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Meeting

Pust Dan Fang volti, corpi e rituali

Dalle maschere africane e friulane alla fotografia di Roberto Kusterle
Nando e Marina Sottile
San Vito al Tagliamento

Antico Complesso dei Battuti
21/08/21
10-12/17-21

Un percorso di dialoghi espressi con linguaggi a prima vista lontani che, grazie alla sapiente visione e creatività delle curatrici, si compone in un affascinante, esteticamente piacevole, equilibrato e chiaro progetto espositivo.

La genesi  della mostra "Pust Dan Fang Volti, corpi e rituali: dalle maschere africane e friulane alla fotografia di Roberto Kusterle" è stata lunga e tribolata causa Covid, ma alla fine Eva Comuzzi e Orietta Masin possono ben sentirsi soddisfatte. Hanno saputo con sensibilità ed eleganza creare un’esposizione in un ambiente non certo “facile” per tipologia di spazi e personalità architettonica, di pezzi belli seppure di matrici estetiche diverse. Hanno scelto inoltre un titolo dalla sonorità fiabesca pregna di giocoso significato: le maschere del Pust, quelle della dinastia Dan e il ‘fango’ che avvolge i corpi ritratti da Kusterle. Fango che tradotto in friulano diventa ‘fang’ rimando, ancora una volta, al nome di un popolo africano. Musicalità di parole e riti religiosi, creativi e propiziatori a cui la mostra, aperta fino al 5 settembre nell’Antico Complesso dei Battuti a San Vito al Tagliamento, vuole rendere omaggio.

Hanno attinto al bagaglio di conoscenze personali e professionali andando a coinvolgere assieme al fotografo Roberto Kusterle, appassionato di materia, di creazione, di commistioni fra umanità, animalità, religiosità, simbologia e altro. Si sono così incontrati la passione e il gusto di ricerca dei collezionisti di maschere e oggetti rituali africani Nando e Marina Sottile, infaticabili cacciatori di pezzi pregevoli in giro per le gallerie europee in oltre 40 anni, e il patrimonio friulano di maschere carnevalesche e della tradizione etnografica delle Valli. Il risultato è una mostra ricca, dove ogni pezzo è collocato con agio, senza rubare spazio, in un’atmosfera di tempo sospeso e pregno di silenzio significante dei tre piani dello storico edificio. Una mostra interessante perché in modo originale  avvicina mondi lontani. Nuova perché, seppure alcune opere di Kusterle siano state già esposte, acquistano nuova vita dialogando in affinità estetica con opere altre, con le quali condividono sguardi, gesti e mistero.

Il fascino di riti lontani nel tempo e nello spazio sono la guida del visitatore. Con leggerezza intensa i ritratti femminili e maschili di Roberto Kusterle si specchiamo e richiamano le patine e le forme antropomorfiche o stilizzate di maschere, statue e oggetti rituali provenienti dalla Nigeria e dal Congo, dal Golfo della Guinea e dalla fascia sub-sahariana. Feticci e oggetti rituali di diverse fasce della vita sociale di popolazioni come Fon e Turuba o abitanti del Togo, Benin e Sierra Leone, sono con eleganza sorprendente avvicinati alle maschere del Carnevale della Val Resia. Lavori scolpiti dalle sapienti mani di Antonio Trinco, artigiano per tradizione famigliare di Pulfero che dà linfa e vita a tradizioni ancestrali delle Valli. Religiosità con radici pagane lontane nei secoli, oggetti votivi e di vita quotidiana e ancora grandi maschere del carnevale di Pust sono esposte grazie alla disponibilità di Mario Rutar e Adriana Scuderin, cultori di storia locale e collezionisti di oggetti della società rurale delle Valli del Natisone, esposti con passione nel Museo Ruttars a Clodig nel comune di Grimacco.

Etnografia del variegato territorio della regione, fotografia di ricerca fra scultura e creatività teatrale e oggetti di culture, tradizioni e pensieri estetici africani: mondi diversi che creano dialoghi estetici e rituali, portando nel presente-contemporaneo di un tempo sospeso un mix di espressioni creative che forse per la prima volta assieme, rendono la visita di una mostra un’esperienza emozionale diretta, giocosa: come Bruno Munari riteneva dovesse esser l’arte.

Il finissage si terrà il 5 settembre alle ore 18 nell’antico Teatro Arrigoni, protagonista l’antropologo visuale Stefano Morandini che tratterà il tema “La maschera e l’uomo tra il Friuli e l’Africa”. Ingresso libero fino al raggiungimento dei posti disponibili, con prenotazione obbligatoria attraverso SMS o messaggio/ whatsapp al numero 338 8454492.

L’esposizione è aperta il sabato e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 21, ingresso libero.

Margherita Reguitti