I cartamodelli delle Orsoline rivivono a Gorizia

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Margherita Reguitti

16 Febbraio 2021
Reading Time: 3 minutes

Grazie all’iniziativa dell’Erpac

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Sono stati consegnati alle sapienti mani dei restauratori del Centro Studi e Restauro di via Rabatta a Gorizia i 450 cartamodelli ceduti dal convento cittadino delle suore Orsoline all’Erpac (Ente Regionale Patrimonio Culturale), per il loro inserimento nelle collezioni dei Musei Provinciali di Gorizia.

Nel laboratorio goriziano, unico in regione e fra i pochi in Italia in grado di restaurare materiali cartacei di grandi dimensioni, come mappe e libri antichi, incunaboli e rarissime pubblicazioni, verranno sottoposti a una prima indagine per verificarne le reali condizioni di conservazione.

Condizione di conservazione e caratteristiche

“Da una prima ricognizione – spiega Adriano Macchitella che, assieme a Caterina Longo e Loredana Soranzio, cura l’intervento – pare che i disegni siano in discreto, se non buono, stato di conservazione, salvo alcuni pezzi più deteriorati. Si procederà dunque alla spolveratura e pulitura a secco, riordino e inserimento in apposite cartelle. Ove necessario verranno eseguiti dei piccoli interventi di consolidamento, nel caso ad esempio l’inchiostro abbia perforato la carta. Se sgualciti e mal piegati saranno sottoposti a un procedimento di spianamento”.

Sono tutte carte, dalle più grandi di 1,70 m. per 2,30 m., alle più piccole di pochi centimetri, che sono state usate per realizzare ricami in fili di cotone, seta o materiali preziosi come oro e argento oppure per raffinati ricami. Prova dell’effettivo utilizzo, secondo la tecnica dello spolvero applicata anche nella realizzazione di affreschi, il ritrovamento di pigmenti.

Ieri e oggi

Raffinati motivi floreali, soggetti sacri ma anche temi mitologici e storici. La bellezza e raffinatezza delle arti applicate del ricamo e del pizzo che le madri Orsoline di Gorizia praticavano e insegnavano alle fanciulle della città e del contado riemergono dal passato.

“L’acquisizione di questo importante fondo, riemerso dopo il riordino realizzato dalle religiose prima di lasciare il complesso – spiega Raffaella Sgubin direttrice del Servizio Musei e Archivi Storici dell’ERPAC –, andrà ad arricchire le collezioni già presenti nei Musei”. Un patrimonio di grande importanza storico artistica che, grazie alla cura nella conservazione delle monache, ha attraversato i secoli, dal ‘700 fino alla prima metà del ‘900.

​​​​​​​Come venivano utilizzati

I modelli disegnati su carte di tipologie diverse, dalle più antiche fatte a mano alle più recenti in carta velina, ripropongono moduli di ghirlande fiorite di piccolissime dimensioni, destinate a essere riprodotte con la tecnica dello spolvero su tele anche di grandi dimensioni. Il disegno, tracciato a matita o penna, veniva bucherellato, spolverato con pigmenti direttamente sulla tela, cotone, lino o seta, a comporre motivi leggiadri e vari. In alcuni casi le carte riproducono soggetti religiosi di grandi dimensioni, come le Nozze di Cana, oppure scene di riferimento storico con protagonisti personaggi come la regina Cleopatra o ancora soggetti tratti dalla Bibbia come nel caso di Giuditta e Oloferne. Temi misti che fanno supporre che la committenza dei preziosi pizzi e ricami non fosse solo religiosa ma anche laica. Corredi per case importanti, doti per matrimoni aristocratici e delle classi più abbienti.

Un’eccellenza goriziana di livello nazione e internazionale

Il restauro del fondo dei disegni delle Orsoline è solamente uno dei tanti e delicati interventi che ridanno bellezza a preziose opere su carta grazie alla perizia dei restauratori del Centro goriziano. Nell’anno appena trascorso, infatti, sono stati restaurati volumi antichi, stampe, erbari, incunaboli e cinquecentine in particolare della Biblioteca antica Pinali dell'Università di Padova, della Arcidiocesi di Gorizia, di musei e di altri importanti enti regionali e nazionali e internazionali, pubblici e privati. Tante storie che le carte antiche raccontano dopo averle conservate per secoli.

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