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Classic art

Oblivion Rhapsody

Una chitarra e cinque voci per ripercorrere i grandi successi tra musica e risate
(© Giorgio Minisini)
Palmanova

Teatro Odeon
02/03/22
20.45

Oblivion Rhapsody è il lavoro in cui i cinque “madrigalisti moderni” hanno condensato il meglio di oltre dieci anni di carriera insieme.

Sono passati ormai 13 anni da quando gli Oblivion divennero virali sul web con la loro versione dei Promessi Sposi in 10 minuti. Da allora sono arrivati i successi in televisione (Parla con me di Serena Dandini e Zelig) e soprattutto le tournée teatrali da tutto esaurito che hanno sempre fatto tappa anche nei teatri della regione. Ora, in piena crisi di mezza età, i cinque sfidano se stessi con un’inedita e sorprendente versione acustica della loro opera omnia: cinque voci, una chitarra e un’infinità di parole, suoni e note, scomposti e ricomposti, che prendono nuova vita. Gli Oblivion saliranno sul palcoscenico, nudi e crudi, per distruggere e reinventare le loro hit, dopo aver sconvolto senza pietà quelle degli altri.

Oblivion Rhapsody ripercorre la loro storia e le loro migliori performance, dalle famose parodie dei classici della letteratura alla comica dissacrazione della musica, con sketch inediti e succose novità. Un viaggio visionario che racconta anni di raffinate e folli sperimentazioni, senza soluzione di continuità, al confine fra genio e follia, intrattenimento leggero e intelligente demenzialità.

Scrive Giorgio Gallione nelle note di regia: “Gioco, paradosso, ironia, sorriso: questo è il Comico che vedo negli Oblivion. Il tutto sorretto e condito da un talento continuamente messo in discussione e da una professionalità feroce. Tutto è libero e volatile nel loro teatro, ma nulla è affidato al caso. C’è costantemente un’architettura ferrea che sostiene i loro castelli di carta. Così quello che può sembrare solo uno scherzo diventa nella realtà della scena un linguaggio polifonico, meticcio, contaminato. Una costruzione variegata e complessa di parole e musica che gode della gioia della lingua e del pensiero, ma che si trasforma presto in sberleffo liberatorio, sovversione del senso comune, ludica e ragionata aggressione alla noia”.