Quattrocentocinquanta volontari comunali di protezione civile, provenienti da 79 comuni della regione, hanno svolto nei mesi scorsi attività di ispezione lungo le 18 tratte di sorveglianza che separano dal mare e dalla laguna i territori a costa bassa della nostra regione. Per la precisione nel tratto peri-lagunare e costiero compreso tra Lignano Sabbiadoro e Marina Julia, in comune di Staranzano, per uno sviluppo complessivo di circa 76 chilometri.
Lo scopo di tale attività era la verifica del buono stato di conservazione degli argini a mare, che risulta di fondamentale importanza per la sicurezza idraulica dei territori della bassa pianura friulana, con particolare riguardo alle aree di bonifica poste al di sotto del livello del mare. Un primo dato aiuta a comprendere meglio l’importanza di questi controlli preventivi.
Sulle nostre coste, negli ultimi cento anni abbiamo assistito ad un costatante innalzamento del livello medio marino, che nella sola Trieste ha toccato i 15 centimetri. Oltre al livello marino medio ed alla marea astronomica (alternanza luna/sole), il fenomeno dell’acqua alta è strettamente correlato con le cause che provocano la marea meteorologica: il vento (venti sciroccali persistenti per alcune ore sul bacino Adriatico causano un innalzamento del livello marino, mentre la bora ne provoca l’abbassamento); la pressione atmosferica (durante il transito delle perturbazioni la pressione atmosferica tende a variare: il livello del mare si innalza di circa 2 centimetri a fronte di un abbassamento di 1 ettopascal (1 millibar) della pressione atmosferica); le sesse (oscillazioni del livello marino provocate dalle perturbazioni meteorologiche: i venti meridionali innescano la sessa fondamentale del Mare Adriatico che dura un periodo di 21,5 ore ed ha un’ampiezza che a Trieste può raggiungere, nei casi più intensi, i 50 centimetri).
Per fronteggiare il fenomeno, da anni la Protezione civile regionale opera sul campo prefiggendosi due obiettivi principali: analizzare il livello di vulnerabilità della linea di costa e della difesa arginale a mare e peri-lagunare rispetto all’insorgenza di un evento meteo-marino estremo; analizzare le aree la cui esposizione può essere maggiormente rischiosa per la sicurezza della popolazione rispetto ad un evento meteo-marino estremo. Oltre ai volontari della Protezione civile, per una più efficace attività di monitoraggio diventano importantissime anche le eventuali segnalazioni della popolazione.
Per questo motivo è utile indicare le principali criticità che possono colpire i terreni degli argini, in particolare tutte le situazioni di dissesto e potenziale pericolo per l’integrità delle opere, avendo sempre presente che in condizioni estreme di “acqua alta” il livello del mare può superare gli argini stessi e che i terreni lato campagna sono generalmente depressi al di sotto del livello medio del mare. Un aspetto da monitorare accuratamente è l’eventuale presenza di tane o altre tracce che possano far temere la diffusione di specie animali potenzialmente pericolose per la stabilità dei terreni. In particolare la nutria o altri “animali scavatori”, nonché il gambero rosso della Louisiana. In questi casi è bene osservare le sponde dei canali vicini agli argini poiché alcune specie prediligono scavare le tane in prossimità del normale livello dell’acqua. In aggiunta a questi accorgimenti, è bene segnalare tutti i casi in cui si osservi:
- presenza di abbassamenti localizzati della sommità arginale o altre lesioni;
- presenza di erosioni o dissesti lungo le scarpate;
- tracce di filtrazioni d’acqua salmastra con accumulo di sedimenti (sale o sabbia fine) presso i punti di emersione lato campagna;
- presenza di vegetazione arborea o arbustiva tale da impedire la ricognizione dell’argine lungo la sommità e sul lato campagna. Al contrario la presenza di tamerici e arbusti sul lato laguna costituiscono una protezione dell’argine dal moto ondoso.
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