Dall’archeologia al futuro, Staranzano valorizza la Villa Romana

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redazione

12 Dicembre 2022
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Dal restauro del mosaico alla nuove indagini georadar in prossimità dello scalo, con un sito web dedicato alla progettualità

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Sabato 17 dicembre alle ore 10 presso la Sala Peres del Comune di Staranzano sarà presentato dall’assessora Roberta Russi il progetto “E-Villae” finanziato da Regione Friuli Venezia Giulia.

All’idea iniziale avevano aderito la Pro Loco di Staranzano e, in qualità di co-finanziatori, la Società Friulana di Archeologia, il Gruppo Area di Ricerca Dobialab e l’associazione Lacus Timavi di Monfalcone. Si tratta di un’iniziativa multidisciplinare, volta a valorizzare e riqualificare la villa romana della “Liberta Peticia” di Staranzano e a far scoprire tutti gli insediamenti abitativi dell’età romana ville tra Timavo e Isonzo, prevalentemente dislocati lungo la via che collegava Aquileia con l’antica Tergeste.

A seguito di un’analisi preliminare della villa romana, si è deciso di procedere con un restauro conservativo dell’unico vano mosaicato oggi visibile, a cura degli esperti restauratori della ditta A.Re.Con. Snc di Basaldella, cha hanno provveduto a ripulire e ripristinare il pavimento musivo, ripristinandone le lacune e trattandolo infine con uno strato di polimeri protettivi.

Ogni fase del restauro è stata seguita e documentata da Francesco Scarel, videomaker and artist di Dobialab, mediante la realizzazione di video emozionali, finalizzati a far conoscere il certosino impegno alla base dell’operazione di conservazione del bene.

“Si è inoltre deciso – spiega l’assessora Russi – di procedere anche con un’indagine geofisica 3D dell’area della villa, avvalendosi del supporto dei tecnici di Esplora Srl, spin-off accademico dell’Università degli Studi di Trieste. Mediante l’impiego di un georadar, sono state scansionate le parti ancora inesplorate dell’insediamento, rilevando delle strutture murarie sepolte e non ancora note che hanno altresì permesso univocamente di definire l’orientamento della villa rispetto al primigenio contesto abitativo”.

L’indagine storica e archivistica è stata affidata all’archeologa Renata Merlatti che, avvalendosi di altri collaboratrici tra cui l’archeologa Gabriella Petrucci, oltre a rinvenire importanti testimonianze sulle prime indagini risalenti agli anni ‘50, tra cui scambi epistolari tra specialisti del tempo e quaderni di scavo, ha ridefinito i contenuti dei pannelli informativi posti in prossimità del complesso oggi musealizzato della villa romana, ripensandoli per un approccio più intuitivo e incentrato sulla fruibilità dell’informazione.

L’accesso ai materiali di studio e agli archivi fotografici è stato reso possibile grazie al partenariato della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia e del Consorzio Culturale del Monfalconese – Ecomuseo Territori.

Tutte le fasi d’indagine e di studio, la storia del culto della Bona Dea, cui era dedicato un sacello rinvenuto negli scavi della villa, i video relativi al restauro e all’indagine georadar e la mappatura delle evidenze abitative d’epoca classica sono visibili nel sito web dedicato www.e-villae.it, prossimamente on line.

“Questo progetto – conclude Russi – ha dunque inteso puntare sulla riscoperta di un’importante testimonianza del passato, posta in correlazione con quanto oggi scoperto del contesto d’età romana, in un connubio tra l’applicazione di modernissime tecnologie alle pazienti fasi di studio archivistico e di restauro, nell’auspicio che tutto ciò possa rappresentare un primo passo verso nuove indagini volte alla scoperta del territorio e delle sfaccettature del suo interessante passato”.

 

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