Il viaggio di Marco Cavallo diventa film

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redazione

11 Novembre 2014
Reading Time: 3 minutes

Selezionato al Festival di Torino

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Esattamente a un anno di distanza, la battaglia di Marco Cavallo partito da Trieste, grazie al sostegno di numerose Istituzioni e con una medaglia del Presidente della Repubblica, e che ha attraversato l’Italia in un viaggio di oltre 4.000 km in 16 città italiane per chiedere la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG), dire no ai mini OPG o manicomi regionali e chiedere l'apertura di Centri di Salute Mentale h24, è diventata un film dal titolo “Il viaggio di Marco Cavallo”. 

La pellicola, della durata di 50 minuti, è stata selezionata al Torino Film Festival per la sezione “Diritti e Rovesci” dove sarà presentata, fuori concorso, in anteprima nazionale lunedì 24 novembre alle ore 17.30 (Cinema Massimo 2). La proiezione sarà introdotta da Paolo Virzì e da Emanuela Martini, direttore da quest’anno del Festival. Al termine della proiezione il dibattito con il pubblico. La proiezione andrà in replica martedì 25 novembre alle ore 12.30 al Cinema Reposi 5 di Torino. 

La pellicola, prodotta dalle Edizioni alphabeta Verlag di Merano – già editore della ormai nota Collana 180 –  Archivio critico della salute mentale,  vede alla regia due professionisti: la triestina Erika Rossi, autrice e regista di documentari a carattere sociale tra i quali “Trieste racconta Basaglia” (2012) vincitore del Trieste Film Festival e selezionato in diversi festival internazionali quali Roma, Napoli, Glasgow, Split e Buenos Aires, e Giuseppe Tedeschi. La fotografia, invece, porta la firma di Daniel Mazza che documenta, tra i più recenti, “Piccola Patria” (2013) di Alessandro Rossetto, presentato alla 70a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e all’International Film Festival Rotterdam 2014. Al montaggio Beppe Leonetti, che ha firmato anche alcune opere di Nanni Moretti (“Il diario del Caimano”, “Diario di uno spettatore”, “L’ultimo campionato”, “Palombella rossa: intorno al film”). 

“Il fatto che il film vada a Torino – dichiara Aldo Mazza, direttore delle Edizioni alphabeta Verlag – è fonte di grande soddisfazione e di entusiasmo per noi. Con le immagini che abbiamo raccolto durante il viaggio, vorremmo raccontare questa straordinaria impresa. Durante il viaggio siamo stati accolti da centinaia di persone, abbiamo incontrato  internati, numerosissimi studenti, operatori, volontari e  cittadini che hanno manifestato con StopOPG il loro dissenso, chiedendo la chiusura di queste strutture. In un Paese troppo a lungo disattento a queste questioni, il nostro intento è quello di dare voce e visibilità a tutte queste persone e alle loro storie”. 

Il film narra la forza indomita di chi non si vuole arrendere davanti all’ingiustizia, con la potenza di un simbolo nato proprio a Trieste quarant’anni fa, Marco Cavallo, che continua a mettere a confronto un’anacronistica psichiatria e una vecchia giurisprudenza con l’esigenza di sguardi nuovi e di nuove norme, persone senza voce con persone che non sanno più ascoltare, vecchi e giovani psichiatri, salute e malattia, dentro e fuori. In mezzo a queste dualità ci sono gli internati degli OPG, ormai sotto il migliaio in Italia, relegati dietro quei grandi cancelli, dove sono puniti e curati con la più aberrante delle condanne, ovvero privati della libertà come tutti i comuni carcerati, ma diversamente da loro privati anche della speranza di un futuro.

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