Dalla teoria alla pratica

imagazine_icona

redazione

11 Marzo 2021
Reading Time: 4 minutes

Recovery plan

Condividi

Approvato il Next Generation EU (NG-EU) a livello europeo, un dibattito sul Piano di ripresa e resilienza (Pnrr) è utile e necessario e dovrebbe avvenire in modo trasparente informando l’opinione pubblica su dove e perché investire i 200 miliardi messi a disposizione dal NG-EU, anche perché il Pnrr presentato dal Governo richiede una maggiore articolazione di proposte concrete su tutta una serie di settori rilevanti. Le progettualità sono molte e vanno realizzate in tempi brevi.

La vera sfida consiste nel trovare la governance adatta a gestire programmi di trasformazione economico sociali di tale portata e complessità.

Il maggiore rischio di fallimento sta nell’esecuzione. Ben vengano quindi le proposte di intervento che possono consentire di raggiungere meglio gli obiettivi specificando tempi, modalità e risultati intermedi e finali, misurabili oggettivamente e con trasparenza.

Approcci e interventi chiave. I governi e le banche centrali hanno risposto alla pandemia con un sostegno economico senza precedenti. Nonostante l’origine comune, i governi hanno adottato approcci strategici diversi nelle loro risposte alla crisi COVID-19. Tali approcci sono stati condizionati dal diverso impatto esercitato da alcuni fattori, in primis: la virulenza del focolaio epidemico, l’intensità e rigidità dei blocchi (“lockdown” come indicatore della gravità della crisi), le preesistenti misure di sostegno sociale e alle imprese e la struttura dell’economia (ad esempio il mix di lavoratori autonomi, piccole medie imprese e grandi aziende).

Le diverse tipologie e combinazioni degli interventi hanno comunque comprensibilmente privilegiato la rapidità degli aiuti che sono stati erogati in modo non mirato. Tuttavia, mentre la pandemia continua a sorprenderci con improvvise accelerazioni e mutazioni nella diffusione del virus, le logiche di intervento dovrebbero adottare approcci più mirati. Dovrebbero garantire che le risorse siano allocate verso le mutevoli esigenze dell’economia post-pandemica, invece di preservare lo status quo. Anche i bilanci delle imprese sovra-indebitate dovranno essere ristrutturati.

Un nuovo studio del G30, presieduto da Mario Draghi, delinea i principi e le opzioni che i responsabili politici devono affrontare per ripristinare la salute del settore aziendale. L’obiettivo è garantire una ripresa sostenuta in cui le aziende investono e creano posti di lavoro. Le aziende, in particolare le piccole e medie imprese, potranno dover affrontare un crescente problema di solvibilità che si aggrava quanto più a lungo la pandemia inibisce l’attività.

Molti dei soliti indicatori di stress finanziario sono infatti attualmente mascherati dal massiccio sostegno alla liquidità fornito alle società, dalle moratorie sui pagamenti del debito e dall’allentamento temporaneo di requisiti normativi.

In questo quadro i Paesi in tutto il mondo differiscono in modo significativo nelle risorse che hanno a disposizione. Le loro capacità istituzionali variano anche in relazione all’efficienza dei settori della Pubblica Amministrazione, all’esperienza delle istituzioni governative nell’investire fondi nel settore privato e alle capacità del settore privato nell’affrontare le difficoltà di uscita dalla crisi. Anche le priorità politiche su come rendere più verde l’economia e la sensibilità dei cittadini alla nazionalizzazione o al sostegno dei contribuenti alle imprese private sono diverse.  

Nella realizzazione del Pnrr, partendo da una chiara definizione delle priorità e delle risorse disponibili, le nostre autorità dovranno quindi adattare le politiche in modo da sviluppare e utilizzare al meglio le loro capacità istituzionali.

Sebbene molte delle lezioni apprese nelle precedenti crisi economiche possano essere utili nella progettazione del Pnrr, almeno quattro aree di intervento ci sembrano specificamente rilevanti: Energia verde. Accelerare gli investimenti pubblici e privati nell’energia pulita e incentivare le aziende a migliorare l’efficienza energetica.

Si stima che la creazione di un programma di stimolo a basse emissioni di carbonio per un paese europeo richieda un investimento compreso tra 75 e 150 miliardi di euro, che produrrebbe da 180 a 350 miliardi di euro di valore aggiunto lordo e creare fino a tre milioni di posti di lavoro a livello europeo.

Digitalizzazione e nuove ondate tecnologiche. Accelerare la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e supportare le aziende nell’adozione di nuove tecnologie. L’adozione della tecnologia digitale e dell’intelligenza artificiale (AI) è stata una tendenza in rapida accelerazione anche prima della crisi COVID-19. Il passaggio a un’economia senza contatto, innescato dalla pandemia, contribuirà a tale accelerazione. Pagamenti, vendita al dettaglio, cibo, alloggio, istruzione e salute sono tra le aree che saranno significativamente interessate dal trend.

Investire nelle competenze del futuro. Migliorare le capacità della forza lavoro per essere in grado di rimanere produttiva in un futuro di maggiore automazione. L’automazione e l’IA stimoleranno la transizione della forza lavoro su larga scala nei prossimi anni. Anche con le tecnologie e le conoscenze odierne, il 60% delle professioni svolge circa il 30% di attività tecnicamente automatizzabili.

Resilienza delle catene di approvvigionamento e sicurezza dei beni essenziali. Sostenere la creazione di industrie locali che aumentino la resilienza dell’economia. Fin dall’inizio della crisi COVID-19, i governi e le imprese sono stati costretti a entrare in modalità emergenziali per mitigare l’impatto sulle catene di approvvigionamento.

La crisi ha rivelato debolezze o rischi in vari segmenti di mercato. Governi e imprese dovranno rafforzare la resilienza contro gli shock futuri. 

Visited 1 times, 1 visit(s) today
Condividi