Interventi post ictus, Trieste eccellenza in Italia

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redazione

15 Luglio 2019
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Operazioni in crescita

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“Il centesimo intervento di trombectomia meccanica cerebrale, eseguito in questi giorni a Cattinara, ci dà la dimensione dell’eccellenza della sanità triestina nel rispondere alla città e a tutta la regione. E se la casistica è un elemento fondamentale di crescita professionale, all’eccellenza si arriva anche con la collaborazione di tutta la filiera dell’assistenza: dalla rapidità dei soccorsi attivati dall’112, al pronto soccorso, ai neurologi, radiologi diagnosti e interventisti”.

Lo ha dichiarato il vicepresidente della Regione e assessore alla salute Riccardo Riccardi complimentandosi con l’equipe della Struttura Semplice Dipartimentale di Radiologia Interventistica Endovascolare diretta dal dr. Fabio Pozzi Mucelli per il risultato raggiunto in una di quelle patologie tempo-dipendenti per le quali la velocità è vitale.

A Trieste, a partire dai primi mesi del 2016, si è avviato il trattamento endovascolare di rimozione del trombo occludente un’arteria cerebrale, con la cosiddetta procedura di trombectomia meccanica cerebrale.

Diversi studi multicentrici, apparsi in letteratura dal 2014 in poi, dimostravano infatti la superiorità del trattamento endovascolare, rispetto alla sola terapia farmacologica praticata fino a prima.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

È una procedura che va eseguita quanto prima possibile e comunque entro le 6 ore dall’insorgenza dei sintomi e richiede un accurato inquadramento dei pazienti. Questo può essere avviato rapidamente alla procedura di trombectomia meccanica cerebrale una volta inquadrato il problema come ictus ischemico, documentato mediante esami strumentali e dopo aver escluso la presenza di un danno “irreversibile” al tessuto cerebrale.

La sala è sempre operativa in quanto l’equipe, costituita da radiologo interventista, tecnico di radiologia e infermiere professionale, è sempre presente nelle ore diurne e reperibile nelle ore notturne e festive.

L’ intervento è estremamente complesso in quanto l’operatore deve raggiungere rapidamente con i cateteri a sua disposizione il vaso cerebrale ostruito. A questo punto esistono fondamentalmente due sistemi per la rimozione del trombo: uno è costituito dal cosiddetto “stent retriever”, una specie di rete metallica che va espansa all’interno del trombo fino a ingabbiarlo, mentre l’altro sistema è costituito da particolari cateteri molto morbidi e con un ampio lume in grado di avanzare fino ai vasi cerebrali e, una volta giunti in posizione, vengono collegati a una pompa di aspirazione per eliminare il trombo.

Nel centro di Radiologia Interventistica Endovascolare di ASUITs, dall’inizio di tale tipo di attività, con l’aumentare dell’esperienza e l’affinamento dei materiali disponibili, sta aumentando in modo significativo il numero di pazienti che si riesce a trattare e si è passati dai 14 casi trattati nel 2016, ai 37 casi del 2018. Si prevede di superare le 50 procedure annuali nel 2019.

Ogni anno, nel mondo, 15 milioni di persone sono colpite da ictus e circa 6 milioni di queste muoiono. L’ictus è responsabile di più morti ogni anno di quelli causati dall’AIDS, tubercolosi e malaria messi insieme e costituisce la seconda causa di morte a livello mondiale e la terza causa di morte nei paesi del G8, preceduto solo dalle malattie cardiovascolari e dai tumori.

In Italia e in tutto il mondo occidentale l’ictus rappresenta la prima causa d’invalidità e la seconda causa di demenza con perdita dell’autosufficienza. In Italia si verificano circa 200 mila ictus ogni anno e 930 mila persone ne presentano le conseguenze. Per la sua elevata incidenza, l’ictus cerebrale rappresenta un problema assistenziale, riabilitativo e sociale di enormi dimensioni.

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