Una scrittrice monfalconese a Klagenfurt

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redazione

1 Aprile 2021
Reading Time: 4 minutes

L’ascesa di Nicoletta Consiglio

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Si intitola “Viaggio da Sogno”, edito da Tabula Fati, il secondo romanzo della scrittrice monfalconese Nicoletta Consiglio, da anni residente a Klagenfurt, in Carinzia.

Sposata e madre di un figlio, laureata in economia, parla quattro lingue.

 

Nicoletta Consiglio, cosa ci fa una monfalconese in Carinzia?

“Volevo girare il mondo e quando mi sono messa in marcia sono arrivata fino a Klagenfurt. A quel punto sono finiti i soldi e sono rimasta. Scherzi a parte, è stato principalmente l’amore a farmi arrivare in Carinzia: durante gli anni dell’università avevo conosciuto un giovanotto di Klagenfurt, che è diventato anche il mio fidanzato. Non avendo poi lavoro a Monfalcone, non ho tardato a trasferirmi da lui nella speranza poi di aver qui anche maggior fortuna nel campo professionale, desiderio che si è avverato veramente solo quando sono riuscita ad esordire con il mio primo romanzo. Il fidanzato, però, è rimasto e me lo sono anche sposato: non ci manca molto alle nozze d’argento”.

Com’è iniziato il suo rapporto con la scrittura?

“È iniziato con un diario all’età di dodici anni. Ne avevo ricevuto uno da riempire e da allora non ho più smesso di scriverci. Anzi, a Natale e ai compleanni i miei cari continuano a regalarmi diari, incoraggiandomi così a proseguire. Da ragazzina, oltre a scrivere i miei pensieri, le mie emozioni e naturalmente segreti di ogni sorta, annotavo nel diario anche qualche aneddoto, qualcosa che mi aveva colpito particolarmente nelle mie giornate. A distanza di anni, poi, esortata da un’amica di penna, a sua volta appassionata di scrittura creativa, ho pensato che fosse un peccato lasciare i miei scritti tutti a casaccio e così ne è venuta fuori l’idea di metterli insieme, sperando di poterne fare qualcosa di buono. E dopo qualche mese mi ero trovata in mano il mio primo romanzo”.

Quando ha capito che la sua passione sarebbe potuta divenire la sua professione?

“Dopo un paio d’anni da che mi ero messa a scrivere seriamente, sempre spronata dalla mia corrispondente. L’idea era stata quella di provarci, tanto non costava niente. Ma poi ho scoperto di avere un vero interesse in una pubblicazione: è stata un po’ un’impresa trovare un editore pronto a scommettere su di me, ma ‘chi la dura la vince’ e se sono riuscita a pubblicare non uno, bensì due romanzi, vuol dire che alla fine ho vinto io”.

Da dove prende spunto per le storie dei suoi romanzi?

“Dalla vita di tutti i giorni, da vicende che mi sono capitate realmente e da persone che ho conosciuto nel corso della mia vita. Mischio avvenimenti accaduti sul serio e aggiungo una buona dose di fantasia”.

Quanto c’è di autobiografico nelle vicende narrate nei suoi libri?

“Non tutto, ma abbastanza da rendere mie le vicende narrate. Anima e corpo, comunque, ci sono”.

Qual è il complimento più bello che ha ricevuto dai lettori dei suoi romanzi?

“Che i miei scritti, nella loro semplicità e con la loro leggerezza, non sono mai banali. Che viene voglia di proseguire nella lettura ed è un peccato quando si arriva alla fine: tali parole mi hanno riempita d’orgoglio fino alle lacrime”.

Torna mai a Monfalcone?

“Certo, il più spesso possibile”.

Quali sono gli aspetti che più apprezza della sua città d’origine?

“Tutto”.

Avverte mai nostalgia della sua terra?

“Non mi dispero, anche perché a parte la lingua non noto sostanziali differenze fra la Carinzia e il Friuli Venezia Giulia. Mi manca un po’ il mare, certo, ma il Wörthersee, lago alle porte di Klagenfurt, compensa egregiamente. Però, sono sempre contenta di rivedere il Friuli Venezia Giulia e l’apprezzo di più a ogni mia visita”.

Proprio la sua terra ricopre un ruolo fondamentale nelle ambientazioni dei suoi romanzi. Come sceglie i luoghi in cui si svolgono le vicende narrate?

“Le vicende narrate si svolgono principalmente o nella cittadina fittizia di Falchetto del Carso (che rappresenta Monfalcone e chi è di zona capisce già dal nome il perché) o nella corrispondente austriaca Falkenberg, in cui ho trasposto Klagenfurt (il nome, tuttavia, è la traduzione in tedesco di Monfalcone, scelta voluta per portarmi nel “mio estero letterario” un pezzetto di casa). Se ho fatto arrivare i miei personaggi altrove, è stato solo temporaneamente come in Viaggio da Sogno”.

Come mai questa scelta?

“In parte per praticità, dal momento che sia Monfalcone che Klagenfurt  sono città, che conosco molto bene, e si prestano allo scopo di ambientare le avventure dei miei personaggi”.

Quali sono i luoghi del Friuli Venezia Giulia a cui è particolarmente legata?

“Chiaramente sono legatissima a Monfalcone, proprio perché ci sono nata e cresciuta. Quando rientro non manco di visitare qualche punto della città e i ricordi della mia infanzia e della mia gioventù ritornano, fortissimi e stupendi, lasciandomi dentro una sensazione di benessere senza pari. Poi ci sono anche Udine e Trieste, dove rispettivamente ho terminato la scuola e ho frequentato l’università: a ogni visita scopro qualche punto, che magari da ragazza, impegnata a trovare il mio posto nel mondo, mi ero persa, ricavandone una soddisfazione immensa e, talvolta, uno spunto per una nuova storia”.

Un detto recita “non c’è due senza tre”. Il terzo romanzo di Nicoletta Consiglio è già in cantiere?

“Io sono arrivata anche più avanti e da poco ho messo in cantiere il romanzo numero nove. Per la terza pubblicazione, comunque, ho già messo in mano al mio editor Enrico Rulli la prima bozza. Si tratta di un romanzo più consistente dei primi due, ma esattamente come questi i protagonisti sono dei giovani adulti. La vicenda narrata inizia proprio a Falchetto del Carso, dove la protagonista, Cristina, è nata e cresciuta. Cristina frequenta poi le scuole superiori a Udine, dove decide di rimanere anche dopo il diploma. Un giorno, il suo migliore amico le presenta un cugino canadese, figlio di immigrati italiani, in visita in Friuli: vuole riscoprire le sue origini durante una breve vacanza e finisce con il trovare l’amore”.

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