Si stima che oltre il 40% degli adulti soffra degli effetti avversi dello stress. Infatti, tra il 75 e il 90% delle visite effettuate dai medici (qualsiasi visita specialistica) sono dovute a patologie correlate con lo stress. Molti dei sintomi di cui ci si lamenta quotidianamente sono dovuti o legati allo stress cronico, ma spesso non viene loro attribuita la giusta importanza perché tendono ad attenuarsi con il riposo oppure non si ha il tempo o la voglia di prendersene cura.
Ma lo stress non è da sottovalutare, viene infatti definito “l’omicida silenzioso”, perché legato alle 6 principali cause di morte: patologia cardiaca, cancro, patologia polmonare, incidenti, cirrosi epatica e suicidio. Questo non vuol dire che ogni sintomo sia precursore o segno d’allarme di qualcosa di grave, ma almeno andrebbe considerato conseguenza di una difficoltà dell’organismo ad adattarsi ad una situazione. Come descritto negli articoli precedenti, è la disarmonia fra le due branche antagoniste del Sistema Nervoso (il Simpatico ed il Parasimpatico) che compromette l’equilibrio fisico e mentale del corpo, portando ad una condizione di superaffaticamento costante a cui l’individuo cerca di resistere. L’inibizione sociale alle reazioni di attacco e fuga impedisce all’uomo moderno di rispondere con l’aggressione e l’allontanamento a situazioni stressanti, ma non riesce a bloccare le reazioni inconsce indotte dallo stress. Quando lo stressor attiva le cascate ormonali, la risposta fisiologica che rende l’organismo pronto e reattivo lo può portare all’esaurimento delle risorse e all’instaurarsi di sintomi da sovrapproduzione (vedi tabella a fianco).
Il cortisolo, ad esempio, che stimola l’aumento della glicemia, della pressione arteriosa e la diminuzione delle difese immunitarie, viene secreto prevalentemente al mattino (per prepararci all’azione) per poi diminuire alla sera. Quando la stimolazione surrenalica dovuta allo stress (il cortisolo è secreto dalle ghiandole surrenali) causa la sovrapproduzione costante di cortisolo, l’iperglicemia può portare al diabete, l’ipertensione scatenare diverse patologie cardiache e vascolari e la diminuzione costante delle difese immunitarie rende l’organismo suscettibile a infezioni e tumori. Un altro esempio degli effetti negativi dello stress è dato da ogni organo che abbia una parete muscolare innervata dai sistemi Simpatico e Parasimpatico. La loro disarmonia causa spasmi a livello cardiaco, respiratorio, digerente e genitale. Le conseguenze possono essere ipertensione arteriosa, dolore toracico e battito cardiaco irregolare (aritmie), broncospasmo (chiusura dei bronchi con effetto asmatiforme) e tosse convulsa, problemi digestivi e di fertilità. Anche la fame nervosa trova origine nello squilibrio del sistema nervoso autonomo.
Se adrenalina e cortisolo inibiscono la fame, la noradrenalina prodotta a livello cerebrale causa appetito per carboidrati e dolci. Tale disquilibrio alimentare associato agli spasmi muscolari precedentemente menzionati crea a livello digerente uno spettro di sintomi comuni nei soggetti stressati. Se grandi quantità di carboidrati vengono ingerite in breve tempo e sommariamente masticate, arrivano allo stomaco senza essere adeguatamente elaborate in bocca (ove dovrebbe avvenire la prima fase della digestione). La secrezione con proprietà digestive di stomaco e duodeno è in parte inibita dalla reazione allo stress, pertanto il cibo scarsamente digerito passa al tenue che non riesce ad assorbire i nutrienti in maniera adeguata. Giunti al colon, gli alimenti fermentano creando gas e le tossine riescono a raggiungere il sangue ed altri organi tramite la parete intestinale, infiammata perché priva dell’ambiente protettivo creato dai miliardi di batteri e cellule linfatiche immunitarie normalmente presenti, ma alterate da situazioni di stress (diete sbagliate, antibiotici, infezioni). Spesso, quindi, il soggetto stressato è colpito da alterazioni dell’alvo (stipsi-diarrea) che portano ad alterato assorbimento dei nutrienti ed indebolimento immunitario.
Se le situazioni descritte perdurano, dal disagio funzionale si arriva alla patologia. Il primo rimedio è la prevenzione. Ma se i sintomi sono già invalidanti e compromettono la qualità di vita, il modo migliore per affrontarli è un approccio integrato. Accanto ai farmaci, a cui solitamente ci si affida in prima battuta, è opportuno ricorrere ad altri tipi di terapie, definite alternative, ma più propriamente complementari. Nel caso di una cefalea creata da tensione muscolare, il farmaco antinfiammatorio dovrebbe essere coadiuvato da esercizi di stretching e da massaggi. Per situazioni emotive stressanti che comportano ansia o depressione l’aiuto potrebbe venire dai fitoterapici o da tecniche di rilassamento. Per molti sintomi causati dallo stress la medicina cinese ha una valida risposta, sia in termini preventivi che di trattamento. Già durante la dinastia Ming (1368-1644) a Baoding, Cina, furono create le Baoding balls, sfere di ferro che danno sollievo dallo stress perché nel tenerle in mano e ruotandole toccano e premono punti di Agopuntura. Tramite il ri-equilibrio dei meridiani, l’agopuntura è un importante strumento per prevenire e ridurre i sintomi dello stress anche se molto diversi fra loro in quanto, come descritto, hanno una radice comune. Questa pratica millenaria verrà trattata nel prossimo numero.
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