Riconversione “multicanale” per Udine e Gorizia Fiere

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redazione

20 Gennaio 2021
Reading Time: 3 minutes

Annunciata da Gomiero e Da Pozzo

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L’emergenza Covid con lo stop agli eventi, ha spinto Udine e Gorizia Fiere ad avviare una nuova fase che possa ridare linfa a una struttura centrale per l’economia regionale.

A delineare le strategie per il futuro dell’ente fieristico, in conferenza stampa, sono stati l’amministratore unico di Udine e Gorizia Fiere, Lucio Gomiero, e Giovanni Da Pozzo, presidente Camera di Commercio Pn-Ud, socio di riferimento della Fiera.

«Siamo da tempo consapevoli – ha esordito Da Pozzo – che per il mondo delle fiere, in tutto il mondo e così da noi, la situazione sarà sempre più complicata, così come siamo convinti che un unico ente fieristico, pur con le sue articolazioni territoriali, sia più che sufficiente in una regione piccola come la nostra. Per questo, da un lato abbiamo voluto avviare una sinergia che abbiamo anche formalizzato in un documento congiunto con l’ente fieristico pordenonese, per agire in modo armonico e coordinato, ma abbiamo, dall’altro lato, anche messo in cantiere le prime iniziative della fondamentale riconversione delle strutture».

Una riconversione destinata a essere multicanale e multifunzione per l’area, data la grandezza degli spazi della Fiera, che la rendono ideale per diverse attività, potendo garantire distanziamento sociale e una posizione strategica all’uscita dell’autostrada e all’ingresso della città.

«In futuro – ha aggiunto Da Pozzo – il core business della fiera sarà concentrato sugli eventi centrali, utili al territorio, eventi in cui le nostre imprese si riconoscano e a cui aderiscano. Ma è sulla riconversione che dobbiamo puntare per un nuovo sviluppo».

 «Abbiamo delineato una strategia – ha spiegato Gomiero – che evidenzia i tre business su cui si sono concentrate nel 2020 e si concentreranno le azioni nel prossimo triennio: innanzitutto la gestione, razionalizzazione e digitalizzazione delle fiere dirette e indirette, quindi la gestione e lo sviluppo congressuale e di altri eventi nostri e di terzi, con relativo affitto temporaneo di spazi e quindi la riconversione, con parte di aree e strutture che saranno di conseguenza destinate a nuove funzionalità, in coerenza con la mission complessiva». 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per ognuna di queste tre direttrici saranno utilizzate risorse umane, di struttura ed economiche diverse, in quanto le modalità e le tempistiche di questi tre business sono tra loro differenti. In particolare, la prima attività – quella più consueta, l’organizzazione fieristica – prevede «il consolidamento degli appuntamenti più caratterizzanti, nonché sviluppi e miglioramenti in accordo con Pordenone Fiere, con cui abbiamo raggiunto una prima intesa lo scorso 19 novembre e per la cui attuazione siamo già al lavoro da inizio anno», ha aggiunto Gomiero.

Promettenti, secondo l’amministratore unico della Fiera, «i primi risultati della riconversione e gestione a diverse funzionalità di parte del quartiere fieristico, laddove vi erano spazi in passato a bassa utilizzazione. Abbiamo infatti avviato un progetto di “Artigianato Digitale e Formazione 4.0” nel padiglione 1 e stiamo lavorando per realizzare un “Campus scolastico” nei padiglioni 2, 3 e 4, insieme con la Regione e le Istituzioni locali».

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