TRIESTE – La predizione del rischio della condizione di prediabete è l’obiettivo di un progetto finanziato dall’Unione europea, di cui la Fondazione Italiana Fegato Onlus è uno dei principali partner.
Un progetto dal valore complessivo di quasi 6 milioni e mezzo di euro (oltre 600 mila destinati alla FIF), di durata triennale e avviato a inizio gennaio, che vede la partecipazione di 10 istituzioni europee.
“Il prediabete – spiega il direttore scientifico della Fondazione Italiana Fegato, Claudio Tiribelli – è una condizione silente, cioè il paziente può non essere consapevole di esserne affetto perché non manifesta sintomi. Ma la buona notizia è che la sua tempestiva diagnosi può portare alla reversione della stessa senza portare alla sua manifestazione più complessa, il diabete di tipo 2”.
“L’obiettivo del progetto multidisciplinare – continua Tiribelli – è quello di sviluppare sistemi basati su algoritmi di approfondimento automatico (machine learning) per la predizione del rischio della condizione di prediabete”.
La Fondazione Italiana Fegato è coinvolta insieme ad altri due partner clinici europei (Divisione di Endocrinologia e Diabetologia della Università di Medicina di Graz e il Laboratorio di Medicina Personalizzata dell’Università della Lettonia) nella fornitura di parametri clinici e biochimici da soggetti con malattia metabolica epatica (fegato grasso, steatoepatite, etc) e condizioni diabetiche per il training degli algoritmi predittivi.
Inoltre la FIF contribuirà con l’individuazione e validazione di nuovi biomarcatori plasmatici per un futuro miglioramento degli algoritmi di machine learning.
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