Narratrice di storie

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Francesca Ghezzani

27 Maggio 2020
Reading Time: 3 minutes

Manuela Chiarottino

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Manuela Chiarottino potrebbe essere definita come “la scrittrice che ama il genere rosa ma che sta conquistando anche l’universo maschile” per i messaggi universali e gli spunti di riflessione che regala con i suoi libri.

Vincitrice del concorso Verbania for Women 2019 e del premio Fondazione Marazza per la narrativa per l'infanzia, dimostra di saper saltare da un genere all’altro senza difficoltà, tanto da aver pubblicato nell’arco di poco più di due mesi ben tre opere.

Manuela, lascio a te l’onore di svelarne i titoli e accennarcene, rispettivamente, la storia.

“Sono tre storie che a loro modo parlano di sentimenti, ma completamente diverse tra loro. Fiori di loto affronta il tema del dolore e della resilienza, attraverso la storia di due donne, ma lasciando un messaggio di speranza rivolto a tutti. Tesoro d’Irlanda è un romanzo di evasione, che parla d’amore e vi trasporterà nella verde isola. Un viaggio non solo fisico per Eileen, la protagonista, ma anche un percorso a ritroso nel proprio passato, per riappropriarsi delle proprie origini e chiudere vecchie ferite. Scoprirete la magia del piccolo popolo e le sue suggestioni. La nostra isola invece si basa su un fatto storico, il confino inflitto agli omosessuali nell’isola di San Domino poco prima dello scoppio in Italia della Seconda guerra mondiale. Una storia d’amore, ma soprattutto una storia per far riflettere sul valore della tolleranza e della libertà”.

Come si fa a livello mentale e stilistico a cambiare così frequentemente genere?

“Io mi sento una raccontatrice di storie e le storie possono essere molto diverse tra loro. Per ora ho sempre seguito l’urgenza che nasce dentro di me, senza preoccuparmi del genere. Sicuramente in ogni mia storia ci sono sempre gli stessi valori, come la verità, l’amore, la speranza”.

C’è un minimo comune denominatore tra i tre libri o sono del tutto a sé stanti?

“In tutti e tre i romanzi i protagonisti fanno un percorso interiore dove acquistano una nuova consapevolezza di sé e dei propri sentimenti”.

I messaggi universali al lettore di cui ho parlato nella premessa quali sono in queste opere?

“In Fiori di loto prevale l’idea che ognuno di noi possa trovare la forza dentro di sé e porta un messaggio di speranza e di riflessione sul condizionamento del corpo femminile. Tesoro d’Irlanda parla d’amore ma anche dell’importanza delle proprie origini e di come bisogna far pace col proprio passato. La nostra isola parla di libertà”.

Riesci a calarti più facilmente nei panni dei personaggi femminili o in quelli maschili?

“Credo di calarmi meglio in quelle femminili, per ovvi motivi, ma mi piace scrivere anche al maschile. La prima volta ero dubbiosa, ma il curatore della collana, uomo, lesse la mia storia e mi disse che si era immedesimato nel protagonista e dopo di lui ho avuto dei lettori uomini che mi hanno scritto di essersi rispecchiati nelle mie storie, dandomi la fiducia di poter continuare”.

I libri, come i figli, sono creature che dovrebbero essere amate tutte allo stesso modo e in egual misura o, in cuor tuo, c’è un’opera che ti è particolarmente cara?

Sicuramente in assoluto il primo romanzo pubblicato con Rizzoli, Ancora prima di incontrarti, perché fu per me un’iniezione di fiducia che mi ha portato a continuare questo percorso. Tra questi ultimi romanzi non riesco a scegliere, sono i piccoli appena nati, ma posso dire che Fiori di loto mi è caro perché aiuta concretamente, devolvendo parte del ricavato al progetto Donne per le donne”.

Infine, nella tua carriera di scrittrice c’è ancora una storia che ti bussa dentro a cui non hai ancora dato vita?

“In effetti sì, ma è una storia a cui sto già lavorando, molto diversa dalle altre, e che spero possa vedere la luce, anche se, proprio per il suo genere particolare, dovrò aspettare la casa editrice giusta”.

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