Da Trento a Trieste ascoltando le voci delle pietre

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redazione

14 Ottobre 2014
Reading Time: 2 minutes

Lungo il “Cammino della memoria”

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Un cammino lungo più di 2mila chilometri, dalle due città irredente e imperiali, Trento e Trieste, per ricordare a tutti che solo insieme si costruisce la pace.

Oggi sono giunti a Redipuglia i ragazzi del “Comitato Ta Pum”, che trentadue giorni fa hanno intrapreso il cammino della memoria, alcuni partendo da Asiago e percorrendo gli altipiani, altri da Trento, per ripercorrere assieme i luoghi scenario del conflitto che ha visto queste terre protagoniste.

Dopo essere passati dal Carso, guidati dalla mappa realizzata dalla Provincia di Gorizia per Carso 2014+, gli otto ragazze e ragazzi delle spedizioni si sono incontrati a Redipuglia, per portare un saluto a tutti i caduti.

Ad attendere gli escursionisti al Cimitero militare austroungarico, c’erano il sindaco di Fogliano Redipuglia, i membri degli Amici della croce nera austriaca, gli alpini di Gorizia, registi della manifestazione con la collaborazione dell’Associazione nazionale alpini, il presidente del Cnr nazionale, Enrico Brugnoli, la vicepresidente della Provincia di Gorizia, Mara Černic, e altre autorità del territorio.

Dopo aver deposto una corona di fiori nel Cimitero, i ragazzi di “Ta pum” e le autorità si sono incamminati verso il Sacrario di Redipuglia, dove si è conclusa la cerimonia con le parole di Walter Pilo, presidente del “Comitato Ta pum” a guida della spedizione alpinistica, il quale ha raccontato l’affetto provato ripensando alle tappe del tragitto, in cui ci si fermava ad ascoltare le pietre che parlano e ricordare le storie e il sacrificio di tutte i caduti delle guerre.

«Spero che tanti altri vogliano intraprendere questo cammino – ha aggiunto la vicepresidente della Provincia, Mara Černic – in memoria di tutte le persone che hanno sacrificato la loro vita e perché ci sia un’unione di popoli, culture e lingue diverse”.

A offrire supporto al Cammino della memoria c’era anche il Consiglio nazionale delle ricerche, che ha donato agli escursionisti gli strumenti, tra cui centraline e sensori meteo, per monitorare l’ambiente e il territorio circostante, perché “anche la cura e la salvaguardia dell’ambiente si realizza grazie all’unione dei popoli”.

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