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Music

Minorance

Con Marco Colonna (ance) ed Ettore Fioravanti (batteria)
(ph. Ufficio stampa F. Marchesich)
Fogliano Redipuglia
Agriturismo ai Trosi, via Sant’Elia 63
08/10/16
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"A due anni dalla scomparsa del grande sassofonista, compositore, combattente per la libertà FRED HO ho deciso di riprendere la suite realizzata un anno fa che aveva per titolo The Joyful Breath of the Dragon, facendola esplodere nelle direzioni che la mia musica, e la riflessione sull'arte di Fred Ho continua ad innescare in me". 
Marco Colonna è nato a Roma 38 anni fa e ha iniziato a suonare il clarinetto all’età di otto anni. Attivo da circa vent’anni nei più vari ambienti musicali, si forma sotto la guida di Piero Quarta e Gaetano Zocconali, e si perfeziona nei seminari con Alfredo impulliti e Achille Succi in ambito jazzistico. Si specializza nell’esecuzione di musica contemporanea con il maestro Harry Sparnaay. Parallelamente si occupa di musica per teatro, cinema e documentari, collaborando con Rai Trade e con le compagnie Centro Mediterraneo delle Arti, Artes, Piccolo Brancaccio, L’Orologio. Dedicatario di molte opere per clarinetto basso e clarinetto contrabbasso solo – di compositori come Giorgio Colombo Taccani, Dan Di Maggio, Sofia Mikaelyan, Shigeru Kan No – partecipa alla biennale di Venezia e al Festival Cinque giornate di Milano, con un programma di prime esecuzioni assolute per clarinetto contrabbasso solo. In ambito jazzistico suona con Andrew Cyrille, Gebhard Ulmann, Omar Tamez, Ivano Nardi, Michele Rabbia, Silvia Bolognesi, Eugenio Colombo, Antonello Salis, Butch Morris , Fabrizio Spera, Roberto Bellatalla, Evan Parker, Ettore Fioravanti, Alessandro Giachero, Francesco Cusa, Cristiano Calcagnile, Roberto Del Piano, Massimo Falascone, Stefano Giust, Giovanni Maier, Zlatko Kaucic. Marco Colonna è oggi fra i migliori giovani talenti del jazz italiano.
"L'idea di suono che avevo per questo lavoro è corrispondente al suono che sento riascoltandola. Naturale nel vero senso del termine. La fortuna di lavorare con Ettore Fioravanti mi ha dato la possibilità di avere al mio fianco un vero architetto della batteria. In un set prettamente jazzistico riesce a costruire gli spazi in maniera profondamente sintattica, giocando un ruolo paritario nei confronti delle ance anche dal punto di vista melodico. Un grande maestro che ho l'onore di aver coinvolto in questo lavoro. La figura di Fred Ho è una figura centrale per tutto quello che riguarda l'estetica e l'etica della musica (e dell'arte) che mi interessa. Il perenne interrogativo su forma e sostanza, sulla fruizione, sull'energia e la meditazione, sul conflitto e la perenne trasformazione dialettica del suono. 
Non smetterò a breve di interrogarmi sulla sua figura, sul significato di una musica che possa essere veicolo di trasformazione e portatrice di un messaggio di liberazione. Non smetterò mai di trovare nella minoranza un valore necessario alla critica, alla salvaguardia etica e alla proposta di strategie e valori necessari.
Il disco uscirà in 25 copie numerate, con un lavoro grafico dell'artista Francesca Gallo".