Dopo la prima edizione di Udine nel 2017 e quella di Trieste nel 2019, il FVG Pride torna ponendo al centro le città di Gorizia e Nova Gorica: l'appuntamento è per settembre 2021.

La parata finale è ancora un grosso punto interrogativo: è prevista per sabato 4 settembre e coinvolgerà sia Gorizia che Nova Gorica. Per minimizzare il rischio di contagi, tuttavia, non è certo che il corteo si svolga nelle stesse modalità delle edizioni precedenti. Nell'attesa di avere la situazione più chiara, l'organizzazione tenterà il possibile per portare fisicamente i corpi nelle strade e nelle piazze.

Il motto scelto per questa edizione è #sconfiniamoidiritti #odmejimopravice.

Scegliendo come luogo della parata finale la città tagliata in due da un confine, gli organizzatori vogliono esprimere come anche i diritti delle persone LGBTQIA+ (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender, Queer, Intersessuali, Asessuali; + indica inoltre tutte quelle identità di genere e orientamenti sessuali non eterosessuali e non binarie che non rientrano nelle lettere dell’acronimo) siano stati “confinati” da anni, relegati allo status di problemi a bassa priorità, resi ostaggio delle guerre politiche combattute a suon di emendamenti.

Come per le scorse edizioni, gli eventi in programma saranno di contenuto prettamente culturale e avranno il duplice scopo di far conoscere e di approfondire le istanze politiche della manifestazione, istanze che sono messe per iscritto all’interno del manifesto politico.

Il calendario eventi verrà reso noto di mese in mese: il primo evento in calendario sarà una conferenza dal titolo “Chi ha paura dello schwa”, un confronto sul linguaggio ampio, con le relatrici Vera Gheno e Patrizia Fiore. Si svolgerà martedì 11 maggio alle 18.

“Diversi – spiegano gli organizzatori – sono stati i motivi che ci hanno spinto a eleggere Gorizia e Nova Gorica a capitali del FVG Pride 2021. Innanzitutto le due città stanno godendo di un rigoglioso fermento culturale nell’ultimo periodo: ricordiamo infatti che esse sono state elette come capitali europee della cultura per il 2025 e sono state teatro dello storico incontro fra i Presidenti della Repubblica italiano e sloveno. In un certo senso, vogliamo rimettere in scena questo incontro eleggendo le due Gorizie come luogo di commistione della comunità LGBTQIA+ slovena con quella italiana. Diversi aspetti legano il lavoro delle associazioni LGBTQIA+ al territorio di Gorizia. Dall’iniziale gestione delle richieste di protezione internazionale avanzate dai migranti LGBTQIA+ alla tanto discussa sperimentazione della “sezione gay” nel carcere goriziano, o ancora per la clinica di prevenzione delle IST che da decenni funge da riferimento per la comunità grazie alla sua eccellente accoglienza”.

A livello organizzativo, infine, “nelle prossime ore – concludono gli organizzatori – partirà la richiesta di una riunione congiunta con le amministrazioni comunali sia di Gorizia che di Nova Gorica per cominciare a imbastire un discorso sulle modalità di coinvolgimento delle città e siamo aperti a dialogare con tutte le altre istituzioni che vorranno confrontarsi con noi. Da oggi partiremo anche con le richieste di patrocinio che sicuramente chiederemo alla Regione, ai Comuni, alle Università degli Studi di Udine e Trieste e alle Repubbliche Italiana e Slovena. Riteniamo che tutte le istituzioni abbiano l’obbligo morale di supportare la nostra manifestazione, data la loro funzione di garanzia e tutela delle pari opportunità e del benessere di tutti i cittadini. Il Pride è, infatti, una mobilitazione che coinvolge tutte le componenti della società civile, individuali e collettive, nella rivendicazione e celebrazione pacifica di valori universali, che sono alla base dell’Articolo 3 della nostra Costituzione e sono ribaditi nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”.

Ma il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, ha già manifestato il proprio disappunto in merito all’evento.

“Qualche anno fa – la presa di posizione del primo cittadino attraverso un comunicato stampa – lo scrittore Aldo Busi, parlando del Gay pride disse che al posto delle paillettes avrebbe voluto che i dimostranti sfilassero con le tute da lavoro e oggi ancora di più tale affermazione mi sembra azzeccata. Condanno risolutamente l’omofobia e tutto ciò che è discriminazione e violenza, perché libertà significa anche poter amare chi si desidera, indipendentemente dal sesso, e proprio per questo ritengo che l’ostentazione provocatoria e superficiale tipica dei Gay pride rappresenti una mancanza di rispetto verso chi vive quotidianamente questa realtà, anche pubblicamente, senza sentire il bisogno di scendere in piazza con atteggiamenti che, a volte, rasentano il ridicolo e tendono a rimarcare una diversità che, per il sottoscritto e per la stragrande maggioranza degli italiani, non esiste. Tanto più oggi, di fronte a una situazione drammatica, in cui i diritti al lavoro di tantissime persone non vengono rispettati e ci si ritrova di fronte a migliaia di aziende a rischio chiusura, con ripercussioni occupazionali che toccheranno indistintamente etero e gay, preferirei manifestazioni in cui non ci siano divisioni basate sulle preferenze sessuali bensì unitarie e caratterizzate da obiettivi che riguardano i diritti di tutti i cittadini. Così si abbattono veramente i confini mentali”.

“Le precarietà del mondo del lavoro, ora acuita, è una nostra battaglia, siamo anche noi lavoratori e la sentiamo sulle nostre pelli. Questo però unisce e si salda alle discriminazioni che dobbiamo affrontare ogni giorno in quanto persone Lgbti+, anche nei luoghi di lavoro”. Questa la reazione del presidente di Fvg pride ODV Nacho Quintana Vergara alle affermazioni del primo cittadino di Gorizia.

“Cogliamo con entusiasmo – ha aggiunto – la sua posizione netta contro le discriminazioni sulla base dell’identità sessuale e quindi ci aspettiamo di approfondire queste tematiche insieme quando ci concederà un incontro organizzativo successivo al patrocinio del Comune di Gorizia, che in seguito alle sue parole non può evidentemente mancare. Le persone LGBTQIA+ del territorio sono abituate a partecipare assiduamente anche alle manifestazioni del 1 maggio, come a tutte quelle per la parità dei diritti e la dignità delle persone. Inoltre – continua Quintana Vergara – il primo cittadino goriziano dovrebbe riflettere anche sul fatto che portare migliaia di persone a Gorizia è per le e gli esercenti del territorio una ricca opportunità di ripresa”. 

“Con le paliettes, in doppiopetto o in tuta – conclude – le nostre istanze di uguale dignità e diritti sono le stesse e interessano tanto le persone attente quanto le persone che credono che esista una reale uguaglianza delle persone Lgbti+ che, invece, non esiste ancora”.

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