Malformazione prenatale, da Trieste supporto psicologico alle famiglie

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redazione

30 Novembre 2018
Reading Time: 5 minutes

Progetto dell’Associazione Bambini Chirurgici

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La comunicazione di una diagnosi di malformazione a carico del feto in fase prenatale è un evento traumatico per i genitori. Tale trauma comporta la difficoltà ad accettare il gap tra le aspettative di un figlio sano e la realtà. Oltre al fatto che i genitori, prima, e il bambino, poi, devono intraprendere un lungo percorso di cura che implica il coinvolgimento di diverse professionalità e reparti ospedalieri. É intorno a questa consapevolezza, data anche dall'esperienza maturata sul campo, che A.B.C. – Associazione per i Bambini Chirurgici del Burlo onlus assieme all'IRCCS Burlo Garofolo di Trieste ha dato vita al progetto triennale “Supporto psicologico dalla diagnosi prenatale in poi per le famiglie dei bambini chirurgici”.

La finalità del progetto è che il sostegno psicologico faccia parte integrante del percorso di cura per i genitori di quei bambini a cui viene diagnosticata una malformazione affiancando alla famiglia, fin dalla prima ecografia di tale diagnosi, uno psicoterapeuta qualificato che resta poi vicino ai genitori durante tutto il percorso di cura e che si interfaccia con i professionisti coinvolti al fine di dare una risposta coordinata alla famiglie, diventando punto di riferimento costante nell'affrontare i momenti di intensa difficoltà emotiva.

In letteratura viene sottolineato come la condizione esistenziale del bambino nel suo primo periodo di vita sia strettamente legata alle modalità che regolano il rapporto con i genitori e come i primi processi relazionali rivestano un grande significato ai fini dello sviluppo successivo. È quindi importante che vi sia un sostegno, nella prima fase di avvio del processo di accettazione della realtà, che possa aiutare le famiglie a tollerare quello che sta accadendo. L'obiettivo è prevenire futuri disagi causati da un trauma non elaborato, creando inoltre un clima di fiducia reciproca che permetta di affrontare le ansie e i vissuti più dolorosi.

Ma non è tutto, perché l’azione che sarà messa in campo ha come finalità anche quella di favorire la fiducia e l'alleanza terapeutica fra medico e paziente, contribuendo quindi a facilitare il percorso chirurgico e di cura e migliorare la comunicazione della diagnosi tra operatori dell’ospedale e la famiglia. 

Il percorso di supporto per le famiglie si differenzierà a seconda dei momenti: prima, durante e dopo il parto. Durante la gestazione lo psicoterapeuta assisterà all'esame ecografico e a quelli futuri, sarà a fianco dei genitori durante il counselling chirurgico e incontrerà la futura mamma se ricoverata in ostetricia e ginecologia. Se richiesto dalla famiglia, assisterà al cesareo e dopo il parto ci saranno incontri in reparto oltre a quelli dedicati ai soli genitori. Dopo le dimissioni, le famiglie avranno a disposizione la possibilità di fare ulteriori colloqui, oltre al fatto che lo psicoterapeuta sarà presente ai successivi controlli in ospedale e incontrerà i genitori durante gli eventuali ulteriori ricoveri dei bambini.

«Questo progetto ha il valore aggiunto di essere stato ideato anche grazie all’osservazione e all’ascolto dei bisogni delle famiglie a cui stiamo accanto da 13 anni. Crediamo molto in un modello di welfare che, nei giusti ambiti, possa essere partecipato e coinvolga tutti gli attori che ne fanno parte: i beneficiari in primis, l'ospedale e la comunità. E infatti, grazie al lavoro di rete, è stato possibile, non solo pensarlo, ma anche sostenerlo e concretizzarlo. Il sostegno psicologico dalla diagnosi prenatale è stato fortemente voluto da A.B.C. insieme al Burlo e il supporto di Credit-Agricole Friuladria rappresenta non solo un sostegno economico ma anche e soprattutto la concreta vicinanza e attivazione della comunità» sottolinea Giusy Battain, direttrice di A.B.C. Onlus.

