Friuli protagonista nella donazione delle teste di femore

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redazione

6 Aprile 2023
Reading Time: 2 minutes

Accordo storico tra Fondazione Banca Tessuti del Veneto, Centro Regionale Trapianti e Policlinico Città di Udine

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UDINE – Donate 25 teste di femore alla Banca Tessuti del Veneto in circa 2 mesi: è il risultato della prima collaborazione in Friuli Venezia Giulia tra la Banca, il Centro Regionale Trapianti (CRT) e una struttura sanitaria privata accreditata, il Policlinico Città di Udine.

Risale a febbraio, infatti, il programma di donazione di teste di femore nato dalla collaborazione con il Policlinico, in particolare con il reparto di anestesia (dottoressa Marcella Brazzoni e dottor Antonio Baroselli) e quello di ortopedia diretto dal dottor Fabrizio Bassini.

Si tratta di un risultato notevole e storico che vede il supporto di una struttura privata convenzionata e del suo personale sanitario in un momento in cui le richieste di tessuto osseo sono particolarmente numerose in tutta la regione.

La donazione di quella parte ossea richiede la disponibilità̀ del personale in sala operatoria senza alcuna differenza di procedura o conseguenza per il paziente che, infatti, nella maggior parte dei casi, dà il proprio consenso alla donazione al momento dell’anamnesi pre-operatoria con il medico

anestesista.

Dopo l’estrazione, la testa di femore viene inviata alla Banca dei Tessuti di Treviso che fa da centro di raccolta per Friuli Venezia Giulia, Veneto, provincia autonoma di Trento e per le Marche, eseguendo le analisi e i test previsti per l’idoneità alla donazione.

La testa del femore asportata, solitamente di un soggetto sano sotto i 70 anni, è preziosa e fondamentale per realizzare innesti di osso in chirurgia ortopedica, vertebrale, odontoiatrica e maxillofacciale. Gli innesti ossei realizzati sono stati in alcune occasioni preziosi anche per ricostruzioni in pazienti pediatrici.

L’impiego del tessuto muscolo-scheletrico proveniente da donazione è inoltre indispensabile nella chirurgia dei tumori ossei, in quanto può evitare l’amputazione di arti grazie alla ricostruzione funzionale, garantendo ai pazienti un migliore recupero e una migliore qualità della vita.

 

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