La possibilità di ridurre le tragedie della montagna passa per la nostra regione. La Protezione civile del Friuli Venezia Giulia, infatti, sta mettendo a punto un nuovo dispositivo in grado di localizzare gli escursionisti che si perdono nelle aree montane o che possono rimanere vittime di incidenti durante le escursioni. Si tratta del Personal Tracker, un’apparecchiatura che permette di localizzare persone (turisti, operatori, forze dell’ordine) in aree montane impervie, non coperte da reti cellulari o da altri sistemi di telecomunicazioni.
Le caratteristiche. Gli aspetti più interessanti del nuovo dispositivo sono rappresentati dall’autonomia operativa, dalla distanza massima a cui è possibile effettuare il rilevamento, dalla facilità di utilizzo e dall’economicità del sistema. Nello specifico, l’apparecchiatura è un vero e proprio ricetrasmettitore di segnale (non vocale) RFID (Radio Frequency IDentification), che funziona alla frequenza di 868 MHz, racchiuso in un contenitore plastico pensato affinché l’escursionista possa portarlo sempre con sé in tasca oppure nello zaino. Ogni dispositivo è identificato tramite un ID radio univoco e viene associato esclusivamente alla persona che lo porta con sé. In questo modo quando gli strumenti di ricerca identificano l’ID dell’apparecchio, identificano subito anche la persona. Come anticipato, uno dei punti di forza del Personal Tracker è la sua autonomia: ogni dispositivo, infatti, integra una batteria ricaricabile dalla durata minima di sei giorni, in sola modalità trasmissiva e perfetta copertura GPS. Una volta che il dispositivo viene acceso, il ricevitore GPS si mette automaticamente in ricezione ed effettua un campionamento periodico della posizione: posizione che viene memorizzata dalla memoria EEPROM integrata. Un’altra qualità di rilievo è rappresentata dalla distanza di comunicazione che il dispositivo riesce a coprire per consentire l’individuazione delle persone: dall’elicottero, infatti, il segnale può essere percepito fino ad un’altezza di 5.000 metri. Da terra, a seconda della vegetazione e dell’orografia del territorio, la distanza tende inevitabilmente a ridursi, garantendo tuttavia una copertura decisamente sopra la media.
Futuro prossimo. Per il momento il dispositivo di Personal Tracker risulta ancora in fase sperimentale, tuttavia sono già in avanzata fase di studio anche le modalità operative attraverso cui fornire dell’apparecchio gli escursionisti. Tra le ipotesi sul tavolo c’è quella di consentire il noleggio gratuito, previo versamento di una piccola cauzione, del dispositivo presso bar e strutture alberghiere da dove, solitamente, iniziano le escursioni dei turisti (in particolare di quelli più inesperti): i dispositivi verrebbero poi restituiti in un altro rifugio (o altra struttura di noleggio) al termine dell’escursione. Statistiche e proiezioni alla mano, quando il progetto entrerà a pieno regime i dispositivi Personal Tracker in dotazione delle diverse strutture di nolo in regione dovrebbero aggirarsi attorno alle 200 unità. Dal punto di vista della macchina dei soccorsi, la nuova apparecchiatura fornirà ai soccorritori maggiori indizi. Poiché l’escursionista dovrà dichiarare dove intenderà depositare l’apparecchio una volta terminato l’utilizzo, qualora il noleggiatore non dovesse ricevere entro un arco di tempo consono la notizia che l’apparecchiatura è stata restituita, potrà allertare i soccorsi. E ricevendo già il segnale del dispositivo, per i soccorritori i tempi di ricerca si ridurrebbero notevolmente, con un ulteriore fondamentale vantaggio: anche se la persona dispersa dovesse perdere conoscenza, il segnale continuerebbe ad essere trasmesso, garantendone la corretta localizzazione.
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