, ma desideriamo che comunque si continui a parlare di Archeologia Ferita. Ed ecco che ci vengono in aiuto Giona, le fotografie del Maestro Ciol, la disponibilità del Cardinal Ravasi e di Carlo Ossola, la generosità dello Sheikh Ibrahim Reda An Imam di Al Azhar e di Vittorio Robiati Bendaud, Coordinatore del Tribunale Rabbinico del Centro-Nord Italia. Il volume “La Storia di Giona” è dunque una nuova tappa di Archeologia Ferita e vuole portare non solo bellissime immagini, ma anche un messaggio chiaro e netto, che soprattutto si basa sulla scienza e l’autorevolezza di chi ha accettato di offrire un suo contributo di idee e di riflessione».

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