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Meeting

Gorizia 1917, le ferite di una città contesa

Piazza Sant'Antonio
Cormòns
via Matteotti
Società Cormonese Austria
02/01/18
10-19

E' dedicata al martirio di Gorizia sotto i bombardamenti dell’artiglieria italiana nel corso della sesta battaglia dell’Isonzo nell’agosto 1916 e nell’anno successivo da quella austriaca, la mostra "Gorizia 1917, le ferite di una città contesa", aperta a Cormons fino al 7 gennaio nella sede della Società Cormonese Austria, di via Matteotti. Si tratta della 15ma rassegna che l’associazione dal 2014 dedica al centenario della prima guerra mondiale. Progetti espositivi che hanno proposto letture fotografico-documentali degli eventi sia dal punto di vista dell’esercito italiano che di quello austro-ungarico, privilegiando gli aspetti di vita comune dei paesi coinvolti nel conflitto e della vita militare nelle retrovie in trincea.

Così scrive lo storico Camillo Medeot: “Quattordici mesi di bombardamenti da parte delle artiglierie italiane e quindici mesi da parte di quelle austriache. Furono 231 le vittime civili, 680 le case completamente distrutte e oltre 1700 quelle danneggiate. Quasi nessuna casa rimase illesa, totalmente distrutto il comparto industriale e le numerose botteghe artigianali”.

Le distruzioni interessarono le chiese, i conventi, l’arcivescovado, i cimiteri, il castello, le sedi delle istituzioni: nulla si salvò. Quando il rappresentante ministeriale Hermann von Schullern, nominato a capo della Direzione dell’Ufficio ricostruzioni austriaco, nei primi mesi del 1918 arrivò a Gorizia fece una relazione nella quale riportò che 4.000 abitazioni erano da ricostruire.

Il percorso espositivo propone documenti e fotografie, alcune delle quali inedite, provenienti dalla Fototeca dei Musei Provinciali di Gorizia, dall’Archivio fotografico del Comune di Gorizia e dall’Archivio della Società Cormonese Austria. Esposta anche una cartella con 21 tavole acquerellate, provenienti da una collezione privata di Cormons, realizzate nel novembre 1917 da Ferdinando Pamberger, un pittore di guerra del Kuk Kriegspressequartier presente sul fronte dell'Isonzo 1915-1917 e durante l'offensiva sul Piave.

Il percorsodocumenta come i goriziani per la maggior parte avessero lasciato la città. Solo qualche migliaio di persone vivevano nelle cantine, gallerie e sotterranei, al riparo delle bombe che cadevano copiose. Questo accanimento delle artiglierie sulla città fu senza alcuna efficacia strategico militare, ma causò la distruzione di comuni e borghi come Lucinico, Podgora e San Pietro, letteralmente rasi al suolo. Le immagini proposte illustrano in modo esaustivo come, nonostante i cumuli di macerie e gli sventramenti di palazzi, per i goriziani la vita continuasse.

La mostra, realizzata con il sostegno della Fondazione Carigo, si può visitare ogni giorno dalle 10 alle 19, chiuso lunedì e 31 dicembre.

Elisa Fucina