Un anno sull’Altipiano

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redazione

7 Marzo 2014
Reading Time: 2 minutes

Asiago e l’inferno della Grande Guerra

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«Sull'Altipiano, comprese le bombarde pesanti da trincea, non v'erano meno di mille bocche da fuoco. Un tambureggiamento immenso, fra boati che sembravano uscire dal ventre della terra, sconvolgeva il suolo. La stessa terra tremava sotto i nostri piedi. Quello non era tiro d'artiglieria. Era l'inferno che si era scatenato. Trombe di terra, sassi e frantumi di corpi si elevavano, altissimi, e ricadevano lontani. Tutto il terreno tremava sotto i nostri piedi. Un terremoto sconvolgeva la montagna.»

Da “Un anno sull’Altipiano”

 

L’opera più nota di Emilio Lussu, un classico assoluto della Grande Guerra e della stessa memorialistica di quel conflitto, testimonia e rammenta la dilaniante e spaventosa conflagrazione che travolse il plateau che si trovava sul confine tra il Regno d’Italia e l’Impero degli Asburgo. Dai primi duelli di artiglieria tra i forti Verena e Campolongo ed i pezzi imperialregi da 30,5 cm del giugno ‘15, alla Strafexpedition, all’immane ed insensata carneficina dell’Ortigara, per arrivare alla quarta battaglia dei tre Monti (metà 1918) L’Altopiano di Asiago fu epicentro di combattimenti in nulla secondi a quelli del fronte isontino.

E arriverà proprio qui il 15 marzo l’èStoriabus, il pullman storico-turistico che viaggia nel tempo e nella memoria e che quest’anno propone percorsi storico-culturali attraverso i luoghi della Prima Guerra Mondiale, per ricordarne, cent’anni dopo, battaglie e accadimenti che segnarono indelebilmente la memoria collettiva.

L'altopiano di Asiago è sede di uno dei più grandi sacrari militari italiani, il Sacrario militare di Asiago-Leiten. Luogo di riposo di oltre cinquantamila salme sia italiane che austroungariche e completato da una cappella, il sacrario ospita anche un piccolo museo nel quale sono esposti cimeli e materiale rinvenuto sull'Altopiano.

Accanto alle sofferenze dei soldati di entrambi gli schieramenti, costretti a farsi la guerra in trincee poste in media a 1000 metri sul livello del mare, il tour ripercorrerà anche la tragica esperienza dei profughi dell’Alto vicentino, quasi ottantamila persone costrette a lasciare ogni loro avere e a chiedere rifugio sino a Campobasso. Infine si visiterà Asiago, il piccolo capoluogo dell’Altopiano, ricostruito nel 1921 dopo essere stato letteralmente annichilito dagli eventi bellici. «Era un paese di montagna» scriveva Mario Rigoni Stern  «dico era perché nel 1916 la guerra lo ha prima incendiato e poi distrutto e raso al suolo; e anche se tra il 1919 e il 1922 è stato ricostruito, ora non è più quello.»

Un’altra città simbolo e martire della Grande Guerra civile europea, di cui scrissero Kafka, Hemingway, Kipling, il cui Ossario monumentale è tomba di quasi sessantamila soldati.

I partecipanti saranno accompagnati in questo viaggio nel tempo e nella memoria dal commento storico di Pierluigi Lodi. Partenza alle ore 8.30 dal piazzale Martiri della Libertà d'Italia (stazione centrale dei treni) di Gorizia con rientro previsto nel pomeriggio.

èStoriabus è parte del progetto Carso 2014+, promosso dalla Provincia di Gorizia e organizzato dall’associazione èStoria.

Per informazioni: eventi@leg.it, 0481 539 210

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