Una vita per lo sport

imagazine livio nonis

Livio Nonis

16 Agosto 2019
Reading Time: 3 minutes

Caterina Plet

Condividi

Caterina Plet ci riceve sulla porta della sua bellissima casa. La campionessa di sci e di nuoto cammina sorreggendosi con una stampella, fresco ricordo di un infortunio patito in allenamento: uno sci è andato di traverso e il ginocchio ha avuto la peggio, precludendole una stagione iniziata sotto i migliori auspici.

Nata ad Aiello del Friuli il 18 febbraio 1982, a Caterina dopo qualche mese è stata diagnosticata una disabilità intellettiva relazionale. Ma nonostante la diagnosi, papà Gerardo e mamma Laura non si sono persi d’animo. Non le hanno fatto mancare nulla, sorretti anche dall’arrivo dei nuovi frugoletti Sara, Stefania e Pietro. Caterina ha frequentato le scuole elementari alla “Nostra Famiglia” a Pasian di Prato, dove si è anche avvicinata allo sport, divenuto in seguito un fattore molto importante nella sua vita.

Dopo aver frequentato le scuole medie a Cervignano del Friuli, successivamente ha conseguito il certificato di frequenza in segretaria d’azienda al Mattei di Palmanova. Finiti gli studi sono iniziate per Caterina le prime esperienze nelle discipline sportive, grazie all’avvicinamento alla FAI Sport, guidata dal presidente Giorgio Zammarchi che, intuendo le sue attitudini, l’ha indirizzata alla pratica del nuoto. Ma dal momento che i suoi genitori avevano una casetta a Sappada e spesso passavano le giornate sulla neve, si è appassionata anche allo sci, iniziando a praticare le specialità alpine. Tra una prova e l’altra sono emerse le sue capacità competitive, fino a maturare la decisione di provare a gareggiare… E i risultati sono stati subito ottimi, anche grazie all’allenamento con un preparatore individuale abilitato per atleti con difficoltà. Un lavoro prezioso che non  ha tardato a dare i propri frutti, come dimostrato dalla prima vittoria ai Campionati italiani nello slalom speciale e dalla conquista della prima medaglia d’oro nel 2007 sul Monte Cimone.

Un’escalation che da quel momento non si è più fermata. Moltissimi i titoli nazionali conquistati, ma soprattutto tante partecipazioni ai Campionati mondiali, a iniziare da quelli del 2010 al Sestiere, dove ha conquistato un sudatissimo ma meritato bronzo, preceduta da un’atleta giapponese e da una australiana. L’anno successivo, sul Passo del Tonale, due bronzi, nello slalom speciale e nello slalom gigante. Ha partecipato anche ai mondiali in Francia (Lans-en-Vercors), in Turchia e in Svezia, sfiorando più volte il podio. Nel 2018 è entrata a far parte dello Special Olympics, associazione fondata da Eunice Kennedy Shriver negli Usa nel 1968, che propone e organizza allenamenti ed eventi per persone con disabilità intellettiva e per ogni livello di abilità, predisponendo un programma internazionale di allenamento sportivo e competizioni atletiche per 2.500.000 atleti. Nel mondo sono 180 i Paesi che adottano il programma Special Olympics, più di tre milioni di membri di famiglie e un milione di volontari aiutano a realizzare ogni anno circa 23.000 grandi eventi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Caterina si è fatta subito notare vincendo due gare. Purtroppo quest’anno proprio dopo una vittoria è arrivato l’infortunio al ginocchio che l’ha fermata. Il suo rientro sarà graduale, ma a novembre si spera possa nuovamente essere abile per le gare.

Il nuoto è una sua altra passione, anche se dopo aver conquistato qualche titolo italiano si è fermata partecipando soltanto a gare regionali. Chiediamo al papà Gerardo, conosciuto da tutti come Gerri Plet, cosa fa Caterina quando non gareggia: «Ha lavorato nell’Ufficio Invalidi di Palmanova per poi entrare con una Borsa Lavoro in segreteria del Comune di Aiello del Friuli e rimanervi per 10 anni. Dallo scorso primo gennaio, non essendole stato rinnovato il contratto, sta a casa: aiuta la mamma nei lavori domestici, anche se spero che rientri al più presto nel mondo del lavoro, poiché Caterina ha bisogno di stare con la gente e interagire con tutti».

Grazie all’esperienza vissuta con sua figlia, Gerri Plet ha potuto aiutare anche altre persone: «L’esperienza con Caterina mi ha permesso di incontrare maestri di sci che stanno per avere anche l’abilitazione per le persone disabili, spiegando loro come si vive con lei: in questo modo è possibile fornire un grande input per ricercare il modo corretto per approcciarsi a questi ragazzi, per far vivere loro in modo positivo e attivo la propria disabilità. Una cosa che faccio con immensa gioia, assieme a persone di grande responsabilità e umanità».

Visited 1 times, 1 visit(s) today
Condividi