Trieste, il Museo Revoltella mette in mostra tutte le opere

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redazione

31 Marzo 2014
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Prima iniziativa del suo genere

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È visitabile il nuovo allestimento del Museo Revoltella di Trieste, nel quale per la prima volta si possono vedere più del doppio delle opere (da 300 a 700) che nel 2013 erano esposte nelle sale di Palazzo Revoltella e della Galleria d’arte moderna. Infatti, dopo una lunga opera di studio, di catalogazione e di restauro collegata a un completo lavoro di revisione degli inventari e di riorganizzazione dei depositi, che ha interessato più di mille pezzi, viene offerta ai visitatori la possibilità di visionare, oltre alle 300 opere normalmente distribuite nelle sale, altre 400 che di solito sono conservate in deposito e visibili solo su richiesta.

“Da un punto di vista strettamente museografico” – dichiara la direttrice Maria Masau Dan – il risultato di un museo così ‘affollato’ di opere potrebbe essere messo in discussione, visto che il godimento dell’arte è anche frutto di un giusto ‘dosaggio’ di dipinti e sculture negli spazi museali, ma questa volta abbiamo perseguito soprattutto l’obiettivo della conoscenza del museo in tutti i suoi aspetti e quello dell’informazione più ampia sul nostro patrimonio. Con l’orgoglio di possedere e di poter mostrare una grande e importante collezione che negli ultimi vent’anni è stata mantenuta con cura e costantemente restaurata. Del resto molta parte del nostro patrimonio appartiene all’epoca dei Salon parigini, quando sono nate queste enormi ‘fiere dell’arte’ con opere appese dal pavimento al soffitto. Ed è a questi che ci siamo ispirati anche nel titolo”.

Il nuovo allestimento è stato curato dalla conservatrice Susanna Gregorat e sarà promosso attraverso incontri e conferenze in cui si approfondiranno i singoli autori o i temi trattati lungo il percorso. Alla fine, rendono noto gli organizzatori, verrà anche pubblicato un catalogo.

Anche per questo allestimento i curatori hanno seguito un criterio cronologico, ma il percorso si articola in unità che sono rappresentate da piccole mostre personali degli artisti triestini attivi tra ‘800 e ‘900. Una novità assoluta è rappresentata da due nuclei di dipinti dedicati ai due primi direttori del Museo Revoltella, Augusto Tominz (1818-1883) e Alfredo Tominz (1854-1936) suo figlio, che hanno diretto il museo rispettivamente dal 1872 al 1883 e dal 1883 al 1926. Le opere di Augusto, in gran parte inedite (mai viste ad esempio le tre opere della donazione Slataper, appena restaurate), sono esposte in quel salone da ballo in cui Augusto, nel 1859, sotto l’occhio vigile del cavalier Pasquale Revoltella, collocò sul soffitto le diciassette tele che rappresentano le allegorie delle arti e dei mestieri.

Proseguendo oltre la soglia che divide il palazzo ottocentesco dalla galleria d’arte moderna si incontrano al terzo piano altri nuclei di opere raggruppati per temi (scultura del ‘900, pittura di genere, artisti stranieri) ma, mentre la galleria del quarto piano (con i grandi dipinti acquistati alle Biennali) mantiene l’assetto abituale, la massima concentrazione di opere nuove si incontra al quinto piano, dove si susseguono artisti ben noti ai triestini, come Scomparini, Wostry, Barison, Flumiani, Grimani, Lucano, Timmel, Rietti, Fonda, Marussig, Levier, Croatto, Cambon, Dudovich, Metlicovitz, Sbisà, Sambo, Nathan, Bolaffio, Orell, Marchig, Sofianopulo, Bidoli, Fulignot, Craglietto, ecc. di cui sono esposti sia i capolavori che le opere minori, in un confronto che permette di capire le singole storie, le peculiarità degli stili, la ricorrenza di certi temi. Alcuni autori (Scomparini, Rietti, Timmel) sono presenti con dodici-quindici opere. Una grande parete riunisce 40 autoritratti.

La galleria maggiore del quinto piano è dedicata al periodo che va dal 1890 agli anni ’40 e nella galleria minore si possono vedere i triestini del secondo ‘900 e i maestri italiani del ‘900. Rimane immutata la sezione del sesto piano dedicata ai capolavori italiani del secondo ‘900.

I restauri sono stati effettuati da Antonella Schiattino. Ricerche storiche, schede, didascalizzazione, guide, hanno visto all’opera un gruppo di storici dell’arte formato da Maurizio Lorber, Barbara Coslovich, Serena Paganini e Francesca Nodari. Grafica di Lorenzo Michelli, foto Peter Deschmann, allestimenti FastArte.

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