Infine, il progetto punta a favorire un processo di accompagnamento trasversale attraverso i reparti e le diverse fasi di cura, rendendo più agevole la fruibilità da parte della famiglia del servizio ospedaliero. La strutturazione di una risposta sarà condivisa all'interno dell'ospedale attraverso un coordinamento fra le diverse professionalità e i vari servizi che svolgono supporto psicologico ai pazienti. Ecco perché la figura dello psicoterapeuta sarà integrata con quella dello staff medico, coinvolgendo le seguenti Strutture del Burlo Garofolo: la S.S. Dipartimentale di Medicina fetale e diagnostica prenatale, la S.S. Dipartimentale Gravidanza a Rischio, la Sala parto, la Degenza Ostetrica, la Terapia Intensiva Neonatale e Neonatologia e la Rianimazione. 

«Ringrazio l’associazione ABC e tutti i dipendenti e le aziende del Gruppo Crédit Agricole Italia – ha dichiarato il direttore generale dell’IRCCS Burlo Garofolo, Gianluigi Scannapieco – per l’impegno con il quale sostengono il nostro ospedale. La qualità dell’assistenza che offriamo non può che aumentare con un servizio di questo tipo: un’unica figura di riferimento che accompagnerà genitori e piccoli pazienti dalla diagnosi prenatale fino alla conclusione del percorso di cura, vivendo ogni fase e ogni passaggio tra le diverse strutture ospedaliere al loro fianco».

A carico di A.B.C. Onlus c'è anche il reperimento dei fondi necessari alla sua realizzazione. A copertura completa del primo anno è intervenuta una donazione dei dipendenti e delle aziende del Gruppo Crédit Agricole Italia che, attraverso il meccanismo del Payroll Giving, hanno raccolto l'importo necessario. Inoltre, una parte di questa donazione sarà destinata al sostegno delle famiglie dei bambini nati con malformazioni già presenti in reparto e ospiti nelle Case A.B.C.

Il progetto Payroll Giving del Gruppo Crédit Agricole Italia, avviato nel 2014, ha visto fin da subito la partecipazione attiva delle aziende del Gruppo, delle organizzazioni sindacali e dei dipendenti, tutti impegnati verso un obiettivo comune con finalità sociale. Alla base un semplice meccanismo: i dipendenti arrotondano all’euro inferiore l’importo della propria busta paga e l’Azienda aggiunge la parte per arrivare al valore dell’euro. In pratica, dipendenti e Azienda insieme donano tanti euro quanti sono i dipendenti che aderiscono al progetto, nel caso del Gruppo Crédit Agricole Italia la quasi totalità. 

«Fin dalla nascita del progetto Payroll Giving si è scelto di devolvere i fondi raccolti ad alcuni dei più importanti ospedali pediatrici esistenti nei territori in cui è presente il Gruppo Crédit Agricole Italia – ha dichiarato il direttore generale di Crédit Agricole FriulAdria, Carlo Piana –. Prima del Burlo sono state sostenute realtà di eccellenza come il Meyer di Firenze, il Gaslini di Genova e il reparto di oncoematologia infantile dell’Ospedale di Padova. Ad oggi, attraverso il Payroll Giving, sono stati raccolti quasi 400 mila euro a livello di Gruppo, di cui circa 66 mila come Crédit Agricole FriulAdria grazie alla sensibilità dei colleghi di Friuli Venezia Giulia e Veneto e una parte significativa di questi ultimi sarà destinata al progetto di A.B.C. Onlus».

Sono intervenuti all'incontro Giusy Battain, Direttrice A.B.C. – Associazione per i Bambini Chirurgici del Burlo onlus, Gianluigi Scannapieco, Direttore Generale IRCCS Burlo Garofolo Trieste, Daniela Codrich, S.C. Chirurgia e Urologia Pediatrica IRCCS Burlo Garofolo Trieste e Tamara Stampalija, Responsabile Medicina fetale e Diagnostica Prenatale e Carlo Piana, Direttore Generale di Crédit Agricole FriulAdria insieme ai rappresentanti dell’azienda e delle organizzazioni sindacali che fanno parte della Commissione paritetica azienda-sindacato per la Responsabilità sociale d’Impresa.

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