Il festival urbano invade Gradisca

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redazione

1 Settembre 2020
Reading Time: 7 minutes

Dal 3 al 7 settembre

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Per l’edizione 2020, il festival urbano multimediale InVisible Cities invaderà il centro di Gradisca d’Isonzo con più di 25 eventi, in cui teatro, performance, danza e musica si contamineranno con i linguaggi multimediali e le nuove tecnologie.

Dal 3 al 7 settembre: cinque giorni, sette diversi luoghi, più di 40 artisti ospitati per un programma che propone spettacoli a cielo aperto, percorsi in cuffia, performance in cui il pubblico sarà protagonista, installazioni interattive che inviteranno i passanti a raccontarsi e a partecipare.

I direttori artistici Alessandro Cattunar, Giulia Birriolo e Andrea Colbacchini ribadiscono la filosofia che li ha guidati nella programmazione: «Il Festival – nonostante le difficoltà legate all’emergenza Covid – non rinuncia a esplorare e reinventare gli spazi urbani, le piazze, i giardini, portando i linguaggi del contemporaneo e la sperimentazione a contatto con il grande pubblico, nella consapevolezza che teatro, danza e musica di ricerca non debbano essere proposte solo di nicchia».

Un festival possibile anche grazie alle reti che è riuscito a costruire, sia a livello locale che nazionale. InVisible Cities infatti condivide quest’anno un percorso artistico e organizzativo con Intersezioni composta anche da Contaminazioni Digitali, Areadanza, Art tal Ort, Terminal e Microfestival.

A livello nazionale, il festival ha intrapreso, ormai da diversi anni, una collaborazione con importanti rassegne dedicate al contemporaneo (Pergine, Periferico, Zona K, Terni, Giardino delle Esperidi) selezionando congiuntamente una nuova produzione urbana da far circuitare. Quest’anno il progetto selezionato è “Radio Olimpia, Bomba libera tutt!” (il 4 dalle 17.30 e il 5 dalle 22; in Via Ciotti, in Sala Bergamas in caso di maltempo) del collettivo MMM: una performance che coinvolgerà il pubblico in un’inedita forma di olimpiade performativa contemporanea. Tutti i giochi saranno ispirati ad azioni di artisti noti e meno noti: un modo originale e divertente per avvicinarsi all’arte contemporanea.

Due i focus di quest’anno. Il primo a essere esplorato attraverso i linguaggi del teatro, della danza, del video, della musica classica ed elettronica sarà quello delle “Identità di confine”. L’identità è, oggi come in passato, determinante per le scelte individuali e collettive: il festival esplorerà, da un lato, le dinamiche identitarie in diverse zone di confine, sia geografiche che mentali, e, dall’altro, i confini che segnano le identità nazionali, di genere e generazionali. Il secondo focus del festival sarà dedicato ai rapporti tra arti e scienze in collaborazione con la rassegna “ARS. Arti Relazioni Scienze” e “Science in the City Festival” (Esof 2020).

Ad aprire la rassegna ci penserà “Gradisca Memory Experience” (il 3, 4, 5 dalle 17 alle 21; il 6 e 7 dalle 16.30 alle 20; partenza ogni 5’ da Piazza Unità, portici del teatro comunale) un percorso multimediale per un singolo spettatore che, munito di cuffie e tablet, sarà “accompagna” in una passeggiata attraverso la storia e le memorie della città attraverso una narrazione poetica e coinvolgente.

Sempre in piazza Unità, il pubblico troverà il piccolo furgoncino con cui l’attrice Serena di Blasio ha attraversato l’Europa orientale per 3600 km, in 33 giorni, muovendosi su strade secondarie e con una cartina geografica al posto del gps, alla ricerca di una modalità antica di incontrare persone e storie. Durante il Festival il furgoncino ospiterà “Caravan Stories” (il 3 e 4 dalle 17.30 alle 20), una performance teatrale per un singolo spettatore il quale potrà scegliere tra i 13 racconti proposti, della durata di 5/10 minuti. Il 5 e il 6 alle 21 e alle 22.30, in Cortile Palazzo Torriani, le storie verranno proposte a gruppi di sei, in una performance collettiva.

Il festival inaugura gli appuntamenti serali sul palcoscenico allestito nel parco del Castello con la prova aperta della lezione-spettacolo multimediale “Storia di una linea bianca” (il 3 settembre alle 21, al teatro comunale in caso di maltempo), che vedrà Alessandro Cattunar e Natalie Fella accompagnati dalla musica dei Minimal Klezmer in un percorso storico-teatrale che narra la vicenda della linea bianca tracciata il 15 settembre 1947 che ha diviso in due Gorizia. Un’occasione per spiegare la difficoltà di scegliere tra identità in conflitto, rinunciando comunque a una parte di sé.

#nuovipoveri sarà invece un’indagine intorno alla percezione dei concetti di ricchezza e povertà sviluppata con gli strumenti del teatro e della video-arte (il 4 dalle 21.15, al parco del Castello, via Ulderico della Torre, al Teatro comunale in caso di maltempo). Una performance, quella proposta dai milanesi Guinea Pigs, che porterà a guardare in faccia la nuova povertà, una condizione, sociale e psicologica, legata al senso di inadeguatezza che si trasforma nell’amara sensazione di essere rimasti indietro o di essere stati esclusi dalla “festa” a cui altre persone, invece, sono ammesse.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In “Generazione gLocale” (il 3 e il 4 dalle 19 al Parco della spianata, piazza Libertà), spettacolo interattivo con l’uso di cuffie audio Wi-Fi, gli spettatori-cittadini saranno parte attiva. Il format, dopo la prima versione realizzata a Milano, vede la sua presenza in diverse città coinvolgendo gli adolescenti nella creazione di drammaturgie locali dedicate al confronto tra generazioni. Durante i laboratori i ragazzi hanno costruito l’identikit di una tribù gLocale. Le storie diventeranno adesso esperienza collettiva. Gli attori e gli spettatori saranno entrambi protagonisti. La prenotazione è consigliata su www.invisiblecities.eu.

