L’artista della stampa

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Margherita Reguitti

19 Settembre 2014
Reading Time: 4 minutes

Corrado Albicocco

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Il maestro stampatore Corrado Albicocco da oltre 40 anni a Udine realizza grafiche per i maestri contemporanei italiani e internazionali. La sua è una passione per una forma artistica antica alla quale si sono dedicati i maggiori interpreti della storia dell’arte. Formatosi alla Scuola del libro d’arte di Urbino, da giovane Albicocco è stato anche uno sportivo e per 35 anni docente all’Istituto Malignani del capoluogo friulano.

Come è arrivato a Udine?

«Nel 1972 giocavo nella squadra del Massa Carrara e avevo una cattedra per 6 ore settimanali all’Istituto d’arte di Udine. Alternavo l’attività di calciatore, nel ruolo di stopper, all’insegnamento di grafica pubblicitaria. Una materia che poco aveva a che vedere con la stampa ma in aula ai miei studenti ho portato molto della mia esperienza in stamperia. Ogni domenica partivo dalla città dove si era giocata la partita, a volte viaggiando anche tutta la notte, per arrivare puntale a scuola. Un ritmo di vita impegnativo che si è concluso esattamente 40 anni fa, nel 1974, quando ho militato per l’ultimo anno in serie C nella Triestina».

Com’è iniziata la sua attività di stampatore?

«Con l’amico e compagno alla scuola del libro di Urbino Federico Santini abbiamo deciso di aprire una stamperia. Non era esattamente in linea con quanto appreso nel prestigioso istituto, ma eravamo mossi da una grande passione. Eravamo fra i primi in regione e gli artisti iniziarono a commissionarci dei lavori».

L’inizio fu subito di prestigio…

«Giuseppe Zigaina è stato il primo autore di livello nazionale e internazionale a portarci le sue lastre. Gli sarò sempre grato: lui è stato il nostro biglietto da visita che ci ha aperto le porte degli studi più importanti negli anni a seguire».

Quali sono le tre qualità che un bravo stampatore deve avere?

«Passione, passione e passione. Oltre a ciò è necessario essere pazienti ma determinati nella ricerca della perfezione, conoscere la chimica nell’utilizzo dei diversi acidi e colori. Non guasta la forza d’animo per non abbattersi mai, anche quando le cose non riescono bene e si deve ricominciare daccapo. Sono tante le sfide che quest’arte propone nella realizzazione di opere sia decorative che geometriche. Nelle prime sono importanti le sfumature, la morbidezza dei colori e l’intensità di grigi e neri che danno profondità all’opera, mentre per le seconde è fondamentale la precisione dei segni».

Dunque il rapporto fra pittore-incisore e stampatore è molto stretto.

«È imprescindibile la reciproca comprensione, ma non voglio enfatizzare il ruolo di chi stampa. Faccio un esempio: un bravo pianista dà vita alla musica di Mozart. Ma è sempre Mozart il grande artista».

Come guarda al futuro?

«Il futuro è assicurato: mio figlio Gianluca mi ha dato la grande soddisfazione di portare avanti il mio lavoro. Dopo la laurea in Economica e Commercio ha deciso di raccogliere il mio testimone. La collaborazione fra padre e figlio non è sempre facile, ci possono essere delle incomprensioni, ma assieme lavoriamo bene. Lui ha portato in stamperia idee ed entusiasmo nuovi».

Quali sono i progetti in cantiere?

«Continuare a stampare, affrontando nuove sfide e potenziando l’attività espositiva. In questi anni ho realizzato molte mostre: l’ultima in ordine di tempo è stato il progetto dedicato proprio ai 90 anni di Giuseppe Zigaina, dal titolo “Paesaggio come anatomia” nelle tre sedi di Trieste, Cervignano e infine qui da noi lo scorso luglio. Nel 2013 Villa Manin ha ospitato un’esposizione di tutti gli artisti che ho incontrato. Una manifestazione per la quale è stato pubblicato anche un corposo catalogo. Quest’anno inoltre festeggio i 20 anni di “Il Tavolo rosso”, casa editrice di libri d’arte che spero possa continuare a svilupparsi con nuove pubblicazioni».

Ha citato Zigaina: quali sono gli altri artisti per i quali ha lavorato?

«Ho avuto l’onore di lavorare per Emilio Vedova, Safet Zec, Giuseppe Santomaso, Franco Dugo, Luca Pignatelli, Piero Pizzi Cannella, Klaus Karl Mehrkens, solo per citare dei nomi. In questo momento sto lavorando per un autore inglese, David Tremlett, per il quale abbiamo stampato un’opera molto grande, di un metro per due a tre colori, esposta alla Tate Gallery d i Londra. Davvero c’è voluto del coraggio!»

Nei secoli l’arte della stampa è cambiata?

«Direi di no. Dal 1400 in poi le acqueforti e le acquetinte sono realizzate sempre su una lastra incisa, stampate su carta utilizzando lo stesso tipo di torchio. La tecnologia ha cambiato tecniche come la litografi a e la serigrafi a. Peccato che gli storici produttori di carta italiana, come la cartiera di Sicilia e di Pescia, stiano chiudendo in questi mesi, e dunque dobbiamo rivolgerci altrove, in Francia e Germania».

Il suo sogno non realizzato?

«Stampare per Lucien Freud, un autore che amo molto e che non ho mai avuto la possibilità di incontrare quando era in vita. Un sogno irrealizzabile, ma non è detto…»

 

 

La Stamperia d’arte Albicocco da oltre 40 anni è la fucina dove l’opera in negativo, creata su lastre in metallo o altri materiali da grandi artisti italiani e internazionali è stampata su carta con tecniche antiche e sempre attuali. Nella stamperia vengono regolarmente allestite delle mostre d’arte e di libri d’autore pubblicati dalle edizioni de “Il Tavolo rosso”.

Stamperia d’arte Albicocco

via Ermes Di Colloredo 8/c Udine, tel. 0432 547573 info@stamperiaartealbicocco.it

www.stamperiaartealbicocco.it

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