Da Trieste si snoda il filo della solidarietà

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redazione

27 Novembre 2020
Reading Time: 3 minutes

Progetto “La Borsa che Dona”

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Da preziose stoffe e foulard inutilizzati, donati da numerosi benefattori tra cui la milanese Maison Curiel (fondata a Trieste alla fine dell’Ottocento dalla capostipite Ortensia poi traferitasi nella capitale meneghina), sapienti mani artigiane di un gruppo di volontarie guidate da Anna Soldano hanno realizzato una gamma di borse, principalmente rivolte alla donna, ma alcune adatte anche all’utilizzo maschile, dal nome La Borsa che Dona.

Una storia di solidarietà tutta al femminile, ideata e promossa a Trieste dall’Associazione Goffredo de Banfield, la onlus – oggi rappresentata nella conferenza stampa di presentazione del progetto dalla vicepresidente Teresa Squarcina – che da più di trent’anni si occupa di assistenza e cura delle persone anziane fragili, o affetti da Alzheimer, e delle loro famiglie.

La genesi di questa borsa è tutta legata alla solidarietà e al dono. É il risultato della decisione di tante persone di dar vita, attraverso il dono, a un progetto solidale a favore della vecchiaia vulnerabile. Tutto è cominciato con un riconoscimento, il “Premio della Bontà Hazel Marie Cole”, che ogni anno viene assegnato a chi compie particolari atti di generosità nei confronti delle persone meno fortunate della città di Trieste. Ad aggiudicarselo nel 2019 è stato il gruppo di volontarie dell’emporio della Solidarietà della onlus de Banfield che da oltre vent’anni supporta con costanza e impegno le attività dell’Associazione raccogliendo fondi con oggetti di stoffa, decorazioni e idee regalo fatte a mano.

La somma di denaro ricevuta con questo premio e la decisione delle volontarie di utilizzarla per acquistare “ago e filo” necessari a creare questo progetto, a cui hanno donato il loro tempo e la loro sapienza, che è proseguito con il dono da parte di tanti amici benefattori della onlus di foulard di pregio e tessuti di seta rimasti inutilizzati in un cassetto. Le stoffe sono state generosamente regalate per essere riutilizzate, affinché acquistassero una nuova, buona vita.

Tra i donatori che hanno creduto al progetto ci sono, come detto, Raffaella e Gigliola Curiel, della Maison Curiel (anch’essa una storia tutta al femminile), che hanno inviato alcuni bellissimi tessuti. Arrivate nelle sapienti mani delle volontarie, le stoffe sono state misurate, tagliate, cucite. Ore di tempo e passione le hanno trasformate in esclusive borse fatte a mano.

La serie di borse realizzate per l’iniziativa – 146 in tutto, una diversa dall’altra – tutte denominate “La Borsa che Dona”, fatta di oggetti artigianali unici che legano la tradizione alla sostenibilità per uno scopo solidale, sarà resa disponibile online a partire da martedì 1^ dicembre, in occasione della Giornata Mondiale del Dono, fino ad esaurimento sul sito della onlus sarà eventualmente possibile vederle presso la sede di via di Casa Viola in via Filizi, solo su appuntamento nel rispetto di tutte le normative vigenti in materia di Covid.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ad accompagnare il progetto tre volti noti della scena triestina, e non solo: l’attrice Ariella Reggio, protagonista del palcoscenico così come nota per le partecipazioni a fiction tv e film; Barbara Franchin, ideatrice di ITS – il contest internazionale di moda “International Talent Support” che si svolge ogni anno a Trieste – e il presidente della regata velica triestina “Barcolana” Mitja Gialuz. Tutti e tre hanno deciso di sostenere il progetto donando il loro tempo e “mettendoci la faccia”: a ritrarli in una serie di foto dove indossano la Borsa che Dona, la fotografa Lisa Zachettin che ha donato all’iniziativa il suo talento.

Ognuna delle borse si tradurrà in visite a domicilio delle infermiere e delle operatrici sanitarie della onlus alle persone anziane fragili permettendo loro di essere accuditi in modo protetto a casa propria.

Sul sito della De Banfield sono spiegate le modalità di adesione e acquisto delle Borse e relativo impiego dei proventi.

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