 

Il 5 settembre, alle 20.30, è in programma l’appuntamento di punta della rassegna, organizzato in collaborazione con Piccolo Opera Festival: si tratta del concerto-spettacolo multimediale “Jeux”. A salire sul palco del teatro comunale sarà uno dei più autorevoli pianisti del nostro tempo, Giovanni Bellucci. Attraverso una proiezione digitale, le sue mani si muoveranno nello spazio e renderanno visibile la musica allo spettatore sotto un nuovo punto di vista. Saranno le mani a impadronirsi del centro della scena e a ispirare non soltanto la realizzazione di una coreografia di Eugénie Andrin, ma anche a permettere l’espressione di quell’affascinante coreografia insita nel gesto pianistico dettato dalla partitura musicale. Prenotazione consigliata su booking@piccolofestival.org o via WhatsApp: 3664218001.

Nuovamente musica con “Chaos” (il 6 alle 18.30 al teatro comunale). Il concerto porterà una collisione di generi e stili, tra strumenti acustici ed elettronica, sperimentazione e classicità, musica scritta e improvvisazione. L’ensemble cantierezero e il duo Nimikry – musicisti classici, impegnati anche nella scena contemporanea e sperimentale – hanno realizzato uno spiazzante e vertiginoso percorso in cui presenze sonore apparentemente incompatibili troveranno sorprendenti modalità di dialogo e coesistenza.

Il festival sarà anche l’occasione per “Spazi di relazione” (il 5 dalle 10 alle 12.30; al Cortile di palazzo Torriani, via Bergamas 32, in Sala Bergamas in caso di maltempo) una tavola rotonda internazionale in occasione della quale curatori e professionisti di diversi festival urbani avranno modo di confrontarsi sul coinvolgimento delle comunità, sull’utilizzo di strumenti multimediali, sull’individuazione di spazi urbani come luoghi performativi, considerandoli come elementi fondamentali che caratterizzano oggi la programmazione di festival e stagioni artistiche che sempre più rendono lo spettatore, attore. Il workshop, curato da Andrea Ciommiento, vedrà anche la partecipazione di artisti e curatori olandesi grazie al sostegno dell’Ambasciata e del Consolato Generale dei Paesi Bassi.

“In lotta con la realtà” (il 3, 4 e 5 dalle 18 alle 23; il 6 alle 21), terza tappa di Identità in transito, è invece un’installazione interattiva e sonora situata nello spazio di passaggio di piazza Unità, in particolare all’altezza dei portici davanti al teatro. I visitatori entreranno in uno spazio pubblico, e lo trasformeranno, attraverso le parole, in uno spazio di narrazione, lasciando una traccia sonora delle loro identità in transito. Ogni spettatore sarà invitato a seguire un percorso per interagire con l’installazione: potrà ascoltare un messaggio per, poi, prendere parola e rispondere con un ricordo, un’esperienza, una storia personale o collettiva. Sarà l’installazione stessa a riprodurre i contributi anonimi dei visitatori, ad amplificarli perché diventino contenuti di riflessione per la comunità.

Domenica 6 settembre alle 10.30 e alle 14, grazie al sostegno dell’Ambasciata e del Consolato Generale dei Paesi Bassi, gli artisti olandesi Adri Schokker e Anna Trapenciere proporranno il workshop “Tree D scanning”. Si tratta di un’esperienza di esplorazione e mappatura tridimensionale di alberi, boschi e foreste che si è sviluppata in diverse parti d’Europa e che condurrà il pubblico di Gradisca in una passeggiata in mezzo alla natura associata alla realizzazione e presentazione di contenuti immersivi in realtà virtuale.

In quanto alla danza contemporanea si comincerà con quella urbana di “Noi siamo il Tricheco…” (il 5 dalle 18; largo Porta Nuova), primo capitolo di una trilogia sulla musica della contestazione realizzato dalla Compagnia Arearea. L’intenzione è quella di rivisitare il fenomeno del movimento giovanile che a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 ha prodotto cambiamenti radicali nel costume, dalla musica al cinema all’abbigliamento, nei rapporti sociali e interpersonali, in quelli tra padri e figli. Lo spettacolo (coreografia Roberto Cocconi) indagherà il fenomeno della psichedelia nella musica rock degli anni ’60 e di come questa abbia influenzato e accompagnato le esistenze dei giovani dell’epoca. Il 7 settembre, alle 19, in sala Bergamas, è in programma “D.A.K.I.N.I. SUIT(E)”, una performance di danza interattiva che prevede l’utilizzo di una tuta motion capture. La corrispondenza tra l’esperienza del corpo e la sua proiezione virtuale è al centro delle animazioni 3D dell’opera. La tuta, seconda pelle della performer, permette al corpo reale di dialogare col corpo virtuale e di creare nuove identità digitali fuori dai binari prestabiliti.

In/Visible cities si concluderà con “Reduplicants” (il 7 alle 20, al Teatro comunale), uno spettacolo di danza interattiva e aumentata e di spazio immersivo per un “viaggio nel tempo”. Una performance interattiva e un’installazione audio-visiva ispirata dal Cono Luce, rappresentazione grafica dello spazio-tempo del matematico Minkowski. Kaartik seguirà una partitura sonora per reagire alla propria azione passata e sarà in grado così di prevedere quella futura.

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