Pedofilia, a teatro per capire

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redazione

18 Marzo 2014
Reading Time: 2 minutes

Giovedì sera al Miela

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“L'urlo segreto del mondo” è uno spettacolo teatrale ideato e realizzato dall'Associazione culturale  Spaesati, per affrontare con coraggio e realismo il delicato e purtroppo sempre attuale tema della pedofilia.  Andrà in scena giovedì 20 marzo al Teatro Miela, alle ore 20 con ingresso gratuito, ed è destinato a un pubblico adulto.

L'evento è stato presentato oggi nel corso di una conferenza stampa congiunta Comune di Trieste/A.S.S. n° 1 “Triestina”, al Miela, alla quale sono intervenuti l'assessore alle Politiche Sociali Laura Famulari e il Direttore Sanitario dell'A.S.S. n° 1 Triestina Adele Maggiore, la referente tecnica del progetto Daniela Gerin, la regista dello spettacolo Sabrina Morena, la coautrice e attrice Marcela Serli e l'attore Mefenja Tatcheu.

L'iniziativa artistica – è stato spiegato – fa parte delle attività del progetto “Buone pratiche contro la pedofilia” gestito dal Gruppo Interistituzionale contro l'Abuso e il Maltrattamenti ai Minori formato dai Comuni di Trieste, Duino-Aurisina e Muggia, dall’A.S.S. n° 1 Triestina, dall’I.R.C.C.S. Burlo Garofolo, dall’Ufficio Servizio Sociale per i Minorenni di Trieste (Ministero della Giustizia), dall’Ufficio Scolastico Regionale di Trieste e  dal GOAP – Gruppo Operatrici Antiviolenza e Progetti.

Il gruppo ha scelto di far uso della rappresentazione artistica per sensibilizzare e informare la cittadinanza sul tema della pedofilia. Attraverso il racconto di storie vere ambientate nel nostro paese e in altri paesi del mondo, lo spettatore è indotto a guardare oltre l’apparenza dei fatti, a indagare nella profondità dell’animo umano e nella vita e nei luoghi dove si generano spesso vicende terribili e ferite incancellabili sulle bambine e i bambini di oggi e sulle donne e gli uomini di domani. La piéce vuole essere un urlo di denuncia di chi vive nel dramma della violenza e una voce di speranza di chi ne esce.

L'urlo segreto del mondo è l'urlo dei bambini che, se potessero, griderebbero per chiedere aiuto oppure che non gridano più, perché hanno verificato, nella loro vita, che è inutile.
Dovremmo quindi imparare ad ascoltare le vittime della violenza, e condannare qualsiasi forma di violenza. La protezione dei bambini dovrebbe essere interesse di tutti e di tutte le società: l'intento è di far comprendere la necessità di sviluppare un'idea di “genitorialità diffusa”, dove tutti sono chiamati a costruire il benessere delle giovani generazioni.

La sensibilizzazione di tutti i cittadini, la formazione degli operatori e l’attribuzione di un profondo e convinto disvalore alla violenza ed in particolare a quella di genere, sono i cardini per un cambiamento culturale e sociale.

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