Pubblicato il nuovo libro di Giorgio Milocco

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Claudio Pizzin

15 Novembre 2021
Reading Time: 4 minutes

Viva Dreossi e Antonelli – In grazia di quelli in ferrata si va!

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Il Circolo Acli “Achille Grandi” di Perteole ha editato e fatto uscire dalle stampe un libro dal titolo “Viva Dreossi e Antonelli – in grazia di quelli in ferrata si va!” con autore un suo ex presidente: Giorgio Milocco di Cervignano.

L'opera, che conta 120 pagine in gran formato, è arricchita di documenti, mappe, tracciati ferroviari e fotografie d'epoca a colori e in bianco e nero.

Il volume oltre al patrocinio di tre comuni (Cervignano, Terzo e Ruda) ha avuto il sostegno economico della Cassa Rurale FVG.

Tema di fondo lo sviluppo delle reti ferroviarie nell'Impero austroungarico (e quindi del Litorale-Küstenland) a cavallo del '900.  Sono stati valorizzati tre illustri personaggi che in quel determinato periodo hanno svolto ruoli di primo piano: gli ingegneri Giacomo Antonelli (Terzo, cl.1834) e Giulio Dreossi (Cervignano, cl.1846) e l'avvocato Francesco Verzegnassi (cl.1837, deputato per due legislature a Vienna). Sono previste tre presentazioni dell'opera proprio nei comuni di Cervignano, Terzo e Ruda (Perteole).

 

La presentazione del libro a cura di Stefano Perini:

“Viva Dreossi e Antonelli in grazia di quelli in ferrata si va…”.

È il verso di una canzone molto famosa all’epoca dei fatti che in essa si celebravano. Che, in ogni caso, si è continuata a cantare anche nei decenni successivi o, per lo meno, a ripetere nel suo verso più importante, sedimentandosi nell’immaginario popolare , permanendo anche quando il ricordo del senso di quelle parole si era illanguidito o addirittura perso.

Perso  perché dei personaggi nominati poco o nulla in seguito si è conosciuto. Certo vengono citati quando si trattava di parlare delle ferrovie del Friuli orientale e in particolare della direttrice Monfalcone- San Giorgio di Nogaro  nella cui realizzazione furono determinanti, ma sostanzialmente la loro ampia attività imprenditoriale, progettistica e anche politica non era stata scandagliata a fondo. Il recente “Nuovo Liruti” , che raccoglie le biografie di centinaia di friulani illustri, non ne fa cenno, eppure un posto lo meritavano. A dire il vero è tutta una parte  del mondo sociale , politico e culturale della parte italiana della Contea di Gorizia a non essere ancora stata  sufficientemente scandagliata storicamente  . La parte rappresentata dalla borghesia intellettuale, possidente, commerciale e imprenditoriale, legata al movimento irredentista o comunque a quello liberal-nazionale, che politicamente, nel periodo tardo ottocentesco e di primo Novecento,  ebbe un ruolo importante in tutte le vicende locali, da quelle comunali a quelle provinciali, senza contare la rappresentanza al parlamento di Vienna. Naturalmente senza dimenticarne il ruolo economico fondamentale . L’interesse storico si è indirizzato maggiormente alle vicende del movimento cattolico, sia nella sua componente laica che in quella ecclesiastica, e parzialmente di quello socialista. Restano perciò figure e situazioni da porre in luce  o semplicemente da conoscere all’interno delle dinamiche culturali, politiche ed economiche del tempo e della Contea, aggiungendovi gli interessi degli investimenti dell’imprenditoria triestina da un lato e di quella della possidenza del Friuli italiano dall’altra. Le ferrovie nel contesto del possibile sviluppo della parte italiana della Contea sembravano avere e avranno un ruolo importante se non decisivo, ma il collegamento tra Gorizia e le Basse dopo trent’anni di progetti e promesse non si farà, venendo infine reso superfluo dal trasporto su gomma. Invece la direttrice Venezia-Trieste, con il suo passaggio per Cervignano, si completerà, pur in  due momenti tra 1894 e 1897, essendo spinta dalle necessità di realtà economiche che possedevano un  peso non indifferente, in particolare ormai quella triestina. E si realizzerà nel 1910 anche il breve tratto Cervignano-Belvedere, al servizio dell’ognor crescente turismo balneare gradese. In tutto ciò i due ingegneri  Giacomo Antonelli, di Terzo e Giulio Dreossi, di Cervignano, che operarono a lungo in società e si può dire in simbiosi, ebbero un ruolo fondamentale nel promuoverle, progettarle e realizzarle. Basterebbe questo a  rendere loro merito, ma bisogna pure aggiungerci le progettazioni e i lavori in Dalmazia (a Spalato in particolare), in Bosnia, la ferrovia Parenzana e tante costruzioni civili e industriali nel Goriziano.

Per Antonelli l’impegno fu anche politico, all’interno dello schieramento liberale che, oltre che mirare ai principi di libertà e di libero mercato, lottava per la difesa dell’italianità che sembrava ad esso in pericolo e in gran parte guardava direttamente al Regno d’Italia stesso. Deputato al Parlamento di Vienna dal 1901 al 1906. Qui molto si diede da fare per gli interessi economici del Friuli, ma tenendo una posizione moderata che non lo mettesse in aperto contrasto con il governo, onde non porre ostacoli a quella collaborazione che gli era necessaria per raggiungere i suoi obiettivi di progettazione e realizzazione.

Due figure, come detto, magari spesso citate, ma che solo ora con questa pubblicazione di Giorgio Milocco assumono il giusto rilievo in una delineazione  a tutto tondo  della loro multiforme attività. Un racconto che si basa su di una ricca documentazione, che ci parla delle vicende di lavoro, ma anche di quelle maggiormente personali e inserisce l’ attività dei due nel contesto più vasto del territorio e delle problematiche a esso collegate.

Al Parlamento di Vienna contemporaneamente ad Antonelli a rappresentare il Goriziano vi fu pure Francesco Verzegnassi, perteolese, e accanto ad Antonelli e a Dreossi l’autore tratteggia anche la figura di costui,che, passando dall’aula della Dieta provinciale goriziana giunse al Reichsrat viennese, dove fu pure eletto in diverse commissioni e cercò di favorire i più svariati interessi della sua terra . Appartenente allo stesso milieu degli altri due, fu presente nella vita sociale, sportiva e politica di Gorizia, essendo parte attiva in tutte le associazioni cittadine, che promuovevano la socialità e sostenevano l’italianità del territorio. Un altro uomo di quel mondo borghese e liberale che dalla campagna raggiunse traguardi non secondari e lasciò tracce importanti per il suo paese. Il lavoro di Giorgio Milocco ha il merito di aver dunque messo in risalto e documentato tre vite che finora non avevano trovato un vero approfondimento e di avere richiamato l’attenzione su di una parte della società della Contea di Gorizia che  andrebbe studiata con maggiore interesse.

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