Prima i fatti, poi le parole

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Livio Nonis

30 Luglio 2021
Reading Time: 5 minutes

Andrea Marcon

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Andrea Marcon nei mesi scorsi è stato rieletto alla carica di presidente della Federazione Italiana Baseball e Softball. Si tratta del primo friulano ad aver scalato le gerarchie federali a livello nazionale.

Nato a Montreal nel 1973, figlio di friulani emigrati in Canada per lavoro, Marcon era rientrato in Italia all’età di 8 anni. Militare della Guardia di Finanza, è entrato nel mondo del softball come classificatore. È stato poi tecnico e nel 1992 ha festeggiato la vittoria nel campionato Ragazze con la Castionese. Ha intrapreso la carriera di arbitro nel 1993, dalla quale si è ritirato nel 2010 dopo essere stato arbitro internazionale. Dal 2011 è stato Direttore degli arbitri della ESF (European Softball Federation).

Andrea Marcon è anche il fondatore di Enjoy It!, associazione che si è contraddistinta per l’organizzazione di numerosi eventi in Friuli Venezia Giulia. Si ricordano in particolare il torneo di qualificazione alle Olimpiadi di Pechino (Eurafrica 2007) e l’Europeo di softball 2011.

Presidente Marcon, lei si trova davanti a un quadriennio impegnativo: Covid, Olimpiadi, promozione del baseball e del softball… Quali saranno le sue priorità e i suoi obiettivi?

«Ovviamente l’inattesa emergenza planetaria ha imposto la sua priorità a tutto e a tutti negli ultimi mesi e l’avere messo in campo una stagione vera e completa già lo scorso anno è senz’altro uno dei successi più importanti del nostro movimento. Una delle preoccupazioni costantemente all’ordine del giorno è quella di garantire agli atleti la possibilità di lavorare, in palestra come sul diamante, in sicurezza. L’appuntamento olimpico è il motore primo per una Federazione sportiva e le azzurre della Nazionale maggiore sono costantemente seguite e controllate, ma non va mai dimenticato che ogni atleta svolge la maggior parte della sua attività nel club e quindi è cruciale mettere le Società nelle migliori condizioni possibili per svolgerla. Inoltre, ci attende un anno fondamentale a tutti i livelli e per tutte le categorie».

Un calendario molto denso.

«Sono in programma tanti appuntamenti internazionali, alcuni dei quali proprio in Italia, sia per il delicato avvio di un nuovo ciclo per Italia Baseball, che guarda obbligatoriamente già oltre Parigi, per i Giochi, ma è chiamato a una serie di impegni molto serrati e importanti, a cominciare dall’Europeo piemontese in settembre e dal World Baseball Classic 2023».

Senza mai scordare l’importanza dei settori giovanili…

«La diffusione delle nostre discipline, come per gli altri sport, ha dovuto adeguarsi a sua volta alle restrizioni  legate alla situazione sanitaria, ma proprio la scorsa estate abbiamo lanciato la prima edizione del programma Prime Basi per portare i giovanissimi a contatto con il nostro sport attraverso un intenso coinvolgimento via social network dei genitori, invitati alle giornate ‘Porte Aperte’ organizzate dai club sul territorio; stiamo studiano una seconda ‘stagione’, confidando che possa anche prevedere il coinvolgimento diretto delle scuole. Non ci siamo mai fermati, lavorando e preparandoci ‘come se…’ e siamo come tutti estremamente attenti e speranzosi verso un ritorno alla normalità».

Il Friuli Venezia Giulia non aveva mai espresso un presidente della Federazione: lei come è arrivato a questa nomina?

«Quando il mio predecessore Riccardo Fraccari ha dichiarato che non si sarebbe candidato per la quinta volta, ho pensato di mettere la mia esperienza ‘eterogenea’ nel movimento al suo servizio. La mia proposta ha trovato il sostegno e la collaborazione di diversi amici e persone del baseball e del softball, che rispetto moltissimo, e il messaggio è evidentemente stato recepito bene. Il programma dei primi quattro anni è improntato a risolvere una situazione finanziaria che si era fatta insostenibile, cosa che abbiamo completato in anticipo. I friulani sono, notoriamente, grandi lavoratori e io ricordo bene la necessità di anteporre i fatti alle parole. La nostra regione, e la sua gente, sono per me la guida da tenere sempre a mente».

Questo è il suo secondo mandato da presidente. Nel primo ha speso molte energie per risanare il bilancio: com’era la situazione ereditata e com’è invece quella attuale?

«Ho impiegato la dimestichezza con il funzionamento della gestione economico-finanziaria di un’impresa, ma debbo dire che senza la disponibilità al sacrificio di tante persone, che non solo si sono rese disponibili a ‘stringere la cinghia’, ma anche a rimboccarsi le maniche per garantire a chi va in campo un’attività mai così intensa come negli ultimi anni, non sarebbe stato possibile il piccolo miracolo che abbiamo realizzato, addirittura anticipando di 2 anni il piano di rientro di sei anni che avevamo stabilito col CONI e nonostante il Covid. Abbiamo recuperato un disavanzo di circa 1,6 milioni di euro aumentando al contempo le opportunità di gioco e riportando in vita programmi giovanili abbandonati da tempo. Mi sento inoltre di segnalare il rilancio dell’attività di comunicazione, sia per la nuova attenzione agli strumenti social, che oggi sono irrinunciabili, sia per gli investimenti sulle più tradizionali produzioni in qualità televisiva delle partite, con il lancio contestuale di una web-tv tutta nostra».  

Progetti destinati a proseguire.

«Il futuro è senza dubbio destinato a vederci proseguire e aumentare impegno e sforzi sulla strada dell’aumento dell’attività sportiva e della sua valorizzazione attraverso la comunicazione, che significa anche intascarne il rendimento in termini di promozione nei confronti delle nuove generazioni e delle loro famiglie, ma senza dimenticare il fedele popolo dei nostri appassionati, ovunque essi si trovino».

Non solo la presidenza: il consiglio federale parla sempre più friulano grazie anche ad Alberto Rigotto. Ogni tanto vi scambiate parola in marilenghe?

«Direi quasi esclusivamente: ci mette al riparo da ogni possibile intercettazione! Scherzi a parte, la professionalità di Alberto è un inestimabile valore aggiunto per la FIBS e i progetti che condurremo da qui ai prossimi anni. In pochi mesi si è guadagnato la stima di un movimento intero e la sua posizione di Presidente del Collegio dei Revisori è certamente garanzia per tutti».

Quali sono i suoi rapporti con i presidenti del Coni nazionale e regionale?

«Con Giovanni (Malagò) esiste un rapporto di stima reciproca che è basato sulla totale trasparenza di pensiero. Non avendo personalmente alcun fine che non sia quello di fare il meglio per il baseball e il softball italiani, non ho mai nascosto la mia posizione e quella della FIBS su qualunque argomento e questo credo che paghi, a lungo termine, in ogni rapporto fra persone. Sono momenti indubbiamente complessi e di passaggio, per lo sport italiano, e credo che poter contare sull’onestà intellettuale di chi ti sta di fronte sia un supporto fondamentale per affrontarli. Giorgio (Brandolin) è un amico schietto e sincero. Un vero riferimento a cui mi rivolgo spesso anche per questioni extra Friuli Venezia Giulia, con reciproca soddisfazione. E poi lui è il tipo di persona che piace a me: mai giri di parole, diretto al punto e se bisogna rimboccarsi le maniche e il primo a “tirare” il gruppo».

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