La Ferrovia Transalpina, Bohinjska proga, Wocheinerbahn è una “vecchia signora” ultracentenaria. Inserita nell’imponente programma di costruzioni di ferrovie alpine (das Alpenbahnprogramm) e realizzata nei primi del ‘900 dall’Impero Austro-Ungarico, per completare la rete ferroviaria che collegava Vienna e l’Europa Centrale alle regioni adriatiche ed in particolare al Porto di Trieste, con i suoi 144 chilometri congiungeva Trieste con Jesenice (Assling).
Il tempo trascorso dal giorno della sua inaugurazione – 19 luglio 1906 – è stato caratterizzato da guerre, da dissoluzioni di imperi, da periodi di ripresa, da nuovi confini, da ideologie contrapposte, da reticolati, dal sorgere di nuove nazioni, dalla cooperazione tra le due regioni vicine che si è intensificato negli ultimi periodi fino alla elezione della Capitale Europea Nova Gorica-Gorizia, le cui celebrazioni segneranno il 2025.
La Ferrovia Transalpina si era rivelata sin dall’inizio una ferrovia importante anche dal punto di vista turistico: il viaggiatore/alpinista poteva addentrarsi nel regno delle Alpi Giulie, di Zlatorog e del Tricorno, regno di inebriante solitudine poetica. Un viaggio che si ripete quotidianamente partendo dallaa železniška postaja di Nova Gorica. Un viaggio-film in cui ogni viaggiatore dà il meglio come regista: nel finestrino, come fotogrammi del mondo, scorrono sconfinati paesaggi in slow motion.
Ecco il ponte di Salcano con l'arcata più grande del mondo, di lato il Sabotino, la stretta con il Monte Santo, teatri di guerra e poi Plava, luogo tragicamente noto per i bollettini di guerra. Ora luoghi di pace e di preghiera con le loro chiesette di secoli lontani. Antichi manieri di pietra testimoniano un passato feudale e di sofferenza all'approssimarsi delle orde turche, ma custodi anche di leggende e tradizioni...
La vecchia signora si arrampica sbuffando, incuneandosi tra il verde dei boschi da una parte e quello dell’Isonzo dall’altra. Santa Lucia, Tolmino: una conca abitata da una gente arrivata dalle rive del Danubio in un tempo remoto. Una terra tormentata, di gole e burroni, di torrenti che hanno scavato con forza selvaggia il loro letto, di caverne preistoriche che leggende popolari collegano fra l’altro alla sosta del massimo poeta italiano, Dante. Poi la valle dell’Idria: undici ponti prima di arrivare davanti all’imponente portale della galleria di Bohinj ed entrare nel regno del Tricorno, maestoso monte un tempo dimora di un dio e accessibile ad aquile e a camosci, terra di saghe alpine, di laghi profondamente azzurri che racchiudono l'arcano.
Un viaggio all’insegna della mobilità sostenibile e di turismo sostenibile, sostenuti dalla cooperazione sinergica fra Enti preposti allo sviluppo di questa amata ferrovia, alla ricerca di emozioni, in un intrecciarsi di passato e presente, all’interno di un mondo complesso e affascinante, attuato dall’uomo, protagonista e interprete del rapporto con l’ambiente.