Una regista e i suoi ex compagni di classe di scuola elementare all'Istituto delle Suore della Carità di Roma, rivivono e portano sul palcoscenico gli episodi più significativi da loro vissuti tra i 6 e i 10 anni. I bambini sono interpretati da marionette e i protagonisti adulti assistono a questa rappresentazione in bilico tra “La classe morte” di Kantor e i “Cannibali” di Tabori.
La regista Fabiana Iacozzilli pesca a piene mani nella propria biografia, riesumando fatti e persone di trent’anni fa; rimette insieme i fili della memoria e ripercorre, anche grazie a interviste fatte ai suoi ex compagni di classe, vicende, paure, ansie e timori suscitati da Suor Lidia (interpretata da un paio di mani e una luce), maestra severa in grado di tenere a bada intere generazioni di bambini con un’educazione estremamente rigorosa. Ricordi/pezzi di legno, bambini ridotti a marionette, impotenti e manipolati come oggetti, si muovono su tavolacci in bilico fra banchi di scuola e tavoli operatori. Il terrore cala quando arriva Suor Lidia. Intorno il silenzio. Solo rumori di matite che scrivono e di compagni che respirano. E rumori di gessi che si consumano scrivendo dettati alla lavagna. Ricordi e timori. Un lavoro che nasce per raccontare e che alla fine si fa raccontare; che nasce dalla paura e sfocia in vocazione perché, per la legge dell’assurdo, sarà però proprio suor Lidia a orientare Fabiana verso il suo futuro nel teatro.